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Le 69838 poesie con accompagnamento multimediale
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Non tentennare con gli occhi...
tuffati in quel mare caldo
abbraccia l’onda che ti sfiora
e vola... vola lontano
vola con lo sguardo e ingoia la parola
il suo sorriso ti ignora
ma a te cosa importa
la mente ti stupirà ancora...
Non aver
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Io sanguino per te
che non hai più respiro
né pelle per baciare
le sere dei morti
Io muoio per te
sulle lune più nere
e nelle nuvole perdute
dal cielo di ottobre
Non ho stelle
da ammirare al tramonto
non ho sogni
da sospirare nel
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La solitudine
delle prime lune
era un silenzio
disegnato per gioco
Non aveva motivi
per odiare ancora
né promesse
da fare alle stelle
La maledizione
delle ultime nuvole
era un cielo scuro
dove chiunque
Avrebbe potuto
amare e poi
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La vita è dura, a volte fa paura.
Cammini lungo la via
il tuo passo vacilla
gira la testa
paura t’assale.
Mostro infernale
vuol farti del male,
ti prende alla gola
blocca le gambe
il cuore risponde fortemente
manca il respiro.
Oppressione
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Regalalo alla pioggia
quel tuo sorriso
celato al giorno
ma sempre oscuro
Con le ombre
che passano lente
fra un rimpianto e l’altro
senza speranza
Donalo alla notte
il tuo sguardo
rivolto alle stelle
e non a me che amavo
Il profumo
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Sillabe
di sole e luna
radici
di un verso
e di una strofa
non prigioniera.
Questo
è sentire il mio canto
al di fuori
di un salotto
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Le ombre della sera si avvicinano
colorano il nostro infinito abbraccio
raccolgono ogni briciola del nostro dire
scrivendo la parola “amore”
con un lungo bacio nel silenzio
che circonda il respiro, il proferire.
Il nostro tempo
quel tempo
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Lui saprà prenderti
arriverà nel buio
di una notte oscura
e non dirà parole
D’amore o altre bugie
che possano sporcare
la luce della luna
sulla pelle d’ambra
Lui saprà parlarti
con la voce del dolore
ed ogni cosa intorno
tremerà un
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Scricchiolii echeggiano
come scintilli a pioggia
a sciame nell’Etere
negli invisibili orizzonti
Di fuochi luccicare
a puntini ...
in una stanza dallo sfondo nero
di vetusti tabù spezzati
bruciano le pagine
in un fiammifero di sale
le
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Pronuncia qualche parola
che il buio profondo
possa comprendere
e accarezza il veleno
Più nero fra le pareti
di questa stanza chiusa
dove solo noi possiamo
amare e poi morire insieme
Dimmi delle lune
di quel cielo sempre oscuro
che vedeva i
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 | Non ricorda dove tira il terremoto
e da che parte gira il mondo,
non sa leggere il dolore
si gira dove soffia il vento
e neanche si sofferma
a guardare le lacrime
dei bimbi senza mamma.
Inciampa nelle
scarpe d’una donna,
che ha perso un
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Il pianto gelido ascese alla Piena Luna
L’ululo del Lupo
Si fece il Canto ...
Rauco il Suo lamento
Stanco dallo sgomento ...
La sposa cadde un dì sepolta
si fece ghiaccio la neve
ove danzava fioca e gioconda
Sepolta da uno sparo
Nel nero
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Le favole mai raccontate
dicevano
di una strana creatura
che viveva nel bosco
Le nubi avevano timore
di piangere pioggia
quando il sole era pallido
e il vento soffiava
Una melodia lontana
nera come le notti
appena illuminate
da una luna
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Dolce è il rumore dell’onda
bacia placidamente la riva.
L’ala del vento s’alza rapidamente
l’onda maestosa danza
mormora una canzone,
bella come un raggio di sole.
