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Le 69837 poesie con accompagnamento multimediale
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 | Ridondanti note
dondolano su righi
di spartiti diversi,
immaginari.
Negromanti camminano
su fiumi d’arcobaleni
...lasciano orme
multicolori.
Unicorni galoppano
su batuffoli bianchi
di soffici nuvole
sparse nel cielo.
E si tuffano
nelle
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Scegli le stelle
e pronuncia tre parole
per turbare la notte
nel suo altare di buio
Guida le carezze
alla pelle già fredda
di questo distacco
più potente del male
Noi non saremo
il morto seme della terra
che attende il frutto
livido
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Sentu na miludia chi mi pigghia
prima lu cori e appoi a menti
viru li noti vulari... currunu ca mè pazzia...
i viru pì davveru e nun ci pozzu fari nenti
s’adduma na luci intra a fantasia
ammentri, chianu chianu, chiuru i finestri
vogghiu
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Sarà il nostro segreto
non dirò a nessuno
che amavi le ombre
la corda tesa al cuore
e le parole sussurrate
che graffiano le labbra
quando tutto sembra
amore ma è solo cielo.
Il nostro colore scuro
come le dita sporche
di una terra
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Ho lasciato le coltri calde del letto
non ho più sonno
in questo giorno quindici Dicembre
sofferenza mi attende.
Son rassegnata alla triste sorte che mi è or capitata
affrontar la lama tagliente
segno evidente sulla pelle resterà per
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Nell’esteso mare della vita,
porgo a te o figlio il mio abbraccio
tutto a congiungersi col filo della speranza,
coll’alimento d’un respiro, l’infinito aggancio.
Resto a contemplare con te l’orizzonte,
al chiarore del mattino, il suo miglior
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 | Scappare lontano
dalle ombre giganti come montagne
che ti coprono fino all’ossa
Fuggire oltre gli orizzonti
dove la falce non taglia il grano
dove l’erba è inebriata di Luce
Sfumando fino a diventare cellule
di atomi
nelle foreste delle Nevi
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Sempre che tu sia lontana
e non qui
vicino alla mia pelle
che freme per le stelle
Sempre che tu sia un’ombra
e non la rabbia
di un momento sbagliato
pronunciato a mezza bocca
So che sei vicina
ad accarezzare questo vento
che non ha
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Tremami le albe
lasciami da parte
i tuoi confini
per stasera tardi
Quando i sogni
saranno pronti
per le lune nuove
appena accese
Segnami le stelle
perché sappia
trovare la strada
del tuo cuore
o forse per la pelle
macchiata
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I morti senza nome
non hanno un luogo
dove riposare
e rimangono in attesa
di un fiore a primavera
un petalo rubato
dalla tomba di qualcuno
che giace nella luce
I cuori mai nati
non hanno poesie
sulla lapide di marmo
ma solo gesti
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Solo due rintocchi
il legno nella tomba
il buio che risuona
dal fondo della terra
Solo una promessa
la luna che si oscura
e poche stelle spente
nel tempo della strada
Non ho mai pregato
con le mie parole
ma ora temo il segno
le nuvole del
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 | Trasparenze sottili di
muti fantasmi nella stagnante
quiete delle tombe.
Passi solitari lasciano
dietro un rumore felpato,
un’ombra s’avvicina, s’ode
del defunto una voce
con tono alterato:
“Dimmi ragazzo perché
mi hai
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ti ho cercato tante volte
tra le onde del mare
nella nuvola più lontana
e rincorrere il tempo
per avvicinarmi a te
ti ho cercato tante volte
tra le pagine di un giorno
inchiostro le emozioni
i tuoi occhi scrivevano nitide parole
ti ho cercato
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Queste parole sono per te
che amavi i miei occhi
e sorridevi quando la neve
cadeva sul buio del mondo
Questo fiore appassito
è il mio ricordo del profumo
che sfiorava la tua pelle
mentre le labbra morivano
Di un dolore leggero
appena più
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 | Eri tutto per me
tutto il mio mondo
eri per me l’amore
più profondo.
Eri tu che i miei sogni
facevi avverare
eri il mio porto sicuro nel mare,
ora non s’asciuga il pianto
io volevo solo restarti accanto.
