Certo, il percorso della vita di Stefano era stato tortuoso, accidentato sin dall’ infanzia, raggiungendo il culmine nell’ età adolescenziale. Inseguiva sempre l’ amore per colmare il vuoto che sin da bambino provava, sognava spesso di cadere dal cielo e di non toccare mai terra, qualcuno diceva meno male, ma non era così per lui, avrebbe preferito sfracellarsi al suolo piuttosto che cadere nel vuoto infinito per poi svegliarsi annaffiato dalla sua pipì, la paura, l’ angoscia che provava ovviamente era insopportabile per l’ età e per le grida della madre che gli diceva che se continuava con le piscia lo avrebbe fatto mangiare un topolino grigio. Terrorizzato, la mattina al primo risveglio si controllava le mutandine e il pantalone del pigiama prima che arrivasse sua madre, certo, l’ ansia lo divorava. Col tempo questa fase passò, riuscì a trattenersi di fare pipì a letto anche se continuava a cadere nel vuoto cosmico senza toccare terra. A l’ età di dieci anni cominciò a guardarsi attorno, ma poco o nulla gli interessava, stava sempre in solitudine, giocava con tappi di gassosa e biglie di vetro fin quando un giorno non comparve in lui il desiderio di relazionarsi con il sentimento dell’ amore per l’ altro, in particolare con le ragazze che naturalmente le apparivano mansuete, docili e sensibili, complete di ogni bellezza da lui rivestita, depositata. Provava amore per tutte, e proprio per questo non riusciva mai a far confluire in una unica persona l’ amore che provava. Molto timido, cercava con gli occhi negli occhi dell’ altra l’ affetto, bastava uno sguardo e il cuore gli scoppiava nel petto, gli tremavano le gambe e sudava, per questo stato di agitazione in verità riusciva poco nella comunicazione.
Il primo bacio.
Ricevette il primo vero bacio all’ età di quindici anni, era un giovanotto, si portava magro nel fisico, gambe snelle e assottigliati lineamenti del viso, occhi luccicanti. Conobbe per caso, mentre percorreva la solita strada di sempre che dava nell’ agorà del passeggio, una ragazza di nome Marinella, molto spigliata, con capelli biondi, camicetta bianca sbottonata dove si intravedevano i seni, gonna corta e rossetto rosso fuoco sulle labbra, questa, era molto più grande di lui, a dire il vero, fu lei che corteggiò lui, e dopo una lunga chiacchierata lo invitò a una festa in comitiva, Stefano accettò con entusiasmo, contò i giorni mancanti all’ evento della festa con trepidazione. Il sabato giunse presto, Stefano si vestì a festa e col cuore in gola raggiunse il luogo dell’ appuntamento, Marinella lo aspettava da poco tempo, indossava una gonna blu pieghettata corta e la solita camicetta bianca trasparente. Camminando svelti raggiunsero il luogo della festa, questa, si svolgeva in un vecchio palazzo nei vicoli del Cavone, nei pressi di piazza Dante in un vecchio palazzo quasi disastrato, buio, al quarto piano dell’ edificio. C’ erano molte persone, ragazze e ragazzi per lo più, studenti alle prime armi con i passi del ballo, timidi e brufolosi, proprio come il nostro amico Stefano. Si ascoltava all’ epoca canzoni dei Beatles, di Battista e di vari gruppi musicali, in particolare ai ragazzi piacevano i balli lenti, per il semplice motivo che concedevano a loro di stringersi e sbaciucchiarsi. Quando la festa si riscaldò, Marinella invitò Stefano che se ne stava sempre seduto in disparte da tutti a ballare un lento, la canzone era di Battisti, faceva sognare, viaggiare … Le luci nella stanza erano soffuse, il ritmo del cuore del giovane Stefano quasi si udiva, Marinella si strinse a lui in un abbraccio serrato, presa, dal trasporto della musica strofinava il ventre sul corpo basso di Stefano, certo, non si ritirava il ragazzo, poi, tutto accadde in un attimo, guardandosi, si ritrovarono entrambi con le labbra, con le bocche semiaperte unite dalle loro lingue bagnate dal desiderio. Il primo bacio fu per Stefano un incendio corporeo, fu la scoperta dell’ amore carnale:
Che mi succede,
il cuore esplode come una stella gonfia.
E’ saturo di combustibile ...
Scoppia tra mille atomi di luce.
E’ una stella che finisce,
no, mai;
E’ una stella che si espande.
E’ ricco d’ amore, grazie a Dio. |
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