Scrigno senza tempo, inutile
negare che mi manchi.
Eri prigione di tormento, con sbarre
di cioccolata, e lì il piacere
non bastava mai.
Parevi immerso in un silenzio
surreale, l’affanno selvaggio
e le grida
scomposti in riflessi profumati
evaporati dalla terra
assorbiti da corpi
in battaglia: reciproca tempesta!

Mi sembra nuvola
leggera e lontana
tratteggiata appena
tra le tende del treno,
e mi sembra cielo,
(altrettanto lontano)
quel cuscino blu
d’un assedio d’amore.

S’impigliavano tra i tuoi capelli
d’oro, le unghie consunte
bramanti di fuoco,
vi scorrevano nascosti i desideri
d’altre età,
vi si nascondevano appena
brandelli di carne
viva
ancora inesplorati...

Per la profezia
dei sogni, tutte le favole
ritorneranno favole, anche la nostra
avrà lieto fine, e quella nuvola
si scioglierà
nel sole.

Si fermerà il treno,
tra i binari all’orizzonte
saranno stelle,
- o forse nubi -
che importa?

Per noi la notte
sarà di nuovo
amore.