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Le 27 poesie pubblicate il giorno 30/05/2018
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| Struggenti, al risveglio, i ricordi,
palpabile la malinconia,
compagna delle piccole ore.
Sembrano giorni normali,
perché il sole brilla in cielo
il mare smuove le onde,
i passeri beccano il cibo
e, saltellando,
cinguettano felici.
Invece no,
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| È un andare continuo il pensiero
un relitto di ricordi
in questo spazio senza tempo.
Solitudine emozioni
nel buio che
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| Il Popolo è sovrano
insieme e unito
non quando lascia
tutto ai quattro venti
e affida in mano
a pochi il suo destino
per star lontano
da fuochi bollenti.
Ma quando arriva
da lontan la torta
son tutti in fila
a volere la parte
e non
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| Ventuno e trenta
di una sera piatta di Maggio
l’ora più difficile per me
e se non bevo è peggio
perché le lacrime scendono
come un fiume sul mio deserto.
Ventuno e trenta
di una sera tiepida, primaverile
profumata ma inutile
e i pensieri sono
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Sospesa è la goccia
che l’aria ferisce
e cambia il destino
dell’umile pino
ricrea
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Impervia speranza sotto scoscesi pensieri;
illusione e inganno ti fan strada in un lampo,
un dolce avanzar nelle fauci del tempo.
La nebbia si dirada,
un baglior di luce penetrante
spalanca lo scrigno dei sentimenti;
inizia un nuovo capitolo,
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Scrivo con le dita unte
e la punta spezzata.
Scrivo che trema la penna
e le parole.
Sul foglio inchiostro di
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Zoccolo duro nella polvere
domani passeranno solo turisti
e non si cureranno della tua anima
che vaga a San Martino
alla
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Ti amo come la pioggia
che crea piccole ferite
sulla terra nuda
appena sfiorata dall’ombra.
Ti temo come il veleno
che accarezza e uccide
anche l’ultimo barlume
di speranza a tarda notte.
Ti adoro come le cose
tenute nel cassetto
le gemme di
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Serte robe i è come un muro,
fate ben,
a piombo,
in bola,
le te fa sentir sicuro.
Malte grese che se suga,
muradori
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Io sedendo a questi atrii, e qui, tra i libri
odo cantàr fanciulli che sereni
la musicante lezïòne sèguono
che la scuola per lòr esige. E sento
un vecchio pianoforte trillàr. Càntano
questi giòvini ròndini e usignuoli
che così, ergendo le voci, or
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Copiose lacrime
da lungo tempo
trattenute
lavavano i miei occhi
dalla polvere di perdute cose
sciogliendo l’afflizione
che i miei passi
così a lungo avea segnato.
Risplendeva il giorno
come mai
fosse tramontato il Sole.
A perdita
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Ormai geme la gente
per la nota persa
di una chitarra priva di corde.
Senza una ragione,
senza una domanda
che indichi il dolore.
Consapevolezza senza rituale,
senza il linguaggio
di quel che dovrebbe ancora essere
il volo dell’idea,
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Torno,
ora torno dal mirare silenzioso in languidi anfratti,
del passare del tempo ho visto gli inganni
Li or posata su candido fiore
una farfalla perduta,
oltre uno scorrer di greve voce mi porta al vecchio ruscello
e allo sciacquio d’un acqua di
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| Oh Italia bella, oh Italia terra mia,
che sia tu sempre forte e prosperosa!
Così ti voglio! Ma anche generosa
incontestata
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| Sei nata tra sette fratelli
ti palesi sempre con chi si conferma
già inferiore;
con la faccia della
malevolenza arrivi con livore
e con le tue movenze capziose
vuoi subornare lo schietto;
oh invidia rivale dell’altruismo
la tua grettezza é
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| Dal mondo delle idee
alla luce degli ideali
nuovamente a terra
mi ritrovo mortale
e dopo tante poesie
è bonaccia mentale.
Neanche il sogno d’amor
mi ravviva più la testa
con l’inesorabile tempo
che, ahimè, mi rattrista.
Musa mia fatale,
pur
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| Le rughe sul viso di un pittore
le mani che tremano e non si fermano
le mani che improvvisamente dipingono
tratti decisi e netti senza sbavature
i pittori non invecchiano ma si sciolgono.
Lei seduta sulla sedia di paglia
il quadro del suo ritratto
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Si rincorre la veglia
del tuo insonne respiro,
stringe a cerchio il pensiero
dilatato in un gorgo:
labirintica
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E dopo le parole arenate,
a riva i silenzi giacciono mesti
un velo d’oblio copre l’allegria
(recente memoria tra le onde del tempo)
ora l’orizzonte come una carta sporca d’inchiostro
nasconde d’un disegno a matita il tratto
Vorresti un cielo a
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| La forza dolce ed accogliente
di un abbraccio che ti cinge,
odori che si mescolano
e divengono un unico
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| Aspettiamo qualcosa che spunti
all’improvviso dalla nebbia,
che ci dica cosa fare, dove andare
in quale direzione è il giorno, la vita
mentre non ci fidiamo più dell’alba
e neppure del caffè che si fredda nelle mani
aspettiamo qualcosa,
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| Non facile riportare alla luce
quello che in sogno hai vissuto
difficoltà si strizzano a vicenda
spremendosi come limoni
sotto un cielo plumbeo che non aiuta
ritorna quell’affanno
in tutto il suo splendore
desiderio frutto dell’amore
come
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| Dopo sberle ormai sorde
dopo risate spente
dopo giornate sole
e sparsi suoni io sento
il bisogno d’arresa,
di sentire la presa
della vita che vede
il mio falso ignorare
quant’è ferma e pesa;
e quindi m’abbandono
alla solitudine
d’un confine
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Vermiglie chiazze
in campi aurei...
vetusta traccia
dal piede calpestata.
Ivi ondeggiano
lunghi esili steli...
corolla di purpurea seta
dal vento dondolata.
Sussurrano al vento
fuoco intenso e vitale...
invitando a rimirare
leggerezza
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Dammi le chiavi
del tuo cielo
e mi accenderò
di bellezza...
L’attesa è felice
se nel mio domani
ci sarai,
se occhi abbacinati
chiedono ancora luce...
Giorno e notte
vivo un sogno,
chimera appesa al cielo
che stringe la gola
e non mi
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| Flashback oltre il tempo,
in un rincorrere movimenti
di luce,
nel cuore, nell’anima,
nello sguardo.
Il mio incanto di bambino,
davanti al sogno,
il disincanto di adulto
davanti allo stesso sogno d’amore
che svanisce è non ritorna.
Mio padre,
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Eolo |
30/05/2018 00:01 | 1951 |
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