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Questo racconto è inserito in:
 Parte 4 della raccolta "Satyricon Now " di paolo corinto tiberio (13 racconti)

Satyricon Now 4 (De Culinaria)

Comicità e Satira

CAPITOLO VII – De Culinaria

Così mi ci butto sopra, all’ attacco, a quei gnocchetti, e così anche la Lina, che sembra averci fatto la sua lunga vigilia, lei, e come una murena si divora ora ogni cosa che gli passa sotto i denti… ma che si tiene bene le sue orecchie aperte per acchiapparci le chiacchiere che gli vorticano addosso… intanto il Santovito sta parlottando col Moscarini, che gli dice “ Ma non mi sta bene mica come ce l’ hanno cotti sti gnocchi… che mi sono al palato mollicci e scivolosi… ma ce l’ avranno messo le patate?”... e l’ altro che gli risponde “ Eh sì, non sono certo della giusta consistenza, per niente”… ma poi la moglie del Santovito, la Rossana, ci s’ intrufola dentro in quella specie di dissertazione culinaria, che ci dice così, un po’ a tutti “ Ma vi credete ai ristoranti, voi, di mangiare come a casa vostra?... ma non vi cucinano mica come la mamma vostra, che ve lo sognate… anche se ci date l’ occhio della testa a sti posti con le stelle non ci uscite nemmeno soddisfattucci dalla porta… in confronto ad un onesto piatto a casa vostra, preparato da voi… che mica è uno scherzo tirar su bene gli gnocchi… non ci vanno bene intanto certe specie di patate… che dipende dalla loro pasta la riuscita del piatto… ma per non averci brutte sorprese, buone sono quelle di Avezzano, per me… come per gli agli e le zucche, io, ci preferisco quelli di Sulmona… e conta anche la farina che invece non è più quella che si accoglieva al mulino, una volta… metteteci la corrente d’ aria che arriva dalla finestra o dalla porta, mentre stai lì che te la impasti, tu, quella massa… che te la fa ricadere e afflosciare che non te la rimetti più in piedi… e bisogna inoltre che la donna non ci abbia le cose sue, quando se l’ ammassa quella massa… altrimenti gli si imbastardisce e amen”… ma ci interviene a questo punto la Filomena, che era una donna un po’ cisposa, baffutella, ma ci aveva una voce così soave e armoniosa che te la credevi di certo quella che l’ Ulisse s’ udì legato all’ albero della nave… comincia col dire che lei se lo sa bene tutte queste cose, per pratica giornaliera e eredità materna… che la cucina, di certo, ci dice, vuole la materia buona, altrimenti è come la festa che non si riguarda… ma che molta attenzione va fatta però ai recipienti dove ci si mette dentro la roba, che devono essere così e non cosà, di creta per cuocere certe cose, d’ alluminio per altre, di ferro per friggere… e poi alti, bassi, larghi, lunghi, sconcacati… ma non dobbiamo crederci poi che le pentole nuove sono le migliori, anzi… è la pentola vecchia di anni che ci fa il servizio buono… quelle appena comprate sono tossiche, quasi velenose, perché gli si stacca la patina di metallo che va nel cibo… che lei, quando gli capita di comprarne una dai casalinghi, ci cuoce tre o quattro volte per finta, a vuoto, così che parecchia roba cancerogena se ne va via, un po’, almeno… che preparare un pranzo non è cosa da scherzare, che ci vuole professionalità ed esperienza… che solo chi aggiusta e sguasta diventa mastro, invece tutti si credono degli scef, oggi… ma che invece cucinare è quasi come l’ arte, che devi mischiare, anche lì, cose diverse, a volte opposte, e saper tenere tutto sotto controllo… insomma, che lei si conosce le sue cento ricette e passa e che in casa sua si mangia ancora alla vecchia maniera… che si mantiene un po’ la tradizione e si fa la vigilia di natale con le nove portate canoniche… baccalà, le lumache, i broccoli rifritti, i fagioli… che non c’è domenica che non s’ ammassa le sue otto uova di maccheroni all’ uovo e che invita tutti i suoi figli e si stanno lì, tutti assieme, a mangiare… ma il Santovito, che ci sta tutto contento della cultura di cucina della moglie e della Filomena, ci riempie allora i bicchieri e ci propone questo brindisi

Anche se si cacchiano le patate

e la farina ci s’ inverminisce,

ma se ci sono le vigne impiantate

nello stomaco il vino fluisce

che ci restiamo ilari a quelle rime estemporanee… e “ Prosit” ci dice… e “ Prosit” diciamo noi…


paolo corinto tiberio 28/11/2014 10:16 1128

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«satira menippea»

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paolo corinto tiberio ha pubblicato in:

Libro di poesieAnime in versi
Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere

Pagine: 132 - € 10,00
Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061


Libri di poesia

Ritratto di paolo corinto tiberio:
paolo corinto tiberio
 I suoi 24 racconti

Il primo racconto pubblicato:
 
Per grazia ricevuta (30/05/2011)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
SATYRICON NOW - La Ricomposizione (15/11/2018)

Una proposta:
 
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Il racconto più letto:
 
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