Non c'era nel mondo l'amore che lui desiderava con tutto se stesso, eppure ne aveva avuti di amori, ma o per una ragione o per un' altra questi amori erano sempre finiti in maniera apparentemente banale. Astro era un puro, cercava nell'amore la vita stessa, cercava un territorio del cuore dove riposare, cercava un pezzo di sè nel cuore degli altri. Ma questo si sa, è cosa difficilissima, quasi impossibile. Ma lui ci credeva. Aveva superato da un pezzo l'età dei sogni... ma ancora ci dava dentro con la ricerca. Era sempre un tantino triste, come se tutto quello che aveva non gli bastasse, eppure aveva tanto. Aveva un cuore grande vestito di buoni sentimenti, uno spirito raffinato e un fiuto per l'odore del bene che facendo il paragone con il fiuto del cane che cerca i tartufi nel bosco, quello del cane era poca cosa.
Quand' era piccolo aveva tanto sofferto il desiderio di essere amato che si era incarnato nell'amore stesso, con il tempo aveva raggiunto una tale sensibilità che avvertiva i moti dei cuori degli altri anticipatamente e questo a volte lo confortava, soprattutto quando i cuori degli altri erano benevoli, si sconsolava tanto quando erano malevoli e ingannevoli. Leggeva nel cuore degli altri con una tale semplicità che si spaventava, già prima degli accadimenti sapeva. Avvertiva l'onda del bene come l'onda del mare. Con il tempo per tale ragione era diventato un uomo che comunicava poco con gli altri, a volte capitava che per comunicare l'indispensabile inseriva l'opzione automatica del cervello , anche se questo gli costava spreco di sè e tanta energia. Gli piaceva starsene da solo. Non aveva affatto amici e con il tempo si era fatto l'idea che gli altri erano pianeti a sé, pianeti diversi in cieli diversi dal Suo. Astro era forte. Aveva il dono della sopportazione della vita e del dolore, nulla lo sconvolgeva più di tanto e questo sentimento che provava, se da una parte lo rendeva forte dall'altra parte rendeva bene la sua debolezza. Debolezza che si manifestava nella condivisione della vita con gli uomini.
Quando usciva da sé, chiudeva le finestre del suo cuore e cammina veloce per le strade della città. Sembrava un alieno, non condivideva quasi nulla dell'apparenza e dell'appartenenza, vedeva gli altri come burattini di un teatro manovrato da perfidi burattinai. Non aveva mai condiviso i bla, bla, bla ... né le parole sconnesse dei loro cuori. Avrebbe voluto fare come mestiere il cercatore di stelle, ma finì per fare quello che non era affatto nella sua attitudine, vinse per caso un concorso nelle mura delle pene. Si trasportava con fatica a lavoro, si annullava, era poca cosa, non gli interessava affatto il lavoro che faceva, lavorava solo per arrivare alla fine del mese e per uscirne, poi, in pareggio con le spese che valevano la Sua sopravvivenza. Non si concedeva nulla, i suoi desideri si realizzavano vedendo negli altri un sorriso sincero ed onesto, quei sorrisi che appunto salgono dai cuori puri e dagli spiriti dotati di una forte raffinatezza. Certo, a volte doveva attendere mesi per osservare qualche sorriso, ma lui ne aveva di pazienza. Quando fiutava l'amore, l'odorava come le api odorano i fiori prima di nutrirsi, ci voleva tempo per farlo e tanta energia, ma lui era così, gli piacevano gli odori veri, quelli odori particolarmente forti, come l'odore delle violette selvatiche che crescono nei luoghi più strani. Attendeva del tempo prima di inalarlo, osservava le foglie, osservava la linfa, il verde ed ogni particolare del fiore, lo esaminava dettagliatamente. Nulla gli sfuggiva nella minuziosità del particolare. Cercava semplicemente l'amore...
Una notte, non avendo sonno, uscì di casa frettolosamente. Decise di andare sulla spiaggia più vicina, Astro voleva osservare le stelle nel buio della notte, nel mantello di nero colore. Si distese sulla sabbia con gli occhi puntati verso il cielo mentre un sentimento d'amore proveniente dal cuore lo riscaldava, si sentì bene, si ascoltò in armonia, cercò su nell'alto del cielo la stella più luminosa. La trovò, era Sirio, raggiante come non mai, era ad est del cielo, stava tra mille luccicanti smeraldi e qualche diamante. Astro, si sentì così attratto da questa visione che provò sentimenti mai provati prima, sentimenti nuovi, stava veramente bene, comprese nel proprio sé che era la strada giusta dell'amore, strada semplice e senza fronzoli alcuni, comprese che non c'era più il bisogno di annusare, di sfogliare, di comprendere. Ecco, tutto l'amore era veramente in quella visione di Sirio in alto, nel cielo, sul mare bagnato dai raggi di una tondenggiante luna bianca. Astro, si alzò dalla sabbia, avvertì una grande forza nel Suo spirito, dal corpo gli spuntarono due ali bianche, si alzò da terra, si involò al di sopra del mare sotto la luna piena, era colmo d'amore, era felice, sparì nel cielo tra le stelle infiammate. Non si seppe più nulla di lui, qualcuno lo cercò senza risultato, ma solo qualcuno.
Quando esco da me.
Non sto con nessuno.
Chiudo le finestre
chiudo la porta a chiave
ed esco silenzioso per la strada.
Non incontro nel cielo
altri pianeti simili,
incontro meteore ,
galassie spente,
voci strillanti.
Silenzio è il fuori da me che sogno.
Troppo scontato il burattinaio
e i burattini.
Troppi ne sono,
stanco... crollo!
Gridano... gridano al cielo.
Anche se parlano non arriva a me
nessuna voce chiara.
Non hanno dolore e nemmeno passioni.
Quando esco da me chiudo gli occhi
e cammino veloce per le strade.