Autore Topic: italiani, una faccia, una razza.  (Letto 9258 volte)

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Offline Marina Como

Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #30 il: Lunedì 16 Agosto 2010, 21:46:56 »
ma certe categorie le rimanderei a casa propria.

piuttosto che tenerle qua,poi quando riesci ad arrestarle(il60%sono stranieri nelle carceri italiane strapieneeneene!!)
;D Infatti gli italiani che dovrebbero starci sono tutti a piede libero! La galera è fatta solo per le mezzecalzette, e sinceramente non so in percentuale quanti tossicodipendenti siano in galera per piccoli reati, mentre quelli che hanno i soldi per la coca, mica li fanno i "piccoli" reati!
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Stellaerratica

Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #31 il: Martedì 17 Agosto 2010, 09:29:01 »
;D Infatti gli italiani che dovrebbero starci sono tutti a piede libero! La galera è fatta solo per le mezzecalzette, e sinceramente non so in percentuale quanti tossicodipendenti siano in galera per piccoli reati, mentre quelli che hanno i soldi per la coca, mica li fanno i "piccoli" reati!

 >:( appunto, per questo parlo di categorie, come la storia di chi evade per milioni e milioni può patteggiare (tanto ne ha tanti altri di milioni) ed un piccolo imprenditore che risulta evasore magari per un errore di compilazione o per, magari, poter venire incontro a chi non potrebbe pagare tariffa piena, allora viene multato fino alla morte.

ma non era questo il tema della discussione.

Il peggior crimine è conoscere la verità e non far nulla.
(Carlo Parlanti - www.carloparlanti.it)

In Venere

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #32 il: Mercoledì 18 Agosto 2010, 07:43:30 »
allora, tanto per chiarire. il discorso riguarda l'incapacità di andare oltre gli stereotipi, che bene o male sono utili per non intasare la mente, ma quando ci troviamo di fronte a persone vere (per quanto una chat possa permettere) dovremmo almeno tentare di rivedere. ritagliarne i contorni a misura di quella persona, e non lasciarle l'etichetta addosso. da buona settentrionale sui meridionali, gli stranieri e gli zingari ne sento di cotte e di crude, in quanto a pregiudizi, e ho la mia brava cartuccera di stereotipi. negli anni mi sono ricreduta e continuo a farlo. perchè gli altri no? per quanto fosse ironica la presa in giro, a un certo punto diventa pesante, si sente che dietro c'è invidia, o forse cattiveria, non lo so.
io faccio schifo come essere umano, come italiana e pure come lombarda. ma non venitemi a parlare della leggendaria ospitalità del meridione, anche questo stereotipo ho dovuto correggere.
grazie a tutti.

goccia

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #33 il: Venerdì 3 Settembre 2010, 00:51:41 »
..c'è dell'insana follia in tutto quello che scrivete..

Ma da settentrionale quale sono non mi stupisco se una persona nata al sud porti del risentimento..pare che si chiami restituire ciò che è stato dato..un po' come se tra 50 anni o meno ci sentiremo feriti se un uomo che ora riteniamo extracomunitario e per questo non degno di vivere come un italiano (e questo lo pensano in molti, altrimenti non si spiega la maggioranza di quel partito leghista malsano ed inutile) ci chiamerà sporchi italiani

Si raccoglie ciò che si semina..io continuo a ringraziare la generazione che mi ha preceduta, quella che veniva dal fascismo e avrebbe dovuto imparare il male che provoca l'intolleranza..ma sono comunque parole buttate al vento o nel cesso o dove volete voi..continuate pure ad indignarvi, è sempre più semplice di tendere una mano anche quando si viene insultati

Offline Jack Pastore

Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #34 il: Venerdì 3 Settembre 2010, 02:11:10 »
Mi piace Frammento...

Offline Saldan

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #35 il: Venerdì 3 Settembre 2010, 09:23:22 »
io faccio schifo come essere umano, come italiana e pure come lombarda. ma non venitemi a parlare della leggendaria ospitalità del meridione, anche questo stereotipo ho dovuto correggere.
grazie a tutti.

Ma mi spieghi qual'è il tuo problema?

