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Gli Angeli

Fantasy

Certo che gli Angeli esistono e ci stanno accanto, di sicuro ci proteggono ci aiutano nelle decisioni difficili da prendere. Ci seguono nella nostra esistenza e ci donano buoni consigli da applicare nella vita e, in particolar modo, intervengono nel dolore che tutti noi proviamo per le avversità dell’esistere. Questo risposi alla domanda che mio figlio Andrea, mi pose dopo aver visto un programma che parlava di Angeli in televisione. Immediatamente alla risposta che gli diedi, mi fu fatta un’altra domanda:"Come sono fatti gli Angeli?" Oh cielo … Non avevo proprio idea di com’erano fatti, avevo nella mia testa solo quelle informazioni e immagini che di solito ci propongono nei libri religiosi, messe in risalto nei sacri testi. Presi tempo, dissi ad Andrea che non era il momento per conversazioni serie e di un certo impegno. La domanda era tale che richiedeva una seria risposta, quindi mi salvai in calcio d’angolo dicendogli che, a causa del mal di testa che da qualche giorno si riproponeva, volevo riposare. Andrea, malvolentieri e scontento, se ne andò nella sua stanza a studiare senza dire una parola. Nel frattempo mi distesi sul divano per riposare, spensi le luci e, in una penombra irreale, cominciai a pensare ai tanti Angeli o luci celeste che si trovano a fianco di Dio e in ogni luogo sulla terra, con le loro presunte bianche ali; alti, belli, imponenti, passai a rassegna nella mia testa ogni informazione e immagine acquisita nel tempo e da ogni libro, cercavo insistentemente in me altro e altro ancora su di loro. Mentre questo accadeva, mi colse improvvisamente una tale stanchezza che mi addormentai, sprofondai in un sogno molto particolare … Mi smarrii mentre volavo tra tante piume bianche che scendevano dal cielo come la fitta pioggia che bagna ogni strada, poi, improvvisamente ebbi paura, cercai immediatamente di ritrovarmi nel risveglio. Volevo dire basta al sogno iniziato, non mi piaceva, mi arrecava paura, offendeva il giusto riposo, ma mentre lottavo per questo legittimo pensiero, pur facendo ogni sforzo fisico e mentale alla ricerca del reale vivere, secondo i nostri canoni, alla fine dovetti cedere, sprofondai nel nulla senza mai toccare il fondo, vomitai gialle illusioni nel precipitare che non finiva mai. Cadevo giù, sempre più giù, in una strettoia buia senza limiti di fondo. Per breve tempo, mi aggrappai col pensiero a quando ero bambino, a quando nel bel tempo passato, dormivo nel letto tra il corpo di mia madre e quello di mio padre. Questo mi tranquillizzò momentaneamente nel cadere senza fine; ma dopo poco, eccomi nuovamente in discesa nel nulla, l’angoscia mi avvolse del tutto, avevo paura, stavo precipitando nel vuoto, nel nulla che non finiva mai, ebbi forza appena di congiungere i palmi delle mani. Pregai, pregai che finisse presto questo strano sogno ed ecco, come per incanto, improvvisamente mentre pregavo con voce alta, vidi apparire dietro di me, in mio soccorso, una sagoma formata di luce incandescente ed io non riuscii a comprende chi o cosa fosse. Tanta era la luce che illuminava il tutto che i miei occhi si chiusero per non essere accecati. Mentre accadeva ciò, due forti braccia mi afferrarono per le mani intanto che precipitavo. Mi ricondussero nuovamente in alto, verso il cielo sereno, su, sempre più su, oltrepassando le nuvole e lo stesso tempo che conosciamo nella nostra piccola realtà. In queste braccia forti e robuste mi sentivo al sicuro, come da piccolo lo ero stato nelle braccia di mia madre, quasi cantavo dalla felicità di essere ritornato indietro nel tempo, al punto delle ontologiche sicurezze e certezze della vita e del respiro stesso. Respirai profondamente per scacciare da me la paura. Piano, cercai di aprire le palpebre degli occhi che per la troppa luce si erano serrate. Quando riuscii ad aprirle del tutto, mi ritrovai con mia grande meraviglia nel Duomo di Napoli tra tanti fedeli e devoti di S. Gennaro. Mille fazzoletti bianchi e rossi sventolavano nell’aria per salutare l’accaduto miracolo del Santo Patrono della città. Tra applausi e canti, tra