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No' è ccosa ca si veti o ca si senti,
ma è ccosa ca ni faci raggiunari,
cá quannu nu' vulimu usà' la menti
tinimu quarche cosa ti 'mparari.
Toppu ca li pruciessi sontu lienti,
lu tiempu la 'sperienza faci fari;
quannu facimu cranni sulamenti
putimu ti' ca simu luminari.
Però la menti no' pó ffari tuttu,
percé edda faci parti ti 'shtu munnu
ca èti, rispettu all'atru, assai cchiù bruttu.
Sapimu ca lu munnu nueshtru è tunnu
e ca pó puru èssiri tishtruttu
t'la menti ca shta cu lu manna a funnu.
Traduzione
La mente
Non è cosa che si vede o che si sente,
ma è cosa che ci fa ragionare,
ché quando noi vogliamo usar la mente
abbiamo qualche cosa da imparare.
Anche se i processi sono lenti,
il tempo esperienza ci fa fare;
quando diventiamo anziani solamente
possiamo dir di esser luminari.
Però la mente non può fare tutto,
perché essa fa parte di questo mondo
che è, rispetto all'altro, molto più brutto.
Sappiamo che il nostro mondo è rotondo
e che può anche essere distrutto
dalla mente che sta per mandarlo a fondo. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Sonetto classico in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB, CDC/DCD.» |
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