Ogni caso è a se stante, se fai di tutta l'erba un fascio ti dimostri quantomeno ignorante...la realtà del sud è così vasta che puoi conoscere qualsiasi tipo di persona, dall'intellettuale al mafioso, ma anche al nord è così...cioè insomma in tutto il mondo, ecco io ragiono così non classifico la gente in base alle origini ma in base ai comportamenti...se da me viene un Rumeno (per dire, visto che sono così malvisti qui) e si comporta con rispetto nei miei confronti mentre un Italiano magari no io rispetterò più la persona che si comporta bene con me, come del resto farei io, a prescindere dalla provenienza...

Il problema di chi ragiona diversamente sta proprio nel fatto di non andare oltre i propri stereotipi, ed in quel caso si dimostra di avere un grossissimo problema con gli altri ma anche e soprattutto con se stessi e la propria coscienza (per chi ce l'ha, in caso contrario LEGA DOCET).  :(
« Ultima modifica: Venerdì 3 Settembre 2010, 09:45:26 da Salvo D’Angelo »
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Offline Barbara Golini

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #36 il: Venerdì 3 Settembre 2010, 09:47:28 »
ho letto i vostri  interventi ma non tutti devo ammettere, il tempo è tiranno....mi ha colpito il titolo perché io non avevo mai sentito quell'espressione in vita mia se non quando venni in Germania 15 anni fa per la prima volta e un greco mi disse "italiani, stessa faccia, stessa razza" spiegandomi che i graci si sentivano molto vicini agli italiani perché, appunto, somigliavano loro sia di facci che di cultura....a me in tutto questo esprimere contro il razzismo che per mia esperienza di solito è cosa molto subdola, colpisce l'espressione "tollerare" sono una delle poche persone che non comprende la parola tollerare....la tolleranza non è accettazione e nemmeno comprensione dell'altro...non bisogna necessariamente accettare l'altro, sono daccordo, ma comprenderlo sì...altrimenti non supereremo mai nessuno stereotipo...èper questo chem i piace molto l'ultimo intervento di Salvo senza nulla togliere agli altri...io nella mia esperienza all'estero ho capito solo che il vero razzista non si epsrime mai a toni duri....il vero razzista ti sorride ed è gentile ma subdolo a volte  ti fa quasi sentire folle perché percepisci la sua intolleranza ma non la vedi....così  mi disse una volta un'insegnante turca che incontrai durante le mi e lezioni.....colui che in genere si esprime con toni duri nei tuoi   confronti e diretti è perché è ignorante e non avendo altra arma per offenderti ti da del meridionale, sale rital come dicevano i francesi, come avrebbe potuto dirti "stronzo" non da valore alla parola che usa perché nemmeno la consce....a me quando all'inizio i miei amici tedeschi per scherzare e pensando di essere spiritosi mi dicevano "aaaaah! Italiana, mafiosa?" e ridevano tra loro, hanno smesso di dirlo solo quando io sempre scherzando ho detto " e se ti dicessi "aaaaah" tedeschi, nazisti? rideresti?" allora e solo allora han capito....ma si trattava di persne intelligenti ripeto....quel tipo di razzismo di cui In venere veritas parla è un tipo di razzismo che non andrebbe nemmeno preso in considerazione tanta  la sua bassezza e "incultura".....nonti impedi sce di vivere ed essere quello che sei...il vero razzismo è quello di chi non ti assume perché straniero e di Balottelli.....altro è solo pornografia linguistica....

aureliastroz

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #37 il: Venerdì 3 Settembre 2010, 11:36:34 »
Mi era proprio sfuggito questo topic; a testimonianza del fatto che ultimamente  ho poco tempo da dedicare alle cose che mi piace fare (ad esempio rompere le palle al prossimo).

Premetto che quanto dirò non mi esime dall’essere responsabile insieme a chiunque di voi (nessuno escluso) dello stato di cose in cui versa il nostro Bel Paese. Vi dirò di più, queste mie riflessioni sono anche un’autocritica per tutto ciò che avrei potuto fare e che non ho fatto, un po’ per indolenza, un po’ anche per rassegnazione dopo anni di lotte politiche e non, nella certezza che un altro futuro fosse possibile per i nostri figli nello svegliarmi di soprassalto e scoprire che in questo momento già immaginare un futuro è un azzardo.

