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Come “ Gnu” che, nella Piana di Serengeti, attirati da nuovi pascoli, rischiano di perire perché costretti ad attraversare l’ unico guado esistente nelle acque infide, limacciose e vorticose del fiume Grumeti, così, sul Taburno, una mandria di mucche e buoi, costretta ad attraversare la c. d. “ Montagna spaccata”, l’ unico percorso che porta ai pascoli: una strettissima fenditura tra pareti rocciose a picco, sita nel territorio del Comune di Tocco Caudio, nel Parco Regionale Naturale Taburno- Camposauro, e nota come il “ Vado della Portella”, perché a monte il passaggio poteva essere impedito all’ occorrenza dagli allevatori con una “ porta di legno”. Proprio così: quando io e Mario ci siamo inerpicati tra le balze rocciose, che portavano alla “ Montagna Spaccata”, ci siamo trovati di fronte ad uno spettacolo unico ed emozionante e, allo stesso tempo, spaventoso! Lo strettissimo passaggio costringeva la mandria a passare incolonnati per uno. (Si narra di una mucca gravida che rimase bloccata nel punto ancora più stretto e che fu liberata solo dopo il parto dagli allevatori con delle corde e con grande fatica!) Mentre stavamo valutando quale percorso più agevole scegliere, siamo rimasti letteralmente inebetiti di fronte al possente capo- mandria: ci guardava con i suoi occhioni, perplesso sui nostri movimenti, come a significare “ ma dove credete di andare?”. Non ancora avevamo capito la complessità della situazione: il capo mandria era seguito da decine e decine di capi bestiame, ognuno in attesa che quello che li precedeva si muovesse. In un attimo io e Mario ci siamo resi conto del possibile pericolo: dovevamo assolutamente e velocemente spostarci da ciascuno dei due percorsi alternativi. Rapidamente abbiamo raggiunto un punto di sicurezza, addossati ad una parete rocciosa. Mai ero stato così veloce nei movimenti! Appena in tempo, perché dopo qualche attimo è successo l’ incredibile: mentre il capo mandria si stava avviando lentamente, una mucca, spaventatasi, ha tentato di invertire la direzione, scontrandosi, in tal modo, con il resto della mandria che stava attraversando la strettoia. Travolto dagli altri capi, la mucca, rivoltandosi più volte in un tramestìo spaventoso di potenza, di zoccoli puntati sugli speroni rocciosi, di tonfi terrificanti, è riuscita a divincolarsi; si è precipitata lungo la scarpata con l’ agilità di un camoscio e, all’ altezza del sentiero, dove erano rimasti come impietriti gli altri escursionisti non del tutto consapevoli di ciò che stava succedendo, con un balzo incredibile ha superato un’ alta rete di recinzione ed è scomparsa alla nostra vista. Mario, agitatissimo per il pericolo incombente, ammoniva gli altri ad alta voce a tenersi lontano dal punto di passaggio degli animali. Noi due siamo rimasti tutto il tempo incollati alla parete. Quando tutto si è calmato, l’ intera mandria, formata da una trentina di capi, compresi tre vitellini particolarmente agili tra quegli stretti sentieri, ha attraversato compostamente l’ angusto anfratto dirigendosi al pascolo. Accertatici che nessun animale si trovasse più sul sentiero, abbiamo anche noi superato il tratto, io letteralmente sollevato dal basso da Mario e in alto dalle robuste braccia degli amici Rosaria e Vincenzo. Di lì a poco, in una radura abbiamo consumato un frugale pasto, dividendoci, come di consueto, tutto quello che di commestibile avevamo negli zaini e, dopo un minuto di assoluto raccoglimento, tenendoci per mano, abbiamo rivolto come di consueto con la voce di Eugenio, la nostra guida, un pensiero ai nostri cari defunti, ai terremotati dell’ Italia centrale, a tutti coloro che soffrono per guerre, fame e malattie, alla Natura che amiamo, allo spirito di solidarietà che ci unisce. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Esperienza affascinante di un'escursione di trekking, che richiama per analogia la spettacolare migrazione di gnu nella Piana del Serengeti e il famosissimo evento storico del 321 aC., in cui i soldati dell'esercito romano, sconfitto dai Sanniti presso l'antica Caudium, furono costretti a subire l'umiliazione delle "Forche Caudine" e, cioè, passare, solo coperti da una tunica, sotto un giogo costituito da due lance verticali, sormontate da una terza posta orizzontalmente che li obbligava ad abbassare il capo.» |
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