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| La musica di un concerto,
il silenzio di un deserto,
io sono in un angolo
eppure nell'immenso,
sono qua che penso
di fuggire,
di allontanarmi dal morire
anche solo un miglio
verso l'oceano della pace,
io sono tuo figlio
universo dove tutto tace.
Attraverso le porte della percezione
E scrivo una canzone,
che sia prigioniero
o un soldato di ventura,
che sia leggero come un gabbiano
o ancorato a terra pieno di paura,
scrivo una canzone
che profuma dell'emozione
di essere liberi
come figli del vento
sull'oceano della pace,
nell'universo dove tutto tace.
Sono qua che resisto,
in mezzo al fragore io esisto
con i miei silenzi,
tu ancora mi pensi
nella notte senza sonno
dove non puoi perderti
in un dolce sogno,
dove con gli occhi lucidi
scopri il confine
delle tenebre con il giorno.
Ma il tuo pensiero
Mi dà la forza di andare avanti,
le ombre minacciose
ora sono più distanti
e scrivo questa canzone
dove siamo fiori
al refolo di maggio,
nel mare d'erba
dell'eterno coraggio.
Sono qua che penso
Di fuggire,
di allontanarmi dal morire
anche solo un miglio
verso il cielo di vermiglio
nei pomeriggi dell'inoltrato aprile,
dove non sono più così vile,
e leggero come un gabbiano
volo nel cielo dove tutto tace,
planando sull'oceano della pace.
Sto qua con l'animo ferito
Ma il gabbiano che è in me
È già lontano fuggito
Nel cielo di nuvole scarlatte vestito,
sto qua che mi riprendo la vita piano piano
aiutato dalla tua mano
che senza timore si protende
nel vento di pace che attende
un nostro volo sincero
sull'oceano di pace del nostro pensiero.
La musica di un concerto,
il silenzio di un deserto,
io sono in un angolo
eppure nell'immenso,
sono qua che penso
di fuggire,
di allontanarmi dal morire
anche solo un miglio
verso l'oceano della pace,
io sono tuo figlio
universo dove tutto tace. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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