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Impressioni
Le 31182 poesie pubblicate sull'argomento 'Impressioni' Poesie sulle impressioni |
Accavallando le ginocchia
sulla panchina di lucido legno
inchiodata al marmo incancrenito
della sala d’aspetto
si respira
la gelida immobilità dei pensieri
intorpiditi
che non celano in tasca un biglietto
di sola andata per fuggire via.
Il
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| Cigolii rappresi al
vittimario della quiete
Senzienti nel giogo di
agili speranze, concluse
afone, in liturgie e
primavere, tra ginestre
dove narrano olezzi
e giorni e richiami
antichi di cadute
trasgressioni.
Ed il ricordo mi
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EnzoL |
01/02/2014 18:40| 1647 |
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| La sfera gialla: “ Il sole ”
Scivola dal cielo quasi oscurato,
nella pancia sempre aperta della terra: < Il mare. >
Rapido, scompare all’improvviso il disco giallo,
nelle distese delle argentee acque del mare.
Con l’urlo dei suoi raggi che non
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| Vanno lente queste parole
come il tempo che mi opprime,
restano sospese
nell’aria immota rotta solo dai silenzi
che tra le pareti s’accumulano
come i ricordi troppo amati.
Tu sali ormai quelle scale
da lungo percorse da tanta gente
troppa ...
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| Raccontano le pietre sulla sponda,
di passi sbriciolati nel paesaggio
di un sole rimbalzato d'onda in onda
a dispensare il fiato di un miraggio.
La notte è andata via sgattaiolando
silenzi che si adagiano nel fondo
degli occhi, una
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Sul davanzale
il tempo ci sfiora,
nel vento il fiato
dei giorni che saranno,
quando ripudierò il tuo corpo esile
che fece della mia mente
miniera di immondo trepidare.
Sui tappeti
rotoleremo senza senno,
mentre fuori la piazza
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E’ un dondolo
di felicità
e spasmo del cuore
questa ubriachezza d’amore
mentre
la brezza è verace
a cantar il mio
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Nutrito cielo
lucido e bianco di pioggia
possente dimora eterna
gli occhi tremano.
S’accostano lente
le voci attorno
avvampa di sera il mondo.
Accende di vita il suono
e la pioggia vien giù
in un lacrimar di stelle.
Fra mille odori di
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Reti d'egoismo
sono insidiosi inviti sincronizzati
con l'espressione di mille incastri
dove lo srotolarsi è promessa
che si spezza nel mondo.
Lingue biforcute scalze d'amore
abbagliano l'umanità a costruire
invisibili gesti
in
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Le finestre si chiusero
all'urlar del vento,
consumai le suole quella notte
dal tanto andar
per vie
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Ancor che avidi sol fossimo
né fugando degli agi suoi calli
arido tra verdeggianti valli
arrise ovunque ci trovassimo
strisciando teso nei plumbei arbitrii
carcassa d'odio di floridi sensi
inneggiante orde di pie' forensi
un sentore
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Flaccido
disossato
fluttua
Steso sull'onde si culla
di ninna nanna sogna
si che l'onde piatte tacciono al vento
Di burrasca si veste il cielo
ruggisce il tuono
sbattuto alla battigia riposa
come relitto dimenticato
come alga
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| Per un attimo breve
con soave tenerezza
hai sfiorato il mio viso
luce esile, d'immaginari mondi
che in un algido tremore
racchiudi crisalidi di sogni
in trepida attesa di spiccare
il volo nel silenzio che tenue
fermenta, ologrammi sbiaditi
da
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Vedo il tuo volto che sa rassicurarmi
ma è lontano ancora troppo lontano
forse è soltanto un miraggio
una mia fantasia
che mi afferra
per poi correr via tra gli specchi
ed il dolore ritorna ancor di più
a torturare il mio
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La Notte piagne e ‘l campanil la svela,
e le contrade si copron di Luna,
e ‘l cielo torbido e tetro si gela,
e posa inquieto sur d’orrida cuna,
e i sentier miseri e i campi rivela
sol l’ombra infìma tra l’oidi, e nessuna
quercia si scerne
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Là dove dormi sotto la collina
il tuo sonno di pace oggi c'è il sole
e tace il vento fra i cipressi e quiete
sembra voglia l'inverno a noi donare.
