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Le 37712 poesie pubblicate in licenza Creative Commons
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Danzan leggere su prati dorati di spighe
sciamando tra tulipani dai petali sottili
all’alzarsi del vento tentano vane fughe
fuggendo dalle intemperie a loro ostili
basta poco a spezzarne la tenue fragilità
a rubarle l’effimera beltà tanto
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| Sto con i mandorli e betulle
e liane di distanze,
per pochi giardinieri
si apre il seno del lupo
non c’è raggiro, sono
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L’amore mio
è donna
e la mia donna
si chiama
con il nome
di Lei
La sua anima
è venuta
in un corpo
di donna
perché sapeva
ch’io già
avessi il corpo
d’un uomo
Ora tendiamo
sempre più
l’uno verso l’altra
Non si
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Ieri sera mi hai dato
sette baci d’amore
io te ne ho dato solo tre,
ma valevano mille e cento e più.
Mi ha detto ridendo:
"Sto volando sopra le nuvole
e scendere io non voglio,
dammi ancora tre dei tuoi baci."
Io ho atteso la notte,
poi ti ho
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Se lontano guardi, oltre l’orizzonte,
l’immensità sovrasta il tuo pensiero,
e l’onda spumeggiante ch’hai di fronte
rende il tuo spirto libero e più vero.
Se pur nell’aer son le procelle pronte
a sradicar le piante col maniero,
di loro non temer,
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Nella notte nera
sentieri chiari
si aprono per noi due
e saliamo lentamente
le vette dell’amore
abbiamo vasi di ricordi
fasci di abbracci
immediati baci
che si vogliono incontrare
sulle nostre labbra
e la vetta più alta è lì
vive di noi
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Giorni preziosi dimoreranno nell’animo
accarezzeranno sogni, nei silenzi parole
si rifocilleranno di gai momenti
all’ammiro delle stelle
col vento a sussurrare negli occhi desiderosi.
Una stretta di mano, un abbraccio
zuppi di sincerità nel
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Attendo angoli di cielo,
scorte di pensieri congelati.
Non dovrebbe tacere la voce
che immutabile evolve
verso l’inutile passaggio del tempo.
Un treno in ritardo
un saluto taciuto
un bacio rubato,
rime dimenticate
in vasi di vetro
formate da
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Vorrei ammirare
la tua straordinaria bellezza
dall’alba al tramonto.
Vorrei accarezzare
la tua pelle vellutata
sotto le lenzuola di seta.
Vorrei sfiorare
le tue labbra carnose
come il vento che lambisce
con il suo respiro
le cime delle
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Canta per me
fanciulla dai capelli d’oro,
dagli occhi color del cielo
ed il tuo viso è l’arcobaleno.
Ho sognato la tua voce
mi era come una luce
nella notte mia nera.
L’alba per me
si è vestita di te.
Leggero come un petalo
mi sento
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portavo le mie quattr’ ossa sul calvario
accomunato alle migliaia di sventurati
lungo i binari della morte
ti parlo
a nome di chi nome non aveva
ti parlo dalla regione del dolore
con la bocca dei morti
ove germogliano fiori
di quel perdono
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| Non permettere mai
alla malinconia
-sia pur gentile-
di bagnare con l’opacità del grigio
il tuo sentire
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| Piove nel pensiero mio
indaffarato
che gesticola nulla lingua
impastata,
non si lava, ne si purga
scivola e si scontra
con un pace che non c’è.
Cerco una macchia di azzurro
che il cielo non mi dà,
disperatamente
vado a svegliare
un pensiero
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| Frullava il vino
perché lo spirito,
frutto della vite
ma dalla terra avuto,
potesse essere
bene assimilato.
Rubava al suo vignetto
l’acqua nella calda estate
e la vite scendeva
con le sue radici
nelle crepe del colle
e lì si nutriva
dello
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| E pensar ch’era un nano,
lo vedo or panciuto come un paguro;
che strano, chissà ... il zafferano!
Curioso e impensato rigoglio
ch’è tutto il mio orgoglio:
robusto e imprevisto un attizzo.
Lo sguardo mi cade
alle povere braghe
che avverto sì
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| un intrico di rami
fitto a mo’ di tetto -quasi
a contenere la dolce indolenza
d’un meriggiare montaliano
vastità di te solo
a
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Echeggiano risonanze di memoria
striano l’aria con tracce indelebili
per lasciare al pensiero la via
il cammino raccolto tra i passi.
Auree ascensioni s’apostrofano
pennellando le ascese
tra le raccolte palme
con briciole di vita racimolate.
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Si tace l’aer in questi giorni afosi
e il mare un manto di velluto appare,
pur le cicale han smesso di cantare
sui rami dei vicini boschi ombrosi.
Coi suoi lamenti fiochi lacrimosi
l’estate l’usignol vuol salutare,
e pago ormai del dolce suo
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Fra tre laste scarcagnè
buta i fiori a capelè,
’l par che i créssa a dispèto
’nvésse i fa belo ‘l dosséto
no’ i’è tuti stessi,
i me par de tré fameje:
la prima la ghe i’à sgonfi,
la seconda e la tersa longhi.
Chì ‘sta maravéia de colori,
i se
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| La circostanza degli occhi alla luce
che preme da una curva,
un’aria di domanda
che non dice niente. Prende la
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Una sottile linea demarca la vita
percorre a perdifiato un unico tracciato
a scivolare lentamente con un solo respiro
nella valle prospicente il camminato.
Avvolge la mente la nebbia rosa
pulviscoli di pensieri ad attorcigliarsi al viso
tra le
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Scrive la sera
con rossi pennelli
nell’azzurro del cielo
che segue noi due.
Il mio cuore si infiamma
mentre tu hai lo sguardo
là oltre il tramonto
nel letto che hai preparato.
Ho cantato canzoni d’amore
oggi dall’alba al meriggio,
ora vivo
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In quest’atrio fatiscente, decadente
va in scena la commedia umana
ed io sono spettatore impotente
di una menzogna cruda e
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Sabyr |
28/08/2018 20:47 | 706 |
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| Nel tardo pomeriggio intorno a casa
sudava intento a ricolmar la buca,
afosa l’aria ed una birra chiese
disidratato gozzo ristorare
a lei, che presso i fuochi affaccendata
udendo, le fu sorda, o non poteva ...
Al ché brutale ei rinnovò
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| Sulla scogliera sta un uomo
con gli occhi socchiusi
ad ascoltar la voce del vento.
Figlio della pietra,
ora è immortale,
sopra ogni tempo.
Si è fatto cavo,
ponte e strumento.
Come una canna,
lasciando che il fuori
risuonasse al di
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Uniti
germoglianti rigoglio
linfa grezza
linfa
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Vendeva le olive
quelle verdi e quelle more,
salutava le rondini
che se andavano lontano,
avrebbe voluto seguirle,
ma i suoi limiti erano tanti
e allora cantava al Creato,
si diceva poeta smarrito
nell’autunno che scendeva.
Incuriosiva i
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| Non è che questo mia
faglia dal basso
stelo nascente lamina
di spada
erba molle erba rude
erba stacciata
culmine di
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Non temer ...
se la vita a volte ti oscura
l’orizzonte e ti suda la fronte
da non riuscir a veder più il sole.
Fermati un istante!
Tanto basterà alla mente,
se clemente con te stesso sarai,
accettando che in un mondo di guai
il problema di
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nella luce che sale
generosa sei
come musa che l’abbrivio dà
col primo verso
-aria
di vetro - parola
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37712 poesie pubblicate in Creative Commons in questa categoria. In questa pagina dal n° 4411 al n° 4440.
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