Parole, parole confuse: Le cerco all'interno di una bottiglia di birra e arrivano da sé;
alcune le vedo rotolarsi ubriache in mezzo alle bollicine, altre nuotano, schivano pensieri che non vogliono abbordare e si librano all'interno del vetro con la stessa leggerezza dei palloncini colorati e gonfiati a elio che si innalzano nel cielo. Me le bevo, mi ci nutro, poi, vomito versi strampalati come fossi un illusionista che estrae dal cilindro uno stormo di colombe disorientate.
Le parole sbronze, folli, volano sopra le teste che guardano in alto; certe, disgustate dagli atteggiamenti di qualcuno, gli lasciano cadere escrementi sulla fronte, altre, accarezzano il cuore di chi sentendole sue si è lasciato rapire un momento.
Hanno ali splendenti, fiammeggianti e sfrecciano schiantandosi verso muri di realtà ben diverse da quelle del sogno; sono muri di realtà che potrebbero annientarle o farle diventare briciole, sono verità avverse che tuonano dall'alto e dicono:
“ povere, misere parole, cosa vorreste cercar di fare? Vorreste cambiare il mondo e renderlo simile il più possibile alla visione di chi vi ha generate? O forse vi accontentereste solo di comunicare sentimenti che possano ampliare l'anima di qualche fedele lettore? Bé, sia come sia il mondo non si cambia, potrebbe solo peggiorare, la libertà è un ideale che non esiste, dite a chi vi ha scritte che se lo metta in testa e ringraziate il vostro Dio già solo se riuscirete a emozionare ancora una manica di stolti! Non arriverete più a toccare il cielo a cavallo di unicorni alati e non inonderete più i cuori di nessuno sciagurato che in voi aveva posto fiducia!”
Così, queste povere colombe sbronze del pensiero, affrante dalle avversità si infrangono, cadono a terra, producono schegge da cui nascono dei vaffanculo, dei versi da marciapiede, versi vicini alla crudezza dei fatti e si amareggiano all'eco del tuono che le vorrebbe defraudare della musa...
... ma... la vita tornerà a battere come un tamburo che pulsa e se ne frega del resto.
I voli del verso esploderanno con una nuova forza, vibreranno nella pagina e si plasmeranno ai ritmi del mondo e del respiro senza pretendere nulla in cambio. Le corde del liuto d'oro riprenderanno a suonare, sgorgherà una musica improvvisa e dalla potenza di quel canto ravvivato, (indipendentemente da ciò che potrebbero o no lasciare) le colombe muteranno in sobrie aquile dei nembi.
Qualcuno là fuori ha litigato con il sole, non so, forse no e questo brano è una bolla di sapone.