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Le 27 poesie pubblicate il giorno 29/01/2019
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Piove solitudine
nella buia notte,
oscura più del freddo sguardo
dell’indifferenza.
Il domani attende
fuori dalla porta,
appena socchiusa,
su scarpe infangate e stanche.
La nostalgia incombe
come un dolore sordo,
su nuvole sbiadite
nel
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Spogli la mente
se vesto solo di
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Muto le forme
ma non la sostanza del tempo
e resto in attesa
di qualcosa d’antico
Trovo le parole
ma non i riti più oscuri
che mi permettevano di cogliere
l’ombra dei sogni al tramonto
Cambio le nuvole
al mio cielo di cenere
sperando in una
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Mi sentu vacanti
comu ‘na rasta senza sciuri
quannu ti vardu
e senza sciatu restu.
Si iapri u me cori
comu a vila janca ri ‘na varca
quannu ri ‘npuppa ammutta u maistrali
e ti vardu ancora cu st’occhi ruci
senza sciatu e senza uci.
Caminanu
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| Ogni mattino
L’aurora mi sorprende
ancora sveglia.
E mi domando
fino a quando...
fino a quando?
Perché questa agonia
mi consuma
piano piano
e vado lontano
si, vado lontano
Col mio pensiero
stanco di vagare
volo dentro a un imbuto
piango
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| Esco da me stesso,
seguo il fiume dei sentimenti
che scorrono nel mio mondo.
Prendo la valigia vuota,
vado ai desideri
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| Correva scalzo
un apostrofo gioioso
pensava ad elisa
di vocale gentile
quel gruppo speciale
che sempre cede
in
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C’era la primavera
nel tuo sguardo
colori d’emozioni
mi tremavano nel cuore .
Uno sguardo
colmo
di dolci
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Ti racconterò di come il vento
entra nelle tempie
e scivola sui vestiti spessi
mentre attraverso
crocevia di passi stanchi
e risalgo ipotetiche vite.
Ti racconterò di quando andai
incontro al mio presente
e senza paura alcuna
feci mille
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| Dipingo
un sogno nel soffitto
e rinserro
dentro il mio cuore gelido
brandelli di suasioni
e pezzi
di like e apologetica:
sospirini di plauso
e di ovazioni al miele,
oltre lusinghe
encomi
evanescenti spruzzi
di riverenze.
Tra osanna e
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| Giovani fiori di tenere spine,
freschi profumi della carne,
lancinanti ferite d’esistenza,
già vecchi nella speranza.
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| E’ l’alba di un nuovo giorno che muore.
Raffiche di vento gelido lacerano la neve.
Un esercito di foglie morte marcia
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| S’ammanta bianca la neve sugli occhi
e chiude pupille e mani fredde di colore.
Calda, la coltre candida avvolge le fiaccole
di case assolate di luce e di pensieri.
Copre il cielo sereno
e racconta gesti di vita
che riconoscono il sole.
Silente il
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Io non so se
dentro quella ruga
all’angolo del viso
ci stanno tutte le sbucciature
alle ginocchia
di quando ero bambina
o le lacrime degli amori impossibili
nei giorni da ragazzina.
Quel primo abbraccio alla vita
filiale perpetuata e
la
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Spesso il tempo ci rende schiavi
nel crepitio di un’attesa
che allunga le sue ombre nel cortile di casa
e s’infrange sulle aiuole vermiglie
ai bordi del prato
posandosi poi sugli arbusti
di giovani agave, piantate in fila indiana.
Rimaniamo in
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Arde rosso il ciocco nel camino
di caldo tepor gode la stanza
ma freddo è l’animo del vecchio
lì vicino che sospira che non
vi è fuoco che lo possa
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| Se mi fermassi
e di questa ragione
riuscissi a trattener il tempo
forse il cuore mio per una volta
sarebbe libero di
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Ho abbandonato
quello che cuore era
ancora che pulsante
insisteva nell’esistere
ai margini estremi
della mia felicità
era il tempo
e lo spazio
attorno si torceva
ora nel rimpianto
del passato
che alla sera
volgeva
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| In anse mute d’estasi nascoste mi chino
a brancolar nel buio della vita, volteggiano
gli occhi a ritrovar la luce, in danze sensuali
e coinvolgenti
Do voce a ciò che tace, m’inoltro tra le corde
dei miei giorni a testa alta, cerco
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Tutto quello che devi fare è fingere
fingere di stare al gioco
fingere di essere vero, di porti le domande
fingere di amare e di odiare
fingere di partire e poi fingere di tornare
fingi di essere importante
fingi di fingere, continua instancabile a
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Discosto” gli scuri” della vita
dallo sguardo
reso impenetrabile
da un forse appena d’un ricordo
E nell’aritmia d’un
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“M’hai lasciato sull’altare
senza alcuna spiegazione,
ho subito in quel momento
la più grande umiliazione!
Dopo dieci
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(ti guardo e volo)
Mi basta
chiudere gli occhi
e vederti accanto
mentre cerchi le mie mani
disperse nel vuoto...
E abbracciarti,
legandoti a me,
con fili di luna
con i miei occhi
immersi nei tuoi...
Poi
sognare
infiniti di luce
e
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Drowning in chaos:
tutt’intorno l’infernale coacervo
di miliardi di atomi di elettroni
di protoni di voci di coglioni
che si scindono
s’incorporano
si riproducono
svampiscono, folli.
Un chiodo affisso nel tapis roulant
del tempo – metafora
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| Volavamo...
lasciando all’improvviso
la mia mano
mi avresti spiaccicata al suolo
e calpestata
come un insetto fastidioso,
ma le mie ali,
fortunatamente,
mi hanno salvata
spingendomi più in alto.
Ed ho capito che
fidarsi è bene,
ma non
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Quassù è tutto piccolo
il mondo e quella gente
e come su un trabiccolo
si sta precariamente
ma spero che la stella
sfiorata con le mani
sia finalmente quella
lucente del domani.
Tutto laggiù sul piano
tra alberi e cemento
scompare ed è
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