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La cattiveria rende infelice
Le 27 poesie pubblicate sul tema "La cattiveria rende infelice "
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Albero di bugie crollato sotto il peso
della luce brucia coriandoli di verità.
La purezza dell’acqua piovana ha lavato
le scorie di atti inconsulti che avevano
travolto l’immagine del vicino inconsapevole.
Restano le parole: armi potenziali,
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Atto efferato
pegno prezzolato
riflesso nello specchio
dei precordi
con i trascorsi grati al dio del male
figlio mai avuto
maledetto affare
ponte tra due sponde condannato
alla tristezza avida e assassina
che coi capelli neri si
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Girovago in un mondo
di gente senza scrupoli alla ricerca di quel potere
che rende schiavi cuore e mente.
Anima circondata da sbalzi di umore
brividi di paura quando l’urlo diventa
di ghiaccio, quando quel sole non illumina
la mente. Infelici in
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Artigli che s’affondano nell’anima,
sono le parole,
scavano solchi maledetti
dentro un soffio vitale, vestito di tristezza.
E’ la vita
ora gemma e fiore,
ora albero privo di foglie,
spoglio di coscienza.
Un velo pietoso,
la cattiveria, che
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Tu che passi i tuoi giorni
a diffondere
la tua maleodorante alterigia
se ancora ami un poco te stesso
raccogli quelle poche briciole di bene
che il cuore ti ha
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Non parla Amore
a chi lo spirto suo dissoda
per seminar e nutrire l’oppressione,
né canta il cuore
di chi in Cattiveria pone la sua ascendenza.
Né ali hanno i sogni
di chi non fa danzare la Speranza.
Bassezza alimenta viltà
e sol disprezzo e
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| A fondo valle,
nel calvario di notti
accecate dall’insonnia,
affiorano i rimorsi.
E’ la cattiveria quando persiste
a
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Vago incerto, nel buio
dietro me, nulla v’è...
Il cuor mio, infelice è
d’esser pregno di quella cattiveria
che non mi appartiene.
E l’anima mia, or ci tiene
a sollevare questione...
Chissà il perché
di questo improbo cammino.
In cerca di una
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Cresce a dismisura
l’erba della cattiveria
come nel bosco
quando spuntano
selvatici rovi
e salici piangenti.
Prosperano rigogliosi
muovendosi
tra le vene invernali
dei più aridi cuori.
E’ un graffio che fa male
come un fiore carnoso
o
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Amor... amor
cuor dilata,
fa i conti
senza l’oste,
serve vino e acino
senza cuor
delle risorse.
All’interno
candeggiano
canaglie vie
per modellar illusioni
e grandi progetti,
lor voler imprimono
senza doti.
Rassettano le tasche
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E’ il tempo della vita maniacale
nascosta dalla porta appena chiusa
e dato che sai bene come s’usa
tu sappi che è un nemico potenziale.
Appena entrata ascolta il suo segnale
che naviga nel sangue alla rinfusa
per castigare il male e chi
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Per vincere, nel judo, lo sappiamo,
assecondar bisogna l’avversario,
trascinarlo con noi nella caduta,
per rialzarci più forti e superiori.
E se fossero al judo viciniori
le tecniche per vincer la temuta
malalingua, se su stesso binario
l’infame
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Tu cuore di pietra,
che senza ritegno coltivi la spudoratezza
e l’arroganza favoreggiando verme malefico
che dorme dentro l’anima nascosto
grido di dolore t’annienta ma forse
è solo solitudine, rabbia o frustrazione
quello che ti tiene con le mani
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| Guardati nel mio sguardo
senza ricordare il mio nome,
oggi non ti posso accontentare
nei rosari discussi e ipocriti,
in effetti, presepi oltraggiati;
mercimonio brusco
nello stridore d’unghie
sullo specchio appannato.
Lo chiami
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Non c’è scuola, per la cattiveria,
nè insegnante che la insegni
vive con la malignità ed ostilità.
Cattivo tempo e perfido spazio
sono i suoi amici.
Soltanto la malizia del denaro
e la crudeltà del potere,
stimoli e valore per Lei
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La cattiveria rende infelici
e nessuno redime il male bevuto a lungo.
La normalità affianca in fretta
vite sformate
in regressione di passi che strisciano
eterne condanne.
Oltre la linea d’ombra
anime oscure e infelici
tremano, arrendendosi coi
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| Sei stata nella mia vita
l’erba cattiva che avvelena
ridotta come anima in pena
malattia che mi ha colpita
Nessuno l’ha mai capito
ti credevano bella e buona
ma io sapevo ch’eri imbrogliona
la calunnia era il tuo mito
Mi hai tolto chi tanto
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| L’ignoranza
ha resuscitato Caino.
Sotto le sembianze
di nuovi ordigni mortali:
tutta l’umanità fa tremare.
La memoria ha già dimenticato
Hiroshima e Nagasaki,
quanto successo è già passato.
Solo la cultura, novello Abele,
la potrà salvare dalla
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| senza stima ed amore non puoi vivere,
spesso sono certi amici che ti fanno male,
con parole pesanti, che non ti aspetti da loro.
vivere vuol dire anche trovare il coraggio di
voltare pagina, a volte ti capiscono di più
persone appena conosciute
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| Mia regina madre e donna
figlia al dio della mancanza
nel tuo vuoto ogni devianza
occhi sconci bocca e gonna.
Mia regina artato sogno
schiaffo al volto dea bendata
male infetto da parata
nero come il tuo bisogno.
Sei tu che regni algida
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| Senza pace
a rincorrere guai,
l’adorata donna nella corte
coltiva la zizzania
e nessuno sfugge a lei
il grande uomo, suo marito
la tiene a bada
ma lei non molla la presa
cerca l’amica
la sprona a parlare,
lei non sa dimenticare
e domani
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| E’ piena cattiveria
e cosa ancor più seria
si adegua ad ogni caso e ad ogni mente
con tutto il suo piacere da contatto
sicura del baratto
e triste più del vento e delle onde
col bene più beato si confonde
con quella sua maniera da
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Nel tabernacolo
del mondo vive tutto
intorno alla coscienza
di un cuore che strazia
ogni sentimento ignudo.
Ogni gradino che consolida
la via rimane un ricordo
del giorno, momenti ingiusti
vivono gli arcobaleni
che commutano il
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| E’ notte di stelle,
luce infioccata d’ancestrale scintillio
scende sul tranquillo mare,
mentre voce dell’anima offuscata dall’odio
muore nella spessa bruma del male.
Non coglie il fascino della notte!
Respiro malefico brucia essenza della vita
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| Vorrei provare ad adeguarmi ai tempi
a ripagare il male con moneta adatta
ma un vuoto dentro mi pervade il corpo
freddo sentore m’ attraversa tutta.
Dovrei staccarmi con la mente altrove
da questo mondo fatto di dolore
di cattiveria che fa male
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La malapianta alligna in ogni dove
con le sue grinfie avvelenate e scarne
ed entra dentro il petto e nella carne
dove procaccia l’orrido e si muove.
Avanti e indietro lei riprova il nove
della formula antica e sa che farne
delizia delle lotte
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| La cattiveria
è una gabbia interiore
tappezzata d’invidie e
rancori
che emana
per
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