Rendo atto a “In Venere Veritas” di avere scritto una bella letterina ( a parte alcune espressioni che avrebbe potuto risparmiarsi, ma che in fondo credo rispecchino il suo pensiero) che nasce da una mia provocazione in chat con la quale (senza conoscerla) la tacciavo di essere una padana qualunquista,  ma ora, forse,  si è resa conto che per me si trattava di un gioco finalizzato solo a provocare una sua reazione sulla quale, nel prosieguo della serata in chat ,fondare una discussione per riderci sopra. Purtroppo lei non lo ha avvertito come tale (rivelando in questo modo i limiti della sua presunta tolleranza).
E’ vero, senza conoscere gli antefatti è difficile comprendere il significato di questo topic, e devo dire che, anche conoscendoli, avrei relegato la discussione ad una comunicazione via e-mail.
Certo, lo avrei fatto, ma mi sarei perso l’occasione di aprire una discussione con gli altri frequentatori del sito su una problematica così importante.

Come a volte mi succede, ho cominciato a leggere il topic dal fondo (dall’ultimo messaggio inserito) e poi, via via, sono risalito. Devo dire che l’impressione è stata di partecipazione, anche se sono sempre gli stessi a scrivere su argomenti che hanno una certa rilevanza sociale. Vorrei fare i complimenti ad alcuni di voi per come hanno sviscerato le proprie idee, senza falsi moralismi che rischiano solo di nascondere i problemi ed ingenerare false sicurezze.
Il problema dell’intolleranza (non mi sembra il caso di parlare di razzismo) è un problema reale, serio, attuale, contingente, quotidiano. L’intolleranza si è insinuata nei gangli vitali della nostra “civiltà” (??) la respiriamo quotidianamente, la assimiliamo esattamente come il nostro organismo  fa con un pezzo di torta alla crema (che, detto tra noi,  mi fa abbastanza schifo [n.d.r] ).

Assorbiamo intolleranza al mattino nell’apprendere le notizie dal  TG, ne assorbiamo in quantità industriali sui luoghi di lavoro, dove importa poco se la collega/il collega  di lavoro sia meridional-indu-senegal-partigian-proletario o catto-settentrional-bossi-leghista il fatto è che se le cose non vanno secondo i nostri desideri siamo sempre più portati non a discutere il miglior modo di affrontare il problema, ma ad aggredire l’altro, portarlo all’esasperazione per provocarne una reazione in modo da giustificare una nostra successiva presa di distanza quando non una aggressione vera e propria (verbale o fisica che sia).

(segue)
« Ultima modifica: Venerdì 3 Settembre 2010, 11:58:40 da Il Conte »

aureliastroz

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #38 il: Venerdì 3 Settembre 2010, 11:37:26 »
Diventiamo intolleranti in famiglia dove anche un piccolo diverbio diventa occasione per sfogare frustrazioni e tensioni accumulate; neanche il bar, luogo da sempre deputato agli scambi di vedute fra una partita di carte ed un bicchiere di vino, ne è esente, ora basta un semplice parere contrastante su un incontro di calcio per scatenare istinti omicidi.
Questa intolleranza nasce dalla quotidianità, dalla informazione pilotata, dalla capacità che i nostri “media” hanno sviluppato nel riuscire a farci caricare di valenze negative i discorsi dei nostri interlocutori, dalle esternazioni quotidiane delle persone che (non) ci rappresentano nella conduzione dello stato. Si riesce a canalizzare l’intolleranza verso lo straniero, il “diverso” per evitare che essa si rivolga verso i veri responsabili di questo stillicidio giornaliero.
Come diceva stellaerratica in un post precedente: noi italiani siamo uno strano popolo, i francesi non fanno tante parole, ed i loro governanti sanno che possono spingersi fino ad un certo punto, dopo di che il popolo si solleva (e non si limita alla manifestazione popolare che lascia il tempo che trova) d’altra parte loro sono gli eredi della Rivoluzione Francese.
Noi invece sfoghiamo le nostre frustrazioni sui più deboli, sugli emarginati, su coloro che hanno come unica colpa quella di essere distanti anni luce dalle stanze di potere. Le nostre pistole, i nostri coltelli, ma anche semplicemente le nostre parole, diventano lo strumento per giustificare repressione, sperequazione sociale e pretesto per aumentare le divisioni all’interno di gruppi anche omogenei di individui e ingenerando un circolo vizioso che genera altra intolleranza che genera a sua volta altre leggi liberticide (anche se non ce ne accorgiamo) e via così fino all’annichilimento totale.
Per quanto riguarda gli “stranieri”, questi sono sempre stati presente in altre società (vedi Francia su tutte) eppure leggi di integrazione oculate e uno stato che riesce a gestire bene la sicurezza, con l’ausilio di leggi ben applicate e soprattutto con la certezza della pena, sono state capaci di rendere omogenea una società che per sua natura ha sempre avuto a che fare con l’immigrazione. Noi invece, da sempre popolo di migranti, non avevamo mai avuto l’esperienza di vedere sul nostro suolo gente proveniente da altri luoghi del globo e questa esperienza, avvenuta in maniera repentina non ci ha trovati preparati e capaci di reagire in maniera adeguata, se a questo aggiungiamo la miopia di tutti i governanti che si sono succeduti ecco che abbiamo esattamente lo scenario che si è venuto a creare.