Non turba il tuo riposo la colonna
di traffico che scorre lo stradale
costeggiante
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l’anima si congeda dall’esteriore
ripiegando sull’abisso in fermento
s’acuiscono i sensi, valicando frontiere
nel tracciato di un’aria dilatata
s’incanta il tuo sentire
e cattura molecole d’emozione
nell’aria silenziosa e raccolta
mentre dentro
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Mi beo di te e del sentor salmastro
che benigno doni
pregno di giada e alabastro...
mare, e sotto quel cielo ch’è degno
di cotanto bene,
ridonda dal porto al colle
il mugghiar profondo d’alcune sirene.
Lemme torna bofonchiando
il
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Vivì |
30/01/2014 07:36 | 3527 |
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Questo letto è un caro rifugio,
l’odore di casa,
la tua non organizzazione.
Mille parole rinviano il domani.
Al solito appuntamento
conviene tu sia preparato,
più per te che per il mondo.
Non darti pena,
i passi costruiranno il concreto.
Le
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Avrai chiare nuvole d'aurora piena
soffiate via nei mattini brevi
per richiamare spazi taciuti
fra la penombra dei sentieri scuri
Un piccolo bagliore ricucito
al solco di un solo riflesso ingrato
che non conosce fragile distanza
nell'orizzonte
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| Principio d'antico
è un soffio di vento questo senso di te
ancor s'assorbe
al baluginare pallido
d'ore
nota che non si ferma
come pioggia
riga i vetri
fin oltre la speranza
un sospiro
lieve
in un angolo della casa
di sospesi
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| Il giorno
il giorno assurdo
in cui si arrese Mario
io ero al mare
e il mare era pieno di farfalle bianche
troppo
bianche
direi quasi angoscianti.
Quel giorno il mare era piatto
nemmeno un'onda
piatto
come un brodo
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| Ho smarrito la via
al passaggio di una nuvola.
Paesaggi inventati dagli occhi
mutano in un cielo
gonfio di lacrimosi presagi,
si vestono in grigio
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| Spruzzi di giada, lingue di serpente,
collane di neve, scintille di vento tra
luci lontane e paesi che affogano di stelle,
e profumano di mare,
che trasportano in una bolla di sogno
tutti i pensieri.
Certe cose si ripetono era scritto
sul
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| Ci sto pensando
non so
forse è il caso di lasciar perdere
orizzonti inattesi si aprono
un rifugio ove tornare a vivere
allarga le sue branchie
dubbi sguinzagliano
in quel labirinto
guazzano idee
mangime sottovuoto
implorando
fa il suo
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| Giunsero le stelle
a guidar la notte.
Nel mezzo del cielo
la luna illuminava
i nascenti sogni.
Una tiepida
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| Quando l'America si gira e sbatte il naso contro l'addome puro della Statua della Libertà
La mia speranza
Mi solleva di peso e di amore, mentre i passi arroganti dei giovani stridono
E rimbombano di spari a fianco.
Poi, c'è chi sbatte
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| muoio il silenzio scassato d'un marciapiede
ubriaca cicatrice distrutta di tormenti
rattrappiti occhi d'un cielo d'agosto
il mondo
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| Trema. Almeno una volta,
abbi paura del buio intenso
d’una notte che si è sciolta
nei ricordi del penso e ripenso,
nel cupo e assurdo rancore
che bisbiglia odi repressi,
nell’umido e freddo sudore
secreto da pensieri oppressi.
Falla tremare
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| Un fuco avvampava improvviso
Nelle sorgenti delle vene pulsanti
Quando nuda al sole di mezzodì
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31182 poesie pubblicate sull'argomento Impressioni.
In questa pagina dal n° 11791 al n° 11820.
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