urla che imploravano a “faccia gialla” la grazia, m'inginocchiai sulla panca di legno vicino all’altare maggiore e tra l’odore d’incenso, vocii, pettegolezzi dei fedeli e sventolii di fazzoletti di lino bianco, mi misi a pregare. Ero molto stanco, quasi piangevo dalla stanchezza, mi consolavo con la preghiera e il raccoglimento quando, nuovamente, mi ritrovai in un nuovo precipitare. Caddi giù da una voragine apertasi proprio al centro della basilica, dove molto prima del tempo odierno, si trovava nell'antichità passata il tempio di Castore e Polluce, i due mitici gemelli. Accidenti … Precipitai per molto tempo nel budello del vuoto tra sentimenti d’angoscia e di panico, fin quando due braccia robuste mi afferrarono tenendomi stretto. Sentii la stretta delle mani e la forza energetica della presa che mi afferrava, mi chiesi se forse erano le braccia di uno dei due dioscuri figli di Leda che mi venivano in soccorso, forse si, pensai che era davvero uno dei due venerati dalle antiche dottrine pagane che mi veniva in soccorso per ordine di Zeus padre, chissà ... Cosa o chi era veramente questa sagoma che sprigionava luce? Continuavo a chiedermi cadendo nella porta del nulla, fortunatamente questa volta mi andò bene, vidi la figura per intera, chiara, naturale, non c’era molta luce da farmi chiudere gli occhi e allora, ecco ... All'improvviso mi tremò l’anima per la contentezza quando la vidi, era un Angelo, si certo, altro che Castoro o Polluce. Era un essere forte, radioso, perfetto per forma materiale e spirituale. Aveva una chioma bianca con riccioli che gli scendevano sulle spalle, aveva grossi occhi di colore celeste, la pelle era color rosa pallido come quella dei bimbi appena nati, nella mano aveva uno spada a forma di fiore allungato che sprigionava luce d’amore, era bellissimo, ma non del bello che intendiamo noi, era diverso il bello che appariva ai miei occhi e dentro la mia anima, era un bello completo del tutto, aveva labbra rosse e carnose, il viso ovale e la bocca come il cuore di tutte le rose. Si, era proprio un Angelo, messaggero di Dio e dispensatore d’amore, mia unica meraviglia fu il notare che non aveva ali dietro alle spalle, come sempre veniva raffigurato nei testi sacri o nelle immagini. Dai bianchi capelli sprigionava una tale luce che accecava il tempo, lo spazio e tutto il resto che non conosciamo. Mi avvertii piccolissimo, come il pelo di una formica, anzi di meno. Dopo un breve volo nei tempi, l’Angelo mi depositò con calma sul mio divano, mi soffiò negli occhi una ventata d’amore e sparì. Mi svegliai di soprassalto con dentro un mare di felicità a me ignoto prima nel cuore. Ad Andrea raccontai immediatamente l’accaduto tutto d’un fiato e quello che era successo in quello spazio che noi chiamiamo sogno; lui sorrise, mi disse che sapeva che gli Angeli erano così, come io glieli descrissi, sapeva che non avevano le ali, sapeva che avevano capelli bianchi e che sprigionavano luce. I bambini sanno … conservano verità antiche prima del tempo, hanno ancora memoria del vissuto spirituale prima ancora di essere imprigionati nel corpo, per limare parti delle loro anime. Ancora oggi a distanza di tempo non riesco a comprendere l’accaduto sogno, ma sono consapevole del tutto che posso ora più che mai dire, con assoluta certezza, che gli Angeli esistono davvero e non hanno ali dietro alle spalle. Posseggono spade che sprigionano luce d’amore e vivono in tempi futuri e passati a noi sconosciuti. Mio figlio dice anche che ci sono Angeli biondi con occhi bianchi...

Angeli.

Luminosi esseri senza ali.

Prima del tempo sempre presenti.

Bianchi capelli che rotolano ricci sulle spalle.

La pelle evanescente.

La bocca come mille rose profumate.

Asciugano ogni dolore.

Ci proteggono dal male.

Ci consolano nei sogni.

Navigano tra presente,

passato e futuro.

Tra stelle e comete.

Tra pianeti infiammati e galassie in espansione

Tra materia e antimateria.

Consolano le anime in pena.

Sono gli Angeli, guerrieri del bene…


Pasqui 23/01/2013 17:37 1312

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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