A questo scenario, poi, noi contribuiamo con i nostri distinguo sulle minchiate più variegate:
odio i meridionali, ma solo quelli che abitano a Caserta, vanno in macchina al lunedi dalle 18 alle 19,30 ed hanno la micosi ungueale, gli altri tutto sommato mi sono indifferenti;
odio i padani che portano scarpe 43 che hanno un loft su viale Manzoni o corso Buenos Aires, ma solo se escono dalle 13.30 alle 14.30 del 15 agosto, sugli altri ho solo delle giustificate riserve.
Poi, invece,  riflettiamo quando un post, in apparenza insulso, ci fornisce il pretesto per la messa in moto degli unici tre neuroni non intossicati che ci sono rimasti e poi il giorno dopo, già in crisi d’astinenza, ci “facciamo” di Tg, di pupe e secchioni, di grandi fratelli, di pomeriggi televisivi dove la cultura dell’intolleranza e della violenza viene ben rappresentata miscelata con una dose di prostituzione intellettuale che tutti siamo disposti a praticare in cambio di una comparsata in TV, di una quindicina di minuti di notorietà o di qualche centinaio di euro.

P.S. Scusate la lungaggine.

« Ultima modifica: Venerdì 3 Settembre 2010, 12:01:19 da Il Conte »

goccia

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #39 il: Venerdì 3 Settembre 2010, 14:08:21 »
..io vorrei sapere qual è l'argomento di questo topic..intolleranza? razzismo? o risentimento?

aureliastroz

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #40 il: Venerdì 3 Settembre 2010, 14:19:21 »
..io vorrei sapere qual è l'argomento di questo topic..intolleranza? razzismo? o risentimento?

Io credo sia il "mal di vivere" che ci ha colpiti.
E’ difficile dire quale sia la “composizione strutturale” o quale definizione sia più calzante per questo male che sta disintegrando quel poco di tessuto sociale che continuava a sopravvivere nonostante tutto. Qualcuno diceva “sono un cittadino del mondo”. Ma di quale mondo? Rispondo io, quello fatto di sfruttamento e miseria o quello di ricchezza e sopraffazione? Perché mi sembra che non esista più la terra di mezzo fra questi due mondi, che i confini si siano da tempo allontanati e, come “non esistono più le mezze stagioni” a poco a poco non esisteranno rapporti fra individui che non siano il puro contrasto, sia esso ideologico o culturale o di altra natura.
Dunque affibbiamo ad esso qualunque epiteto o definizione, il fatto che resta indiscutibile è che si sta regredendo culturalmente e l’uomo ritorna allo stato animale in cui la conquista di uno spazio vitale passa attraverso la sopraffazione e l’annientamento dell’altro individuo.



Offline Marina Como

Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #41 il: Venerdì 3 Settembre 2010, 17:21:33 »
 :D Si, condivido l'analisi fatta da Il Conte. Eppure non demordo, malgrado tutto. 
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Barbara Golini

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #42 il: Venerdì 3 Settembre 2010, 18:58:49 »
"Per quanto riguarda gli “stranieri”, questi sono sempre stati presente in altre società (vedi Francia su tutte) eppure leggi di integrazione oculate e uno stato che riesce a gestire bene la sicurezza, con l’ausilio di leggi ben applicate e soprattutto con la certezza della pena, sono state capaci di rendere omogenea una società che per sua natura ha sempre avuto a che fare con l’immigrazione."

