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Fuggi, nel bosco di betulle
i rami protendono le mani;
fuggi, il passo si fa molle
al ringhio famelico dei cani.
T'accasci sulla gelida terra,
preghi invano che si spalanchi
fuggi, ma il terrore ti afferra;
non chiudere gli occhi stanchi.
Come cedono gli esili tronchi
ricordi l'eco straziante dei tonfi,
delle grida e degli arti monchi;
non chiudere gli occhi gonfi.
Puoi sfiorare il cielo con le dita
ma ti fermi, al finire della selva.
Dal filo spinato, trafitta e tradita,
pende il frutto che sfama la belva.
Cadi stanca tra le cadute foglie
sarai legna da ardere al rogo,
di lacrime nutri le tue spoglie
invano, ne fiorirà solo fuoco.
Per gli orrori da voi sopportati
sia a voi la terra nei fossi lieve,
per i corpi dalla morte strappati
sia a noi il vostro ricordo greve. |
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«Birkenau, il noto campo di concentramento, deve il suo nome al bosco di betulle a cui era affiancato. I soldati nazisti non lo abbatterono in modo che i detenuti pensassero che fosse possibile fuggire attraverso il bosco.» |
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