Focu ardenti di Santo Grasso (Dialettali)

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Focu ardenti

Dialettali

Si fussi n’arbuliddu ‘i gelsuminu
pi billimentu, avanti ‘u to’ purtuni,
saria filici quannu ogni matinu,
vidissi ca t’affacci a lu barcuni.

Ma quannu ‘u celu ‘i stiddi fussi chinu
e cu ‘a luna misa ddà pi lampiuni,
cu ‘i rami me’ ca fannu oduri finu,
m’arrampicassi ‘nta lu finistruni.

M’avvicinassi a tia ‘nta lu cuscinu,
mentri a Morfeu li to’ biddizzi duni
‘ntra li linzola ‘i sita e riccu linu

e trattinennu li me’ suspiruni,
lassàssi nni li labbra to’ rubinu
lu focu ardenti di li me’ vasuni.

TRADUZIONE:

Se fossi un alberello di gelsomino
per rendere più bello il tuo portone,
sarei felice quando ogni mattino
vedrei che ti affacci dal balcone.

Ma quando il cielo sarebbe pieno di stelle
e con la luna messa lì a far da lampione,
con i miei rami che fanno fine odore,
mi arrampicherei nel tuo finestrone.

Mi avvicinerei a te fino al cuscino,
mentre a Morfeo doni le tue bellezze
tra le lenzuola di seta e ricco lino

e trattenendo i miei profondi sospiri,
lascerei nelle labbra tue rubino
il fuoco ardente dei miei baci

Santo Grasso

27/06/2013 21:40 5| 3405

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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Commenti di altri autori:

«E' una meraviglia questo canto, ne percepisco a distanza il profumo del gelsomino che inebria e la bravura del poeta a scrivere così bene in siciliano rende i suoi versi un'autentica opera»

Pierangela Fleri (27/06/2013)

«Una poesia in vernacolo davvero bellissima...
Un dolce canto profumato d'amore e dolcezza...»

Melina Licata (27/06/2013)

«dolcissimi versi di un delicato amore, bella la chiusa»

mollimra (27/06/2013)

«Forse è proprio vero che non si possono scrivere belle poesie tutti i giorni. Questo eccelso poeta siciliano ci fa aspettare anche mesi prima di donarci una sua nuova composizione, ma quando decide di farlo possiamo essere certi che si tratta di una delizia. Vedo il contenuto di questo perfetto sonetto un po' come quello del "S'i' fossi foco" di Cecco Angiolieri, ma al contrario: non c'è astio né ribellione, ma soltanto l'espressione di un grande amore, con una donna talmente fascinosa da fare invaghire di sé perfino un albero!»

Antonio Terracciano (28/06/2013)

«Non so se è più bella in dialetto o in italiano, tanto
prende e avvince coi dolci e maturi versi.
Un solo appunto -
- ma quando il cielo fosse pieno di stelle... come in vernacolo è giusto
- quannu 'u celu 'i stiddi fussi chinu.
Bravo!
-»

poeta per te zaza (28/06/2013)