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Sacrificio d’amore

Amore

SACRIFICIO D’ AMORE

L’ inverno era arrivato all’ improvviso, ed io mi sentivo molto depressa. Il pensiero di avere davanti a me tanti mesi di freddo, e di grigiore, mi riempiva l’ anima di tristezza. Non ci potevo fare niente, a me piaceva il caldo, il bel sole, le giornate che profumavano di fiori di lavanda, e gli uccellini riempivano gli alberi e davano un senso di gioia infinita.

Stavo andando fuori a fare la spesa, e camminando, mi accorsi che mi trovavo vicina alla casa della mia amica Fiorella, lei era sempre allegra, il tempo non influiva minimamente su di lei, ed era sempre pronta per uscire e fare festa! Così, decisi di andarla a trovare, forse mi avrebbe aiutata a sollevarmi lo spirito... Stavo per varcare il cancello del suo piccolo giardino, quando proprio in quel momento uscì da casa sua un giovane alto, elegantissimo, capelli castani e una valigetta in mano, tipo quella che usano i rappresentanti dei laboratori medici.

Arrivati uno a fianco dell’ altro ci siamo guardati, e per pura educazione ci siamo scambiati un frettoloso “ buon giorno” mentre lui mi mostrava un sorriso bianchissimo e accattivante... Non so perche ma ho sentito il mio cuore che accelerava più del normale, e questo mi ha infastidito non poco. Cosa mi stava succedendo? non sapevo nemmeno chi fosse né da dove venisse, e l’ avevo visto solo per pochi secondi; suonai il campanello della casa della mia amica sentendomi ancora scossa...

Fiorella mi aprì immediatamente, come se si trovasse dietro alla porta, e si sorprese quando mi vide, forse pensava che si trattasse del giovane che era appena andato via... così, un pò scherzando un pò sul serio, le domandai: “ Delusa?”, lei diventò rossa come un papavero, e mi rispose: “ No, certo! Perché dovrei esserlo? Dai, entra, che bella sorpresa!”

Mi sembrò agitata, nervosa, le dissi che passavo di lì e mi era venuta la voglia di salutarla, e che mi ero incrociata con un bel giovane, che mi aveva fatto un certo effetto. Le domandai chi fosse, ma lei, con un giro di parole incredibilmente abile, portò il discorso da tutt’ altra parte... Dopo qualche chiacchiera del più e del meno, mi alzai e me ne andai, un pò delusa per non essere riuscita a sapere niente.

Tornando a casa mi misi davanti al computer come facevo di solito, visitando il mio sito preferito, e salutando amici e parenti, e all’ improvviso lo vidi! Era lui, non avevo dubbi, era assieme a un gruppo di bambini, tutti pelati in testa, e avevano il viso molto provato, lui aveva un camice bianco, e sotto c’ era uno scritto: “ In questa foto vediamo il Dr. Mariani, assieme ai piccoli pazienti dell’ ospedale (Tale) del reparto di oncologia...” Ma allora, pensai, cosa faceva a casa di Fiorella? E un dubbio molto angoscioso incominciò a farsi strada nella mia testa, e senza pensarci due volte, presi il telefono e la chiamai...

Non sapevo come incominciare, dissi solo che avevo visto al giovane che era stato a casa sua, in una foto su Facebook, ma Fiorella, che mi conosceva dalla nascita, disse a bruciapelo: “ Vuoi sapere se ho un tumore? Ebbene si, e siccome sono amica del Dr. Mariani, questa mattina lo chiamai a casa perché non mi sentivo bene. Studiammo assieme all’ Università, alla facoltà di Medicina, e da allora rimanemmo sempre amici, fu lui a consigliarmi di fare una mammografia, che purtroppo risultò positiva.”

Quella rivelazione mi sconvolse, e mi causò anche tanto dispiacere constatare che Fiorella non mi avesse detto niente, la mia amica del cuore non si era confidata con me. Non aveva voluto darmi un dolore, oppure c’ era qualcos’ altro? Le domandai perché non avesse parlato con me di questo e mi disse che questa cosa non la voleva far sapere a nessuno, e tanto meno a me, che ero così emotiva, e poi, era anche una questione di superstizione la sua, mi disse, che le persone, con la loro pietà e commiserazione portavano “ iella”!

Quelle parole in realtà, mi fecero ancora più male, io non credevo assolutamente che la mia amicizia e vicinanza in un momento così delicato della sua vita, le portassero sfortuna, ma non dissi niente, mi limitai solo farle sapere che ero disponibile per qualsiasi cosa, che doveva solo telefonarmi in caso di necessità. E dopo averla salutata, riagganciai con il cuore stretto dalla tristezza.

Quel giorno freddo e grigio era iniziato con tanta depressione, e non prometteva niente di buono. Mi misi a pensare alla mia amica, e all’ improvviso presi una decisione: sarei andata a parlare con il Dr. Mariani, e mi sarei fatta spiegare bene in quali condizioni si trovasse Fiorella, e anche se esisteva il segreto professionale, l’ avrei convinto a dirmi tutto riguardo la sua malattia.

