Autore Topic: "Tu" di Maddalena Gatto  (Letto 1226 volte)

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Tinode

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"Tu" di Maddalena Gatto
« il: Sabato 22 Dicembre 2007, 16:35:25 »
"TU"

Distante è il tuo pensarmi
e nell'attesa ardo per la gelida
tua assenza.

Sospesa mi ritrovo
a trasudare le sciolte
inibizioni.

E nell'ebbro mio guardare
vedo squarci di lucida
realtà. 


Autore: Maddalena Gatto
 

Tinode

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Re: "Tu" di Maddalena Gatto
« Risposta #1 il: Sabato 22 Dicembre 2007, 16:37:32 »

Prima parte del commento

“Distante è il tuo pensarmi”

Nota d’ammirevole poesia, aprire immediatamente l’animo del lettore ed il suo sguardo all’ennesimo cuore che parla.
Mi è sorta spontanea una perplessità (senza procedere nella lettura): se quel “distante” alludesse ad una separazione fisica (di lontananza) oppure indicasse un distacco mentale, oserei dire di rifiuto, prescindere dal concetto di spazio separare i due soggetti.
Proseguendo nella lettura, l’autrice ci risponde.

“…e nell’attesa ardo per la gelida
tua assenza”


Esiste “un’attesa”, che non è certo fine a se stessa.
Un’attesa che non dovrebbe concedere spazio ad equivoci (la poesia è basata su un amore corrisposto e la speranza sempre giustificata?).
Lui è distante, nel senso classico del termine: si trova provvisoriamente in un’altra città, paese o continente…semplicemente lontano.
Lei “arde”, desiderosa d’amarlo, nel “gelo” conseguente alla sua “assenza”
Quindi l’autrice, c’incalza teneramente…

“Sospesa mi ritrovo
a trasudare le sciolte
inibizioni”


Passione, erotismo, intimità dei gesti, amorevole follia…sono afferrabili in questi versi: un concentrato sapiente, una sintesi, di ciò che potenzialmente potrebbe essere (se quella lontananza non esistesse)…ma è necessariamente da rimandare.
Una sorta d’avventura in stand by, ma sicura, pronta, indiscutibile: il tipico atteggiamento di chi ama senza riserve e si vuole concedere…per amore.
Essere “sospesi” è un connotato tradizionale di chi ama: non si pensa, si ama! Quasi staccandosi da terra; molto più ragionevolmente, vedendo la terra e ciò che contiene con occhi profondamente diversi.

Tinode

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Re: "Tu" di Maddalena Gatto
« Risposta #2 il: Sabato 22 Dicembre 2007, 16:39:50 »
Seconda parte del commento

Non c’è “inibizione” che tenga: le più irriducibili tra queste, come ci dice l’autrice…si “sciolgono”.
In fondo siamo nati per amare, ed è quando non amiamo che dovremmo sentirci inibiti, incapaci d’esprimere ciò che realmente siamo.
Quel “trasudare” ti fa onore; rende poeticamente al meglio l’idea della bramosia, della tua attesa sfibrante e rigurgita…d’amore.
Certo, come non essere “ebbri”?
Come non sentirsi felici?
Quando esserlo, d’altronde, se non quando si ama?
   
“E nell’ebbro mio guardare
vedo squarci di lucida
realtà”


In questa chiusa percepisco diverse emozioni aver attraversato l’anima dell’autrice: incerta sicurezza, un indietreggiare circa la potenza del sentimento capace di alterare la realtà piuttosto che esaltarla, una riflessione che trova spazio nel momento estatico, per quanto d’abbandono autentico misto all’ansia di riabbracciare la persona amata. Sembra una sorta d’ammonimento: la lucida realtà potrebbe corrompere la magia di un amore. Un’indicazione sensibile alla complessità di uno sguardo: maturo, analitico. Non mi meraviglierei di una certa “diffidenza” da parte dell’autrice, fermo restando il suo sincero lasciarsi andare tra le braccia dell’amore (che abbia sofferto passate esperienze di delusione?). In questo suo contagioso assecondare l’amore, filtra quella “lucida realtà”…Già: non si finisce di sognare, cambiano le aspettative risposte sui sogni.

Una poesia lineare, decisa, poeticamente “alta”…indurre inevitabilmente a riflettere.
Dovrebbe essere letta senza ipocrisia, onestamente…allo stesso modo in cui è stata scritta da Maddalena.
Un inno all’amore…con lo sguardo “maturo” su ciò che voglia dire viverlo.
Un abbraccio.
Giunga.
« Ultima modifica: Sabato 22 Dicembre 2007, 16:47:25 da Giunga »