Coinvolgente è l’armonia
passione infinita della vita,
vibrante
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 | E venne giù la nebbia
Di un freddo ancestrale
E venne il ghiaccio
Caduto a mantella
Volò a picco un gabbiano
Il cuore gli si gelò
Attraversando mari
Senza mai stancarsi
Cercando disperatamente
La sua amata sposa
La rincorse per chilometri
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Prima
che sia troppo tardi
regalate un fiore
ai vostri amori morti
Che hanno lasciato
il cielo delle carezze
troppo presto
per scrivere parole
Prima
che il vento sia freddo
donate una nuvola
l’ultimo petalo di giada
A chi ha baciato
le
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Parole mute dentro profumi
di un tempo che fu,
lì dove la luce si è spenta
nel sentirmi tremare
come foglia d’un albero al vento!
Nel respiro affaticato
di un gelido mattino
che sbrana il cuore,
rammendo sui pezzi dell’anima
malinconie
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Come farfalle
siete volate via
verso la notte
che copre il mondo
Qualcuna ha amato
le stelle fragili
e qualcuna è morta
di un vento scuro
Come falene
siete bruciate
alla luce ignota
di qualche amore
Qualcuna ha tradito
i fiori
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Mi volto a un tempo oramai
sfinito dal rimpianto.
E mi ascolto da sola
nelle mie notti insonni,
dove il cicaleccio del dolore
non accenna alla resa,
e sono stanca nelle mani.
Lì dove il bisogno di amarti
arde come brace,
ed è una fiamma mai
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Non ricordo più
le vostre dolci voci
l’unica donna
che mi è rimasta
Accanto
ha la falce nera
e il vestito scuro
delle notti amare
Passate ad aspettare
una luna e un ricordo
un cielo sordo
di tanti venti spenti
Non rammento più
le
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Nasce dal silenzio del mio cuore
il meraviglio, la così tanta bellezza,
l’ammiro festoso e gaio di quell’orizzonte
che s’appiana alla mia vista
con delizia, con fievole carezza.
Era ieri, ma lo è anche oggi
la visione d’una incantata valle,
la
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Potete raccontarmi
dei giorni del mare
e dirmi quanto belli siano
i raggi del sole
Ma io avrò sempre la notte
sulla pelle
e il buio del cuore
al tramonto del cielo
Potete dirmi
quanto sarebbe meraviglioso
stringere una mano
al mattino dopo
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 | Di calce nera
vi giace una tomba
in quella pozza senza fondo ...
mi sento cadere tra le nere onde
di un mare senz’ acqua
intriso di pece bituminosa
Il vortice mi mozza
Il buio mi cinge,
mi spinge,
mi serra la gola,
in una coperta di nubi
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 | Intenso riverbero
di passione
nel delirio più prezioso
di sentirti mia
ladro
del tuo respiro sensuale
odorando
anche quello
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Ivi sordo
nella tempesta degli anni
di buie lunazioni ...
Impavido
rimango rapito
osservando lo sfondo di un infinito ...
...si fa largo
come pozzanghere del suono
Percorro quella rettilinea lungimirante ...
io vagabondo
nel caos di quell’
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Fai di me
una tenebra profonda
la più bella
di tutte le cose del mondo
Poi
torna fra qualche anno
per vedere se il tempo
ha mutato le mie rughe
In una poesia di polvere
o se le nuvole del cielo
sono rimaste ferme
nel respiro della
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Sua madre la chiamava Penelope
lei una ragazzina creativa,
viveva nel suo mondo di fiaba.
Chiusa nella sua cameretta
pensava,
scriveva,
dipingeva
tante cose faceva,
sempre in fretta.
Sua madre poveretta le diceva...
Sei come Penelope
lei
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L’indifferenza è una grande sconfitta
che diventa condanna nel silenzio.
È una tempesta silente che spezza
ogni desiderio di fratellanza.
L’isolamento diventa dolore
e si trasforma in morte prematura
mentre il tempo viene scandito lento
diventa
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Amore riposa
uragano incolmabile
di quel vaso traboccante di
lacrime sepolte
nel sopore delle notti
a corolle boccioli rosa
una luce fioca
s’intravede
dietro la porta ...
di quella sedia che dondolava
per notti intere
sotto una pendola
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Io ti guarderò
senza chiedere nulla
ti porgerò una rosa
e chiederemo scusa
Al tempo che passa
per non aver saputo
tacere quando la pioggia
cadeva sulle ombre
Io ti bacerò
con il silenzio notturno
come unico testimone
della nostra
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69838 poesie pubblicate nel giorno . In questa pagina dal n° 2311 al n° 2340.
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