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Le 68 poesie pubblicate il giorno 21/01/2015
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Quel giorno,
ricordo, vidi Icaro morto.
E lo era già a terra.
Prima del Sole,
della cera,
delle ali.
Era morto
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Musica
danze
e sturar di bottiglie
la mente concede
un'evasione al pensiero
l'albero sogna
prossimi germogli
e si
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| Il cielo d'amaranto sul tramonto
già scivola il silenzio dietro al mare,
fra nuvole e pensieri controvento
il
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| Tra le dolci mura di queste
parole, intono il mio canto,
lieto lamento d'un tempo che fu.
L'antinomia struggente d'un amica stressante
di un ragazzo assente, duello stanco
sul tuo viso consumato
da chi è troppo presente.
L'urlo soffocato
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Stondata dalle maree
rotolo sul fondo fangoso
e bevo acqua, e bevo
fino ad annegare.
M’è lieve l’abbandono
nel liquido abisso
sirena senza squame
tra conchiglie e coralli,
forse verrà Nettuno
sventolando il tridente
e s’anche
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| No, non le tampono,
lascio che scivolino giù per le guance
e fino al petto ... sul cuore.
Non le aspettavo, è stato lui
il cuore
a solleticarle con la sua tristezza,
l’apprensione e la nostalgia.
Non serve farsi forza, darsi
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Sono giunta da te
col cuore disperso nel gelo
e il malinconico azzurro del tuo sguardo
nell'abbozzo mesto di un sorriso
m' ha accolta in una festa di cielo.
Nevica in questo giorno
ed i tuoi occhi, mamma,
nella bianca danza
si perdono
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Tra un orlo di pioggia
due occhi innocenti frugano,
quattro zampe d’amore
rovistando ferme scarponi, sulle impronte di fango.
Interessante è capire i dettagli serali,
senza architetture randage
confidano nell’Arca dell’uomo
non si alienano della
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| Bisogna saper vivere
scandagliare la forma
senza pietà
estinguere la quotidianità
restare quanto tutti fuggono.
Spezzare, ricomporre
e saper gettare nella polvere
entrare in crisi ed uscirne
con la pelle bollente
bruciare nel
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| Al pallido orizzonte un cimitero
mestamente s’estende, e al cielo nero
e putrido e selvaggio sta l’ossame
verde di rame,
e la neve si gronda a’ sepolcrali
marmi, e a’ sassi e a’ sepolcri, e pe’i spettrali
e tremuli sentieri or v’è un
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Descrivimi dietro
uno smerigliato sogno
con noncuranza di pensieri e strage d’emozione
alberga nella vicissitudine di quegli attimi
che fanno poco rumore
stimolando il mio orgoglio
affinché diventi pace assorta nei silenzi.
Stordisci
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Pur nel dubbio dell’esistenza,
strade portano ad una radura;
quivi volteggi leziosa
al sanguigno, graffiante stridio
di bandoneòn diatonico,
che contraendosi ed espandendosi
fa i sensi ribollire,
incessantemente,
ancora ed
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E' matta questa gatta
ti guarda astratta
miagola e attacca
Chissà sarà stressata
la povera mia amata
-penso un po' perplesso
mentre mi curo il dito-
L'hai fatta insanguinare
la man che t'ha nutrito
Mordi sempre più
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Il sacrificio della notte
che impreca
per inventare
la stella più bella,
sognando
l’indimenticabile
follia
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Non mi fido della memoria.
Non le credo.
Le cose si
in esse la mia fede
in ciò che la mano ha consumato
o
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Tardi son giunto sulla riva
del tanto sognato della vita
fiume e già lontan la vedo
dei desideri la sognata barca:
ci
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Un uomo ferito
Che più non combatte
Guarda la luna
Respira la notte
Farcito d'angoscia
È lo squarcio
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La stanza silenziosa...
i giochi portavano la mente lontano
briciole di pane narravano di un giardino fiorito...
soldatini
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Sei tu
stella del mattino
che nasci dove cade il silenzio
e culli lo sguardo ancora a lungo
trattenendo in te luce e mistero
di un amore mai
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| È un tempo di nuvole bianche. Il freddo divide le attese.
Fuori, le case
hanno il volto di nebbia a gennaio.
Io una voce di carta allo specchio, in tasca i pensieri. Tra le mani
un senso di te che non trovo
Ti ho scritto un bacio nel
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Mi cogli, nella rete
del tuo dolce divenire
e l'acqua dal cielo si abbandona,
eternità bagnata, dentro un bosco mormorante
sussurri, le cascate vive e chiare
ma sono, le tue umide labbra
che cerco, docili giacigli di sole
si staccano
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Noi siamo
solo scarabocchi
macchie della penna di un dio
che ha perso il segno
e tu non hai il tempo
di cercare le sue impronte
ma in questo lento sfogliarmi
nascosta tra cartacce e mozziconi
io ho ancora memoria di te
di quando ero tua madre
e
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| Che ne è
del tempo che fu,
che se ne è andato
e non ritorna?
Che ne è
dei giorni d’attesa
d’un anima
rimasta sola
sulla soglia del tempo
e che ricorda
la pioggia discesa,
dispersa e ritornata
alla terra, al
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Nu sì pe maje fernì
pe farte ‘nfanfarì
pe fa’ ca po’ sta vocca
ogne matina schiocca
e dice: “Bene mio
sì comme te
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tra le macerie dei ricordi
inconsapevolmente innocenti
rifugiati nella tela del tempo
affaccendati
alla ricerca del senso
di tutto questo parlare
e siamo ancora qui
increduli di ogni azione
di ogni fortunata ipotesi
essere di passaggio
ci rende
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Appena di te,
ombra, allungata in me.
Palpebra di luce
cucita al cielo,
spirale di rondine
come danza volteggi
su punte di sorriso
in bilico
sui crepacci del destino.
Appena di te,
melodia, abbraccio
disciolto in me.
Rivoli di
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Tenerezze
invogliano a partecipare
a quel convivio
dove un pizzico di buonumore
riesce a distrarre
affinché si possano alleggerire
situazioni ormai al limite
spade arrugginite volteggiano
guidate da un vento improvviso
capace di portare con
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Così, come il latte,
il candido latte
che goccia solenne
dal seno materno ...
così, sgorga l’acqua
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Gridano
per non cadere nell'indifferenza,
alziano le mani per farci scorgere
preoccupati che la loro immagine sia trasparente
sono tempesta per produrre storia
e non soccombere a quella degli altri.
Noi
in silenzio preghiamo
in silenzio
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Scalza
ai piedi del tuo cuore
canta
nella linfa vitale
scompare
al barlume invernale
toccare
il libro di vita
scaldato
dello
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68 poesie pubblicate nel giorno 21/01/2015. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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