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Le 64 poesie pubblicate il giorno 15/10/2014
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E poi venne il giorno
delle fitte nebbie,
delle ferite profonde
di un cuore agonizzante.
E poi venne la luce
nei fari spenti della notte,
dei graffi sulla pelle
da unghie come lame taglienti.
E poi venne un fulmine
nel sereno della sera
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So ben interpetrare
quello che il corpo vuole
Io non interferisco
con Leggi del Signore
Amo discretamente
ogni vera sensazione
Rispetto il corpo mio
l’assecondo in ciò che dice
e infine quando anch’io
mi lascio trasportare
in
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Questa sera non oso
guardare il sole tramontare
ho perso la continuità dei sortilegi
A poco a poco
voglio ritrovare l'infinito d'universo
sparso qua e là
Il viaggio da preparare,
da fare...
attende che nell'acque
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Il piacere
Attimo infinito
Nel lento scorrere
Tra carezza e alito
Nel passaggio delicato
Dal contatto al
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Devo cercare
un posto a mia misura,
anche se in questo mondo
di posti non ce n'è.
Devo cercare
una galassia nuova,
anche se più lontana,
io ci arriverò.
Devo cercare
un'altra alternativa,
fra tante scelte
che oggi io
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Mavec |
15/10/2014 13:06 | 593 |
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scoppietta la fiamma sfrigola la legna
il calore sale avvolge le membra
c'è profumo di arance nell'aria
sopra il camino le bucce dorate
riflettono il fuoco le ombre
sulla parete ondeggiano in una danza
lenta avvolgono la luce il
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| L’equilibrio precario
di una vita in soffitta
voci sopite
di gente per bene
non piangono, il ridere
s'e' guastato,
lo sguardo ammira
lo scandire del giorno
con i suoi scenari,
i suoi mutamenti...
Dentro al cuore non sosta
la gioia, solo una
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| Quando né moriva uno
subito si provvedeva
a un nuovo acquisto
nel nome Santo di Gesù Cristo.
Ora che i tempi son cambiati
di papi ne
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Se si affacciasse all’improvviso
come un petalo di rosa
e ordinasse al greto di cantare:
vorrei lasciare qui, le mie ossa.
Se si affacciasse come un albero
attaccato alle effusioni del tempo:
vorrei chiamarmi ramo.
Sarei più folle del
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Raccoglierò
tra gli sguardi
sconosciuti
l'amore mio per te
là
dove nessuno vede
saremo
pioggia e neve
dove
nessuno sente
racconterò
di noi
ai tuoi occhi
senza dire niente
donerò
un sorriso sopra il
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Un dì n’errava all’ermo un cavaliere,
e ‘l volto gli era scarno, e folto ‘l pelo,
e fuggiva le schiere
maledetto dal Cielo.
Folle ne cavalcava un palafreno,
e inorridito stava a un nembo denso,
e rammentava ‘l Reno -
suol paterno - e
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un'illusione smembrata dalla falsità
divorata nelle zone d'ombra dalla rabbia giusta, ma
purtroppo cieca
disconosco ed apprendo
apprendo e mi chiedo
mi fermo
vado avanti
innanzi all'animale feroce
che divora la zavorra
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| Passano gli anni
e a passeggiar nell’anima... pensieri
sempre gli stessi
profumati di te, delle tue parole
a tappezzarmi l’anima.
Era d’autunno che nacque la mia storia,
nata e cresciuta
con carezze colorate d’inchiostro
poggiate sul tuo cuore
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| Singolare rapsodia su cielo terso
alate creature librano
in amorose danze intersecano
Compattano all'unisono
spariscono come polvere
oscurano tutto
Improbabili mostri appaiono
sulle ali della fantasia
in un incanto
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| La conoscenza,
studiata e amata dai sublimi geni,
semplice eppur vanesia arte
della più oscura creatività,
devastante,
appiccicosa,
melensa
sapienza
che scandisce un fastidioso andare
notturno,
barcollante ignoranza...
