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Nei labirinti dell'alienazione
Nei consueti circuiti cittadini
Uno uguale a due, e l'anima si sfoglia,
Due uguale ad uno, e il corpo si desquama.
Ma io sono l'uno e sono il nulla: io sono
Guscio e gheriglio d'un'anima morta,
Non posso che gustare la mia stessa
Polpa che specchia in un cartiglio l'uomo
Erebico, dal petto colla spocchia
D'un pugnale estirpare il cuore infetto
E tra copiosi rivoli di sangue
Divorarlo: sul vertice m'innalzo
Al sacrificio ascendo, salgo e salgo
Su in cima alla piramide... balenan
Nel mio occhio un sole mille soli intere
Galassie di Follia... sono l'assolo
Stonato che sul nulla impera, mago
Senza incanti sul vertice del vuoto.
L'immensa vacuità della Natura
In un piatto color madera miro
Su dalla cima sciogliersi: è ancor vivo,
È già morto il dio Pan? Che importa, tanto
Son io un'anima morta, sulla pelle
Mia d'iguana s'addensano batteri
In moltitudini violacee. O Vita
Straniera, bevi tu sola l'amaro
Calice, e sulle tue spalle la croce
Porta: di nulla a me cale di nulla
A me importa, che in coppe d'oro io beva –
Coppe di teschio di foggia contorta –,
Io sono un'anima morta e gustare
Voglio la mia sola polpa. La luce
Vieppiù abbacina l'occhio mentre salgo,
Seco conduce le ombre che ad aureola
Informa la mia mente bizantina
Nel suo delirio azteco: sangue! sangue!
Ancor più sangue voglio ora che sono
Sulla cima, che a fiumi giù dal cuore
Scorra il sangue, fin nella bocca oscena
Ove incolore già a sbocchi tracima.
Lasciate che m'addorma in un cantuccio
Baloccato di lussi multiformi,
Sono un'anima morta, io: le mie spoglie
Lasciatele così, mentre ebbro e folle,
Da me creato di me gran sacerdote,
Tra il frullo di deformi foglie e monchi
Singulti del mio riso tronfio e molle,
Il vento celebrando salgo e salgo
Su in cima alla piramide, al mio trionfo. | |
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Pan23 |
17/11/2010 02:04| 1450 |
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«Da "La Morte siede alla mia tavola".» |
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