un'ottimismo il tuo che, mi dispiace, non posso condividere vivendo da anni all'estero e lavorando nell'integrazione degli italiani qui, ti posso dire che nonostante tutte le leggi e le persone intelligenti e "tolleranti" purtroppo anche qui l'integrazione non è ancora davvero avvenuta....figuriamocii poi in Francia, dove, come appunto citata Stellaerratica, ci sono state rivolte molto violente....da questo punto di vista la Germania ha fatto molto ma molto di più della Francia e purtuttavia, ci sono ancora insegnanti che mandano bambini stranieri nelle scuole differenziali perché non parlano bene il tedesco e non lo dico io ma moltissimi, soprattutto tedeschi intelligenti. Gli stranierii è risaputo al massimo possono poter sperare di andare nella Hauptschule e sno più che contenti quando qualcuno di loro va nella Realschule, al Gymnasium sono ancora molto pochi e gli italiani tra gli ultimi.....dopo più di 30 anni di immigrazione....per chiarire vi sottolineo solo che l'unica scuola che non avvia al lavoro ma all'università è il GYmnasium....fino a qualche anno fa alcuni insegnanti (detto da loro a me direttamente) mettevano i bambini a sedere a scuola a seconda del lavoro del  loro padre....la scuola del mio land Baden-Württemberg è mi dispiace dirlo, ancora discriminante non tanto per razza quanto per livello sociale e gli stranieri sono naturalmente quelli più colpiti perché rappresentano la maggior parte della parte sociale più debole....a parte il telegiornale....non trovo che in Italia si sia più razzisti o intolleranti di altri paesi....forse fa solo male scoprire che lo siamo anche noi....come tutti gli altri. Potrei raccontarvene a milioni di storie di mancata integrazione.....a mia figlia a pochi mesi quando la portai al krabbelgruppe un gruppo in cui ci si riunisce tra genitori per far giocare i bambini fino ai tre anni, è stato impedito di avvicinarsi ad altri bambini e a me espressamente detto che dovevo andarmene e che nessuno mi voleva lì nonostante fosse un gruppo libero e organizzato all'interno di una chiesa....ho odiato la Germania allora per questo...ora che conosco benissimo la lingua...so distinguere e amo la Germania per tantissime cose che mi da e per le persone splendide che ci vivono, compresi insegnanti che si mortificano di fronte a tali atteggiamenti.....amo la Germania con le sue profonde contraddizioni come amo l'Italia con le sue...forse dovremmo cominciare tutti da lì e fare un po' più attenzione.....

Offline Saldan

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Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #43 il: Venerdì 3 Settembre 2010, 20:13:13 »
"Per quanto riguarda gli “stranieri”, questi sono sempre stati presente in altre società (vedi Francia su tutte) eppure leggi di integrazione oculate e uno stato che riesce a gestire bene la sicurezza, con l’ausilio di leggi ben applicate e soprattutto con la certezza della pena, sono state capaci di rendere omogenea una società che per sua natura ha sempre avuto a che fare con l’immigrazione."

un'ottimismo il tuo che, mi dispiace, non posso condividere vivendo da anni all'estero e lavorando nell'integrazione degli italiani qui, ti posso dire che nonostante tutte le leggi e le persone intelligenti e "tolleranti" purtroppo anche qui l'integrazione non è ancora davvero avvenuta....figuriamocii poi in Francia, dove, come appunto citata Stellaerratica, ci sono state rivolte molto violente....da questo punto di vista la Germania ha fatto molto ma molto di più della Francia e purtuttavia, ci sono ancora insegnanti che mandano bambini stranieri nelle scuole differenziali perché non parlano bene il tedesco e non lo dico io ma moltissimi, soprattutto tedeschi intelligenti. Gli stranierii è risaputo al massimo possono poter sperare di andare nella Hauptschule e sno più che contenti quando qualcuno di loro va nella Realschule, al Gymnasium sono ancora molto pochi e gli italiani tra gli ultimi.....dopo più di 30 anni di immigrazione....per chiarire vi sottolineo solo che l'unica scuola che non avvia al lavoro ma all'università è il GYmnasium....fino a qualche anno fa alcuni insegnanti (detto da loro a me direttamente) mettevano i bambini a sedere a scuola a seconda del lavoro del  loro padre....la scuola del mio land Baden-Württemberg è mi dispiace dirlo, ancora discriminante non tanto per razza quanto per livello sociale e gli stranieri sono naturalmente quelli più colpiti perché rappresentano la maggior parte della parte sociale più debole....a parte il telegiornale....non trovo che in Italia si sia più razzisti o intolleranti di altri paesi....forse fa solo male scoprire che lo siamo anche noi....come tutti gli altri. Potrei raccontarvene a milioni di storie di mancata integrazione.....a mia figlia a pochi mesi quando la portai al krabbelgruppe un gruppo in cui ci si riunisce tra genitori per far giocare i bambini fino ai tre anni, è stato impedito di avvicinarsi ad altri bambini e a me espressamente detto che dovevo andarmene e che nessuno mi voleva lì nonostante fosse un gruppo libero e organizzato all'interno di una chiesa....ho odiato la Germania allora per questo...ora che conosco benissimo la lingua...so distinguere e amo la Germania per tantissime cose che mi da e per le persone splendide che ci vivono, compresi insegnanti che si mortificano di fronte a tali atteggiamenti.....amo la Germania con le sue profonde contraddizioni come amo l'Italia con le sue...forse dovremmo cominciare tutti da lì e fare un po' più attenzione.....

