Genero venti forzando i pensieri a circolare,
mentre scosto frange di nuvole
roteando lo sguardo
sopra le mie fronde.
Dal ventre del buio
lascio salire il suono del silenzio,
a sbocciare di verde
il profumo luminoso del giorno.
Ho riposto sogni su scaffali troppo alti,
- disse il ramo al sole -
Li ho trattati come fragili lacrime di rugiada
da sfoggiare nei momenti importanti,
lasciando che la linfa scorresse
senza godere della preziosa trasparenza
di ciò che già mi germogliava addosso.
Ho desiderato sradicarmi dalla terra,
della quale mi consideravo prigioniero,
per poter cercare altrove
ciò che non ho saputo vedere dov'ero.
Ma adesso che mi guardo dentro,
mi vien voglia di salire da te
a prendere quei sogni
per vedere se la polvere dell'inedia
li abbia definitivamente sepolti.
È quello il rischio che si corre
a riporre la cassaforte in cielo:
va a finire che in terra
concimi gli incubi con i tuoi sospiri,
mentre le tue aspirazioni
frutteranno in altri lidi:
nelle radure di chi,
alla sicurezza dell'eternità,
ha preferito tenerle a portata di ramo.