Ma tutto passa,
in un attimo è
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Bastava una parola
e le stelle del cielo
bastava un attimo
le labbra ed il tuo seno
Tremava il canto
delle nuvole del bosco
e il buio della valle
il fiume già nascosto
Bastava una carezza
lo sguardo senza luce
le corde ed una foglia
caduta
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Sono nato in un deserto
dove non c’era niente
per accarezzare l’anima
sono rimasto in un cielo
di nuvole senza Dio
dove un temporale scuro
ha spazzato ogni cosa
con il suo vento disperato.
Sono nato nel buio
e nessuno mi ha
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Dietro ciascun battito c’è’ un incendio;
irruente nell’aggrapparsi al cielo
il fuoco d’amore risorge in me
come il sole nel petto dell’aurora.
Identico canto, nella stessa ansia
come allora; un riflesso fende l’aria
affiorando dal silenzio,
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Se parlate d’amore
sputerò sulle nuvole
e su tutte le banalità
che credete di sapere
Se giurate amore
spezzerò la croce
l’unico orgoglio
che credete di avere
E ditemi dei sogni
del dovere di costruire
una famiglia che uccide
le parole e la
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La tua corona di spine
era il dolore
che hai provato
quel mattino d’inverno
quando i sogni
sono morti all’improvviso
ed ogni cosa sembrava
la fine del giorno.
La tua lancia nel costato
erano le lacrime
versate sulla terra
ed il fiore che è
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Picciotti, niscemu!
Cu la testa e cu la saggizza
e nun sulu cu li peri
n’amma fari sentiri
sutta scaccu n’hannu misu...
puri nuatri putimmu parrari
avemu lu dirittu
ma nun pì diri minchiati
unn’amma fari comu chiddi
ca si sentunu ranni
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Quando l’Angelo delle tenebre
ti è venuta a prendere
ti ha dato una carezza
perché ti sentivi sola
e il sole del mattino
era troppo freddo per scaldare
la pelle già morta
di nostalgia per le albe
di un’estate lontana
dai giorni tristi
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Non devi temere
la fine di questo tempo
le ombre che piangono
la pioggia gelata
e i respiri che tremano
un cielo che sa
di una preghiera
sussurrata su una tomba
dove una mano pietosa
ha posato un fiore
già appassito
nell’ora del
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gocce di pioggia
una finestra chiusa
come una foglia abbandonata al vento
un sorriso si alza
da un cielo spezzato
tra le mani
fresche la parole
svegliano il cuore
come erba umida di rugiada
ascolto gli occhi
riempirsi di pensieri
un volto
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Polvere grigia vola su ogni cosa
copre come mantello
vecchi mobili tarlati dal tempo.
Grigio squallore
odor denso di fiori secchi sento,
questa casa ieri odorava di vita
or sol polvere opaca imbianca queste mura,
poggio la mano su tavolo
polvere
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Dovevi avere
già pronunciato quelle parole
ma io non mi ricordavo
di altro che non fosse amore
e ti accompagnavo
verso la notte lentamente
come si fa con un vento
soffiato via con le nuvole
Avresti dovuto
salutarmi con una carezza
o con lo
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Lassù in mezzo ai monti pieni di neve
sei persa tra il ruscello e le caprette
per arrivare da te è necessaria una slitta.
Mi farò prestare quattro robuste renne
autocertificate alla vecchia maniera
la firma tremolante di un matusalemme
funzionerà
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Tentami ma non ferirmi
che in queste notti
la luna non ha pianto
lacrime per noi.
Parlami ma non amarmi
perché ho il cuore
malato di troppi sogni
morti senza un’alba
in cui credere ancora
prima della fine
di un tempo troppo breve
per
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In questa casa
scende la tenebra
e non c’è un respiro
confuso con il cielo.
In questo luogo
il tempo non ha cuore
né pietà per le ombre
che coprono il giorno.
La notte conosce solo
le sue stelle scure
e non ha conforto
da dare alle lune
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E la neve cade sui cuori,
sulle bocche coperte, dai baci
nascosti sotto un telo
umido, azzurro, bianco.
E la neve cade sulle mani,
non possiamo stringerle,
né accarezzare, né raccoglierci
dentro gli occhi che cadono con le lacrime.
E la neve
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