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Poesia sul tema Gli occhi della notte
Notte: d'inchiostro lucido era quella
Notte, notte primeva, e il nerofumo
Sulle nevrosi insonni come macchia
Di vapore mostruoso si spandeva;
Sulle inquiete vigilie di bambagia
Di un'umanità vergine e fanciulla
In rivoli ricurvi si spandeva,
Stesa per valli rarefatte. Notte:
La più remota e oscura d'un remoto
E frigido solstizio, lunga notte,
Più lunga d'una statica pazienza.
Allora repentino Zos apparve,
Quando inatteso, ai margini negletti
Di quelle occidue valli, da un budello
Senza fondo corona di falesie
Romite e corrugate – lo sfintere
Magistrale del Mondo – partorito
Egli fu, e con veemenza in alto espulso,
Tra gemiti blasfemi, verso l'aerea
Nudità. A tale vista, dalle altezze
Siderali la danza delle Pleiadi
S'agghiacciò, e prese come lampeggiante
Derviscio ad infuriare su quel volto
D'impietrato cuoio nero. Cadde, cadde
Zos sull'impervia gleba con effetto,
Ricadde quale missile spaesato
O quale agente infetto, sopra il globo
Che l'aveva poc'anzi generato.
Pastor di capre prima e contadino
Poi, lì rimase: senza gaudio, chiuso
In trappola. Di molti soli e molte
Lune di cui smarrito aveva il conto
L'alterno susseguirsi dal suo esilio
Contemplò. E vide scorrere, sotto occhi
Di disincanto pieni ed inesperti
Ad un tempo, torrenti d'acque magre
O abbondanti, ma sempre evanescenti;
E su esse, evanescenti pure, molte
Filosofie scorrere, e molti credi.
Da quella notte in cui fu vomitato,
Arcaica e immemorabile, per tutto
Il lento corso d'ere note e ignote,
Zos scrutava il notturno firmamento,
Perplesso. E in ogni notte di solstizio
Commemorava il proprio genetliaco,
Ierogramma cercando o cifra vaga,
Ostinato: elisir che forme piatte
Sciogliesse. L'Unità in guisa di mille
Preparati galenici. Che paga
Quell'insoddisfazione sua rendesse. | |
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Pan23 |
06/11/2010 00:29| 2171| |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Tratta da "La Morte siede alla mia tavola".» |
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