Condivido pienamente il punto di vista di Barbara, il problema è che noi Italiani siamo nuovi a questo genere di situazioni, perchè siamo sempre stati un popolo di emigranti, trattati malissimo in Germania o in America...questo però avrebbe dovuto farci capire quant'è brutto discriminare le persone in base alla provenienza, o alla religione o peggio al colore della pelle...

Ma se ci pensate abbiamo al governo un partito di autentici razzisti xenofobi che delirano discorsi assurdi e fanno ragionamenti molto simili a quelli che faceva Hitler ai tempi del Nazismo, loro sono la punta dell'iceberg ma in fondo molti di noi sono convinti che gli immigrati siano delinquenti che portano solo schifo e devono essere trattati con disprezzo come cani, quando molti sono solo dei poveracci disperati che cercano riparo nel nostro paese, in fuga dalle guerre, dalla povertà, dalla fame, dalla MORTE...

Se continuiamo a dare ascolto o a votare gente che sragiona e pontifica cose indicibili, assurde e criminali ma soprattutto se non ci evolviamo moralmente come potremo mai crescere a livello di società, ma soprattutto a livello UMANO?  ???
« Ultima modifica: Venerdì 3 Settembre 2010, 20:22:05 da Salvo D’Angelo »
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Offline Marina Como

Re: italiani, una faccia, una razza.
« Risposta #44 il: Venerdì 3 Settembre 2010, 22:06:53 »
Condivido pienamente il punto di vista di Barbara, il problema è che noi Italiani siamo nuovi a questo genere di situazioni, perchè siamo sempre stati un popolo di emigranti, trattati malissimo in Germania o in America...questo però avrebbe dovuto farci capire quant'è brutto discriminare le persone in base alla provenienza, o alla religione o peggio al colore della pelle...

Ma se ci pensate abbiamo al governo un partito di autentici razzisti xenofobi che delirano discorsi assurdi e fanno ragionamenti molto simili a quelli che faceva Hitler ai tempi del Nazismo, loro sono la punta dell'iceberg ma in fondo molti di noi sono convinti che gli immigrati siano delinquenti che portano solo schifo e devono essere trattati con disprezzo come cani, quando molti sono solo dei poveracci disperati che cercano riparo nel nostro paese, in fuga dalle guerre, dalla povertà, dalla fame, dalla MORTE...

Se continuiamo a dare ascolto o a votare gente che sragiona e pontifica cose indicibili, assurde e criminali ma soprattutto se non ci evolviamo moralmente come potremo mai crescere a livello di società, ma soprattutto a livello UMANO?  ???
;D Quando smetteremo di dare il nostro obolo quotidiano alla maggior parte dei giornali, chiuderemo il televisore e parlando con i nostri vicini ritroveremo la antica saggezza popolare (tutto il mondo è paese? ad es.). Perché non ci si riesce più a distaccarci dal "tutti", dal "mai" e "sempre" e non si ascolta solo il cuore? (magari lasciando traslocare la rabbia momentanea riprendendo a parlare solo dopo aver contato e fatti i dovuti distinguo: ohhh, che sana abitudine che era!)
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.