Arrivai all’ ospedale, e domandai di lui, ma mi dissero che era molto occupato e che se volevo parlargli ci sarebbe voluto un appuntamento. Ma io non me ne andai, mi sedetti nella piccola sala d’ attesa, e decisi di aspettare che uscisse, tanto non avevo nessuno a casa che mi stesse aspettando nè avevo nessuna fretta di andarmene... Dopo due ore di attesa, lo vidi uscire finalmente, non indossava più il camice bianco, e in mano aveva la stessa valigetta che portava uscendo dalla casa di Fiorella. Mi avvicinai a lui presentandomi, e di nuovo quel sorriso bianchissimo gli illuminò il bel viso maschile. A me tremavano le gambe....che stupida mi dicevo, come se non avessi mai visto un uomo come lui....Mi schiarì la gola e in poche parole gli spiegai il motivo della mia presenza lì in ospedale, e lui molto gentilmente mi rispose guardando il suo orologio: “ Guardi, sono quasi le due del pomeriggio, perché non ci andiamo a sedere davanti un bel piatto di fettuccine al ragù, e parliamo tranquillamente?”

Era un ristorantino delizioso, non c’ era quasi più nessuno, e i camerieri erano tutti per noi! Evidentemente lui andava spesso a mangiare in quel posto, perché lo salutarono con una certa familiarità e amicizia. Inutile dire che fù un pranzo squisito, e che nacque subito tra di noi una intesa e un “ feeling” speciali...

Purtroppo però, per quello che riguardava Fiorella, le cose non andavano bene, il tumore era in fase avanzata e c’ erano già delle metastasi nei polmoni. Questo mi fece così male, che non mi fu possibile trattenere le lacrime: “ Povera Fiorella, dicevo...” mentre lui mi aveva preso una mano e cercava di consolarmi: “ E’ vero che le sue condizioni sono molto delicate, ma oggi giorno con le cure che ci sono, forse ce la faremo a salvarla, non perdiamo le speranze...” Quello che non riesco a capire è il perché si sia trascurata fino a questo punto”, continuai io, “ Se avesse fatto una mammografia molto prima, non si troverebbe ora così grave” e scoppiai a piangere sommessamente.....

Dopo quel incontro ne seguirono molti altri, io e Pietro, cioè, il Dr. Mariani eravamo diventati amici, o meglio....qualcosa di più di semplici amici.... Ci incontravamo spesso per andare a pranzo insieme, e dopo, mano nella mano facevamo una passeggiata nel parco vicino, parlando di mille cose che ci univano, e quel dolce amore nasceva così, riempendomi il cuore di gioia... Lui mi informava sempre delle reali condizioni di Fiorella, che si alternavano con periodi di sofferenza con altri di benessere durante i quali sembrava guarita, poi invece, ecco una nuova metastasi che veniva ad oscurare tutto il panorama della sua vita. Io le stavo vicina, l’ aiutavo con tutto l’ amore che una cara amica poteva dare, ma un giorno lei mi disse: “ Carla, ti devo confessare un mio segreto: “ Mi sono innamorata di Pietro, e lui pare che mi ricambi, non ti sembra meraviglioso?”

Mi sono sentita come se mi avessero buttato addosso un secchio di acqua gelata! Non volevo sentire più niente, e cercando una scusa plausibile, scappai fuori da quella camera, prima che lei potesse vedere le mie lacrime....Arrivai a casa con l’ unica intenzione di andarmene subito lontano, il più lontano possibile. Io avevo capito benissimo il motivo del comportamento di Pietro. Lui e Fiorella si volevano bene da tempo, ma secondo me, era una amicizia che nel caso della mia amica si era trasformata in amore, e Pietro, non era stato capace di tirarsi indietro, forse sapeva che sarebbe stato per poco tempo: settimane, mesi, oppure anni? Chi poteva dare una risposta sicura? Nessuno, solo il tempo, avrebbe detto l’ ultima parola.

Ma io, intanto, cosa dovevo fare? dovevo raccogliere le briciole di quel amore? Dovevo essere testimone della loro felicità anche sapendo che avrebbe avuto una fine? No, assolutamente no! Incominciai a riempire le mie valigie mentre mi asciugavo le lacrime, avrei mandato un telegramma ai miei genitori che sono sicura avrebbero fatto salti di gioia sapendo che sarei tornata al mio paesello....là c’ era il sole quasi tutto l’ anno, e il profumo di lavanda si sentiva da lontano, m’ avrebbe fatto senz’ altro bene quel clima.

E Pietro? Pietro sarebbe rimasto accanto a Fiorella fino all’ ultimo, e dopo... dopo, se era veramente innamorato di me, mi avrebbe cercata, ed io....l’ avrei aspettato....sempre......


franca merighi 42 14/12/2017 15:21 914

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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