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Le 46 poesie pubblicate il giorno 26/01/2019
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La fonte dell’amore
ha paura di aver paura.
Mastica piano
il cibo dell’anima,
appende alle pupille
i baci delle
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I segni lasciati dal tempo svaniscono
là, dove la bellezza di una storia
ti toglie il respiro,
e qualcuno ha lasciato un ricordo appeso al sole.
La maestosità di un corpo di cemento
s’anima, ad ogni tocco di campana
che diventa la sua voce,
e
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Non chiedermi perché
ho indossato ali di farfalla.
Muoio di desiderio
di posarmi sulla tua linfa
e di tuo nettare nutrirmi.
Non domandarmi perché
voglio possedere la tua bellezza
baciare petali vermigli
mentre musica di tramonto
delimita
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Caccia lontano i pensieri cattivi
illuminando come fosse un faro
anima e stimola l’essere vivi
con avvolgente e fasciante riparo
genera all’anima il suo batticuore
che fa pensare che tutto si aggiusta
con tenerezza che esorta il fervore
dando
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Come schegge scintillanti sulle cime dei sassi
proiettiamo luce,
di lune e tramonti,
accoccolata la notte nega l’amore
annegato tra le strade di New York,
così familiari, ormai
- Central Park oggi è neve -
Sulla quinta strada cortine di
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Oggi di quel dolore, gigli nella terra.
Del tuo abbandono accecano gli scheletri.
Ogni prigione una fossa nella pioggia.
Raccontami ancora delle tue allegrie,
della quiete nei giardini d’Europa,
dove si spaziava dal mare alle praterie.
Quando
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Sento il freddo della morte
ho nel petto il tuo terrore
odio e morte senza senso
atto immenso di dolore.
Hai distrutto
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| Impresa ardua coltivare l’amore puro
quando la vita piena
di stereotipi illusori
governati da Pluto
ne minano
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| Nell’aria frizzante della sera,
mi lascia il giorno,
agli immaginari pensieri
che non tutti provano.
Mi vedo
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| E’ a sprigionare grazia pronto il gatto
in qualunque occasione: insegnamento
pare che voglia
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Sono trascorsi lustri
e il mio paese è ancora lì,
la stessa campagna
con il sole rovente
che accende gli occhi
mentre gli alberi regalano
l’ombra a passerotti
che non hanno più voce.
Cosa resta del mio borgo
così tanto amato:
la fontana di
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Solo per Te
che leggi i silenzi
sull’arena del Cuore
e sciogli tormenti
come neve
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| Collina a me cara che segni
l’orizzonte dal mio affaccio,
dove miro vestire stagioni
sul dolce declivio di coccio
Trafitta da tre croci di vento,
spettri su un Golgota spento,
impalate a corrompere il cielo.
Solo la nebbia col pietoso velo,
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| Vedi questi nervi,
sono corde di vecchie ancore adagiate sul fondale,
eredità di nodi che non sanno più legare.
Non è più tempo di servire alle vostre tavole senza sedie,
non sarò più io ad imbiancare i vostri volti scuri,
non guarderete più a me
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| Sembra tardi, a volte, per desiderare
o solo troppo tardi per ricominciare,
ciascuno prigioniero di confini
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Voglio il dominio su tutta la mia vita
per poi volare di fiore in fiore
e salire su ogni nuvola
sempre più in alto, come fossi un aquilone...
Conto su di te affinché mi possa indicare
quella via che dalle alte vette scende
come neve a valle, o
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Tra le ombre
il canto di un corvo smarrito
lontano dal bosco
dove la città nasconde silenzio
Tra i rami di rovo spezzati
ricordo di un dolore
le punte di spina
in cerca di nuove carezze
E le foglie argentate
che l’inverno ha
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La parola vita ricorre,
rimbalza sul cuore,
come eco dell’anima così è il suono delle tue ferme parole
agli occhi che provano nostalgia e s’intrufolano in mezzo al cielo che ti accoglie.
Ogni data di compleanno, ogni festa che ritorna,
riporta
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Suona
come una parola
che taglia e cattura a metà
il cielo e la città.
Suona, un altro rintocco
che prende e ama
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Annidata su quel vecchio campanile,
di quell’immensa città di New york,
il suono della campana stonata,
s’innalza al di sopra dell’inganno.
Squilla oggi la tua coscienza;
non è più al riparo di quel lampione,
di quella morsa al cuore,
che
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| Trovi tutto
anche il destino
tra le pietre unte e smesse
frasi colme di promesse
il sudore della vita
il silenzio dell’attesa
le sue scale all’infinito
verso il cielo
in braccio a Dio
col suo antico scampanio.
E’ sicuro che domani
ci saranno
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Sarebbe troppo bello spazzare via l’inutile
archiviare percorsi come pratiche
dentro cartelle gialle
e rinominarle in modo chiaro
(un oggetto caro un animale
un petit mot a ricordar l’amore
o un evento un po’ particolare),
per non sforzare
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Il lavoro delle suore è pregare
nella chiesa che è utero di Dio
il corpo dell’ebreo Cristo.
Ogni grano si sente coccolare
come sentissi il fruscio
di un cuore che sfiorisce.
Movimento lento è pregare
movimento studiato è pregare
movimento
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Ti amo nel tuo essere interiore
amo il profondo segreto che sei
amo l’oscurità nei tuoi occhi
il mondo che
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‘Sta storia narra, de ‘na Merla bianca
che a Gennaro, stava rintanata,
in de la nicchia de ‘na quercia stanca
che
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fiore del sogno
ricamato di nonsensi
su sbavature di ossimori
sequenze di figure
daliniane
uscite dalla bocca della
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La prima rampa
sale verso il sole
la seconda verso il mare
la terza verso l’incertezza
che il vento trasforma in
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Questo è il Tempo de’ Morti sofferenti,
la nebbia delle lugubri Messe,
il cielo delle rondini lontane.
Questo è lo
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In quegli amari graffiti di silenzio
aggregati a realtà di filo spinato
s’attardano
in composte file
brandelli di carne
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Giorno di pioggia
oggi
intensa
ininterrotta
a dar alla mente
momenti d’abbandono
nel suo vedere
al di
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46 poesie pubblicate nel giorno 26/01/2019. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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