Autore Topic: italiani, una faccia, una razza.  (Letto 9257 volte)

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aureliastroz

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #45 il: Sabato 4 Settembre 2010, 10:58:40 »

un'ottimismo il tuo che, mi dispiace, non posso condividere vivendo da anni all'estero e lavorando nell'integrazione degli italiani qui, ti posso dire che nonostante tutte le leggi e le persone intelligenti e "tolleranti" purtroppo anche qui l'integrazione non è ancora davvero avvenuta [....]

e purtuttavia, ci sono ancora insegnanti che mandano bambini stranieri nelle scuole differenziali [...]

Scusa Barbara, ma l’inizio del tuo post non mi era molto chiaro perché non sapevo dove operi, poi, nel prosieguo, ho capito a cosa ti riferivi. Purtroppo le citazioni delle scuole tedesche che tu hai fatto,  non mi dicono granchè dato che non ho idea di cosa si stia parlando (conosco pochissimo la Germania e solo per viaggi di piacere)  per cui termini come Hauptschule e Realschule non riesco a legarli con un a realtà a me più percepibile.
Al di là di questo, io non a caso avevo preso ad esempio la Francia perché, francamente e non per essere cattivo, con i suoi trascorsi la Germania non mi sembra proprio un esempio da portare quando si parla di integrazione razziale (la storia non si cancella in un paio di generazioni).

Ultima cosa: mi sembra riduttivo incentrare il discorso su questa sola parte del mio pensiero poiché ho premesso che il problema per me non è razziale, ma di intolleranza nell’accezione più larga del termine.


[...] figuriamocii poi in Francia, dove, come appunto citata Stellaerratica, ci sono state rivolte molto violente....da questo punto di vista la Germania ha fatto molto ma molto di più della Francia [...]

Non ho capito nell’ambito della discussione il riferimento alle rivolte violente francesi. Quelle a cui accennava stellaerratica (a meno di non sbagliarmi) erano le rivolte “politiche” che miravano a contestare le decisioni del governo francese, ma non mi pare avessero nulla a che fare con problemi razziale (stella se mi sbaglio correggimi).
« Ultima modifica: Sabato 4 Settembre 2010, 11:01:13 da Il Conte »

Offline Sara65

Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #46 il: Sabato 4 Settembre 2010, 14:55:55 »
Buongiorno, anche io non so da dove nasce questa discussione.
W i nomadi, che non si sentono calabresi o padani o italiani o africani.
Si sentono cittadini del mondo.
Forse con gli anni sono diventata una che fa retorica, ma anche noi dovremmo capire che la terra ci è stata prestata e non abbiamo nessun titolo originario per esserne proprietari. La lasceremo ai nostri posteri.
Le guerre sono sempre state per difendere la propria patria. Pensa che cavolata!
Le uniche guerre accettabili sono quelle per la libertà, non per difendere i propri confini.
chi è morto per la libertà è un eroe, chi è morto per difendere i confini è un poveraccio mandato a morire in nome della patria.
Sono tutte piccinerie fare discorsi sul regionalismo. Dovremmo acquisire una mentalità più cosmopolita.
Le bestie difendono il loro territorio.


Mi son piaciute queste tue parole. :)

