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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Le 52 poesie pubblicate il giorno 26/04/2017
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macchie di nero, amalgama di carta
e di pensiero in gradazioni d'ombra
nel luogo dove il no non si pronuncia
e non si
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Che c'è bambolina stanotte sei strana
ti giri e rigiri poi sbuffi perché nei tuoi sogni
un bel principe azzurro guatando ti sta
ma tu bambolina vuoi speranze più audaci
tu sogni carezze di mani con unghie laccate
che sfiorino
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| Non offendete, vi prego
la mia sensibilità
con la vostra falsità.
Falsità che vi rende
ombre di voi stessi
come funghi secchi e rattrappiti
sotto i cipressi.
Quella falsità
dell'odierna società
in cui i
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| Costante presenza, invade la testa.
L’onda del mare, avanza verso di me
in un riflesso di luce stellare.
È scesa la
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| Certi pensieri sono
finestre chiuse al sole,
ombre di rumori
opachi e avari.
Tra mostri ostinati
di oscure battaglie
gli uccelli muoiono,
ma io sono scimmia
e per me le bandiere
sono foglie
che ballano al vento.
Io sono scimmia,
non conosco
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Passeggia il mio dolore a piedi nudi
sull'umida battigia dei pensieri
bagnata da perle luccicanti.
Mi spia il
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Una vite potata
con verdi pampini
e piccoli raspi
solitaria appare,
così ella s'appresta
ad ingentilir
nella bella stagione
il muto viale.
Ora qui nulla è in vita
più nulla intorno,
né piante di
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| Ho l’impressione di conoscerli
quei suoi occhi mai visti,
altalena di sensazioni
che regalano vento sulle ciglia
e contraccolpo sulla nuca.
Abitano la Possibilità,
una stanza mai esplorata
dalle grandi finestre che danno
sull’immaginazione
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Piccolo talento dalla manina fatata
rivela per gioco trasparenti sensazioni,
s’accende creatività nell’anima e nel cuore,
quando sguardo si posa sul foglio e colori.
Coglie la luna nel suo bianco mantello,
girotondo di stelle son fatine
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I pappi o come li cantò in Maia
il vate della Pescara di Fiume
di Gardone, Gabriele il grande,
quei frutti piumosi della viorna
festosi lievi danzano nell’aria
e poi dopo la caduta il suolo
ricopron di bianco niveo manto
che piede poco
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L’anima spalancò
la dolcezza dell’amore
e intrecciò le radici
di un mondo migliore
Tu mi dicesti
che fu la rosa la
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Ali di farfalla
tarpate
tra pieghe
di impalpabile tulle
aspettano di risorgere.
Chi ti insegnò figlio
la stoltezza
del possesso?
è dominio che soffoca
come severo corsetto
ornato a fiocchi di raso
a impedire il canto.
Ora uno sbiadito
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È macabro
il gesto che spegne
chi hai amato,
l'assenza
è arido solco
che amalgama il fango.
E' macabra
l'ombra che la mano
non può sfiorare,
ha la tristezza di chi smemorato
ha scordato il suo nome;
Blu è
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Veste la primavera d'un gran verde
i prati e le colline qui dattorno,
va la mente festosa e poi si perde
accanto a un gran fiorire, è nato il giorno.
L'attimo sembra duri e non si sperde
in rivoli diversi, ed io già torno
ridente
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Si può aspettare una vita
l’arcobaleno uscire dagli occhi
dipingendo dei propri colori
il nero della solitudine
un tuffo di luce
l’anima di carta
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Appesi per gli occhi versandoci l'oro
-come in clessidra-
di un sorriso che migra nel turbine
del vento a sedare fuochi
Parole sparse come fiori recisi
- al centro della tavola- ordinati nel vaso
Le abbiamo portate in salvo... con noi
dentro
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Se solo tu sapessi
quanto grigio c’è nel mio cuore
spalancheresti porte e finestre
pur di fare entrare
un solo raggio di sole.
Se solo tu sapessi
quanto amaro ingoio
per il tuo silenzio
muteresti in ape
pur di addolcire
la mia
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Ferite oscure
opprimono la
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Sui gradini di pietra
di quella casa ormai vecchia
pensieri lontani,
mi tornano alla mente
quando li scendevo molto in
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Io, maestro, son poco diligente
tua luce inglobo ma costantemente
si perde il lume nella distrazione
di un lavoro in
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La sera lenta decresce
pallida la bruma
denso il nero cerchio
dei ricordi svaniti
Non trema più il vento
dopo che sei andata
via con le nuvole
dell’ultimo giorno ingrato
Le stelle esitano l’istante
i messaggeri alati
han deposto le
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Bianca corona, spargi soffi aulenti,
aprendo alla luce raggi carnosi,
mostri a ronzanti bombi pistilli succosi,
vengono
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Cosa accade al cavallo che corre
sul duro selciato e scintille d'oro
dai ferrati zoccoli volano lontano?
Cosa vedono gli
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Aspetto il vento...
ecco che mi fischia
una favola d'amore,
poi ti cerco nella valle
che si inginocchia
davanti a mille stelle.
Seguo un tuo sorriso
che è nato per me
e lo voglio cogliere
come il frutto più buono
della mia amata
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Il vetusto passato ci ha modellato
su stampi giunti da lontane stelle,
adamitiche creature in calde serre
con le radici piantate per terra
e pupille dritte verso un punto di luce.
Un tenue bagliore offuscato da velate nebbie
che contiene il seme
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Sfumato lento
il mio colore,
l'andamento della pena,
un aquilone,
un papavero mai nato,
uno specchio
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Di quella strana voglia d'abbronzatura
decisa a una mostra di pittura
con la classe operaia ormai in disuso
come la moglie del compagno.
Attraversa mari con la sua barca
il marxista di puro cuore
degno erede di un traghettatore
che si è
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| Ti ho amata
con tremito e slancio
di cuore
pensandoti
il giorno e la notte
desiderandoti
vicina e
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non sono stato ucciso dalla morte
per strano destino, nato da un’altra parte
nella tua lingua, che parola è: la sorte?
il mio paese...è più facile volare su Marte
che provare a spiegare il dove, il come
è lì
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Il passo assente
è un moto vuoto,
vulnus dell'essente
che muta in mondo ignoto,
una digressione vitruviana
della gabbia umana,
uno spazio obliquo nell'anima cosciente
o demone cogente;
un gesto verticale
senza foce,
che sbatte
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52 poesie pubblicate nel giorno 26/04/2017. In questa pagina dal n° 9 al n° 38.
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