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So' assai li moti pi putì' pruvari
piaceri e tutti nui l'hamà ssapiri.
Ci fannu bbeni o mali hamà capiri
e cuddu ca è cchiù mmegghiu hamà capari.
Li sensi lu piaceri ponnu dari,
ma nu' n'hamà ssapiri cuntiniri,
ci no 'nt'lu vizziu è facili catiri
e cchiù tifficili èti rimetiari.
Hamà ssapì' canosci' lu piaceri,
percé, ci è 'nu piaceri matrïali,
nu' n'hama cumpurtari cu duveri,
cá ci 'busamu ni pó ffari mali.
Pi putì' ddivintà' crishtiani veri
surtantu lu piaceri spirdüali
ni faci tutti uquali,
cá l'ànama è ca vali veramenti
quannu ti fronti a Diu hama shta' prisenti.
Traduzione
Il piacere
Son tanti i modi per poter provare
piacere e tutti noi dobbiam conoscerli.
Se fanno bene o male dobbiam capire
e quello che è migliore dobbiam scegliere.
I sensi il piacere possono dare,
ma noi dobbiam sapere contenerci.
se no nel vizio è facile cadere
e più difficile è rimediare.
Dobbiam saper conoscer il piacere,
perché, se è un piacere materiale,
noi dobbiam comportarci con dovere,
ché se abusiamo può farci male.
Per poter diventar cristiani veri
soltanto il piacere spirituale
ci rende tutti uguali,
ché è l'anima che vale veramente
quando di fronte a Dio saremo presenti. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Sonetto caudato in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema:
ABBA/ABBA, CDC/DCD, dEE.» |
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