Offline Gianpiero De Tomi

Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #47 il: Sabato 4 Settembre 2010, 15:22:28 »
Devo dare atto al Conte, che il problema su cui è incentrato ogni dilemma umano della comunicazione, non è finalizzato al colore della pelle, provenienze geografiche,religioni o abitudini sociali per sè stesse, ma dal fatto che siamo per convenzione ed educazione, intolleranti, più o meno verso ogni cosa esca dalla nostra struttura mentale di mondo perfetto ed utopistico, dipinto nella mente, in un modello che ci insegnano con ogni mezzo possibile.Le peggiori tragedie si sono compiute in nome di una, coercizione idelologica, atta a far sparire lo scomodo diverso, per una convenzione sociale ben definita.Ed è quello che stiamo subendo con la globalizzazione, ove tutto viene appiattito in un mediocre nulla senza sostanza,molto pubblicizzato.In assenza di altri edificanti ed evoluti modelli, si formano schiere di "intolleranti" sempre più radicali, che tendono a perpetrare e giustificare ogni singola ingiustizia, compiuta in nome della società civile. Stereotipo, esatto Venere, vige l'impossibilità di superara lo stereotipo perchè non c'è altro.Infatti, la tolleranza non viene insegnata, ma ne viene soltanto evidenziata la mancanza, che non è,sino a prova contraria, un modello su cui basare una struttura sociale, ma solo l'ennesima conseguenza del deterioramento e confusione, a cui siamo tutti soggetti.
Qualcuno , potrebbe opporre la giustificata afferamazione, che nelle scuole, è insegnata la tolleranza specie in quelle primarie.Mi spiace, è una convivenza forzata. Appena vi è il contatto con il mezzo d'informazione , ne scuola e famiglia, può nulla sulla formazione dei giovani.
Come ho detto, nel mio intervento, all'inizio di questo topic,qualche settimana fa, la strada è ancora lunga, incerta anche in funzione di un mondo altamente sottoposto a tensioni sociali e bisogni primari non appagati.Per adesso, accontentiamoci di comprendere che noi stessi,anche se ci proclamiamo tolleranti, probabilmente perpetriamo delle discriminazioni che giustifichiamo in tante maniere, senza tuttavia pensare, che è proprio questo il nodo cruciale del problema.Cominciamo a puntare in dito su noi stessi, prima di puntarlo in giro.
« Ultima modifica: Sabato 4 Settembre 2010, 15:26:08 da Gianpiero »

Offline Barbara Golini

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #48 il: Sabato 4 Settembre 2010, 21:45:46 »
caro Conte, hai ragione, non si puo capire un sistema scolastico in cui non si vive, avevo scritto un mare di parole per spiegarti il tutto ma mi sono sparite e sinceramente non ho voglia di riscrivere perciò scusa se nonrispondo e rimando ad internet e alla tua volontà di ricerca se ne avrai voglia...rispondo però solo ad uno stereotipo cui hai fatto riferimento. La Germania proprio per il suo precedente storico è molto tolllerante e credimi molto di più della Francia....mi dispiace se dalle mie parole si è percepito il contrario, quello che volevo dire è che nonostante un paese si sforzi di essere tollerante, alcune forme di razzismo restano e non renderei il discorso troppo complesso....alcune persone hanno paura del diverso in ogni senso e questo accade sia in Germania che in Italia, ma non perché esistono queste persone si può definire un paese razzista....io n on definisco la Germania razzista, così come non definisco l'Italia razzista.....alcune persone e gruppi di persone (come la Lega) però si.

In Venere

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #49 il: Domenica 5 Settembre 2010, 10:51:12 »
vi ringrazio tutti della massiccia partecipazione a questo topic, nato dalla mia impulsività e sensibilità offesa da quell'episodio. anche se il tono scherzoso c'era, era un po' pesante a un certo punto, e io CHE SONO INTOLLERANTE, come salvo ci tiene a farmi ben capire, mi sono sentita discriminata. mi scuso con il conte, spero di avergli reso pan per focaccia  ;D e dico al resto dei commentatori che non voleva essere una riflessione sulla società odierna, passata e futura.
Il mio problema, è che sono una persona, limitata e piena di stereotipi. sono cresciuta in un ambiente multiculturale, ho capito qualcosa del razzismo e della tolleranza (ben diversa dall'accettazione, ma questo passa per il convento della mia limitatezza) e anche nel mio lavoro (insegnante) nel mio piccolo provo a evitare spiacevoli disuguaglianze.
salvo d'angelo, grazie per la pacatezza, soprattutto per aver sviscerato me e non la questione. :angel:
V.

In Venere

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #50 il: Domenica 5 Settembre 2010, 10:56:28 »
era una considerazione ironica, quella sulla ospitalità meridionale... ma qui sembra che ci sia troppa voglia di polemizzare. ::)
a bien tot  ;D