L'abile
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Occhi persi, dietro vetri di solitudine
guardano giorni vuoti di speranza
rannicchiati nell'anima i silenzi
assordanti convulsi momenti
E ti rivedi sposa un'altra volta
sopra l'altare un disperato pianto
perché chi quella mano volle in
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Scampoli di tempo, casualità,
nati colori ad intingere pannelli
con parole, immagini, citate nelle ore
menzionati nel catino delle verità.
Pennelli a immergere idee, desideri,
con scorci d’esistenza sussurrata... impressa
tra le vie
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Nel preludio di esistenza
Tuoni d’ arcobaleno
E pioggia di versi
Abbracciano
Le virgole di sabbia
Sui pini dorati
Tra lago di poesia
Canto
Il colore del sole
Di un'amichevole galassia.
Il paese brilla
In petali di buona armonia
Dipingere
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Rosso come il vestito che indossavo
quando la sera apriva le porte
al vento caldo della passione.
Rosso come il campo
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quanti amori di carta ho consumato
ghirigori di penna incastrati tra svolazzi di rime,
volti accennati dei colori del cuore
a prestarmi versi e calore;
quanti amori di inchiostro imprigionati
nella carta assorbente della mia vanità
odalische
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| Scrollandomi di dosso
la polvere ammuffita
un empito vitale
rimosse
il marciume alla radice,
dalle viscere profonde
estrassi
il pattume esistenziale
scavando nel substrato dell'io:
riverbero d' eco tonante
fu il grido di rivalsa
dal buio la
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In un piccolo anfratto stretto e scuro
si era riparata una zanzara
e cosa certa ma non tanto rara
era convinta d’essere al
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Cammino nel silenzio dei tuoi passi
lenti, li ricordo ancora
mi seguono senza ombra
sento le parole di quel muto dire nascosto
solleticano il cuore innamorato di te
Ricordo sorrisi
occhi
mani
carezze ad ogni sospiro
Gioia nell'aria
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Come il vento avvicina i fuori,
tu mi sfiori le invisibili carezze
della tua essenza.
Sei l'ovunque del mio girovagare,
la sostanza regina delle mie droghe.
La tua pregevole natura,
come la poesia
ipnotizza sui rami le foglie,
rimane
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O volto mio
purissimo,
mio Salvatore,
a Te, io,
umile ancella, offro tutti
i pensieri miei...
Sii tu
Meta,
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E ti ricordo,
ti ricordo avvolta nei tuoi colori,
nelle tue gioie nei tuoi dolori.
Ti ricordo come un giglio,
un giglio esploso
dal suo bulbo nascosto
mai tenuto all’ombra
dei venti caldi dell’amore.
Ti ricordo,
con quegl’occhi
che
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Mai dire mai, tu mi dicevi,
mai dire mai e ci credevi,
anima mia innamorata,
già tante volte abbandonata.
Ti illudevi di frantumi,
profum di rosa e agrumi,
di miele dolce- amaro,
dal color rosso chiaro.
Ti aggrappavi a fili fragili di
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No, non guardare più il mio volto
non cercare di donarmi quel bacio
che ha tutto fuorché l'amore.
Non cercar di graffiare ancora la mia anima
dopo avermi usata come oggetto da buttare .
Strappati le mani che mi hanno carezzata,
di
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| Sospeso è il tempo d'amore,
così nitido colto dal tuo sguardo
in attimi e clessidre di cristallo.
Dal profumo di lavanda
che il tuo corpo emana,
in umore intimo,
intriso di pudore e di peccato,
tra gemiti e perle di sudore.
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Eolo |
15/10/2014 06:49 | 2553 |
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| Se mi garbava? Mi garbava eccome!
E di dov'era? Un ve lo dìo, ciaccioni!
Ciaveva un ber musino e certi occhioni
e si chiamava... so na sega ir nome.
La fermai, s'un isbaglio, in Via Gordoni,
e ni dissi: - Mi piaci nun so quanto...-
allora
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64 poesie pubblicate nel giorno 15/10/2014. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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