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Parlo ancora di te
Le 29 poesie pubblicate sul tema "Parlo ancora di te"
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| Davanti a un mare limpido,
sulle onde del pensiero
penso a te, parlo di te,
solo i gabbiani mi ascoltano
e il vento mi porta lontano
quando eravamo felici
quando l’amore per te
era un vulcano ardente,
e anche se ora non brucia
parlo ancora di
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Lontani
assai lontani
solo la luna
a spasso con le stelle e la fortuna
di un consunto amore prigioniero
di quattro istanti
ladri ed assassini
con te che gridi e parli di incertezze
legate a poche stolte tenerezze
col mare che ci lega
e ci
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ti ho cercato
tra le pagine di un libro,
pagine gialle che si colorano di luce .
Uno scritto piccolo che si ingrandisce
ed il tuo viso è tra le righe.
La tua mano è sul mio viso,
asciuga una lacrima che cade sulla pagina .
Ora non sono più sola
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Se mai piovesse quiete
saresti stato vento
su due mesi d’Aprile, tu- io,
tremacuore d’inconsueti altrimenti.
Suoni d’occhi e vibrare dolce di pelle
noi, non riaperte voci che fummo.
C’è che il palmo si leva
sull’ora delle prime sere, ora
al
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Lia |
18/11/2018 21:32| 2317| |
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Soffri via come il vento,
soffi ancora un po’ dentro.
Strilli contro ogni soluzione,
stridi ancora per aver
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Sapessi dirti delle lacrime
che non perdonano
rinuncerei a ritornare a galla.
Il cielo,
guarda un altro cielo,
un
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| Parlo sempre di te
guardando il cielo
nascosto da una nuvola
e sulla panchina sotto il pino
macchiato dagli anni
chiudo gli occhi e ti penso.
Lì ferma, ad aspettarmi
so che mi ascolti.
E’ come tornare bambina
quando mi tenevi stretta a te
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| Di là del sipario calato
parlo ancora di te
mentre aggiusto il cuore.
Con ago e filo cucio
gli strappi del tempo
per sfuggire all’oblio
e regolo un orologio inceppato
per rendere al tempo significato.
Parlo ancora di te
a un volto
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sorridevano i fiori al nostro passaggio
il profumo ci vestiva di sogni
ed ancor oggi li risento nel cuore
quando
tra sorrisi e carezze
ti dicevo ...
Amami
amami sempre
Amami come aria del tuo respiro
nei battiti del tuo cuore sentimi
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Inspiro
tramonti di curcuma e ulivo
sfioro tue risa
ciliegia e panna
e afferro al volo
occasioni di fuga da te
prima che il sole si sperda all’orizzonte.
Ma cedo
all’insorgere di tenebre al neon
a disegnare asfalti
del ricordo che mordi
da
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Parlo ancora di te
nelle primavere in bianco e nero
tra quei ricordi di salici piangenti
ad accarezzarmi il volto.
Parlo ancora dei tuoi occhi
un vuoto profondo
dentro rime aspre
metaforici disegni del dolore
che ha dipinto la vita.
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Pronuncio
parole senza senso
in faccia a sconosciuti
allo specchio
nell’eco del mio ventre.
Parlo ancora di te
ma nessuno mi sente
qualcuno finge comprensione
così come le mie orecchie
stanche di te.
E ti muovi
ancora indisturbata
negli
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Abbraccio nel vento che trasporta, il suo viso
di quel profumo l’inalato, l’ansante respiro
sento il brulicare di forti emozioni
lei il mio unico amore... è la vita mia.
Carezzo con la penna le più belle parole
l’intenso e sempre vivo suo
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Il vento mio si agita
nel cielo dell’amore
e cerca inutilmente
il centro del tuo cuore.
Al cuore poi gli capita
di credere all’ardore
ma il petto riflettente
si spegne nel languore.
Non se se parlo o sento compassione
basata sul tuo impero e
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La carne è stanca e affannoso il respiro
ma dentro scorre
l’intimo vibrare dell’universo.
Parlerò ancora di te
con il cuore che si bagna
in un mare di nostalgica passione
su ruvide mani ch’accarezzano
la voce smarrita di preziose
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| L’amore ha il vanto di tramare inganni
appena avverte il rotolar del vento
nei tuoi discorsi servi ogni momento
riflessi nello specchio coi suoi danni.
L’amore invecchia e disconosce gli anni
passati a calcolar l’appagamento
e appena scorge il suo
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| Non si placa l’anima...
Avvolgenti ricordi non voglion più tacere
e bussano prepotenti al cuore anche se non vorrei.
Stridenti visioni squarciano labili sogni
e lasciano vuoti amari tra le ore dei miei giorni.
Fingo di dimenticarla, m’illudo
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| Quando fra schegge di stelle risuonano campane d’aurora
mi desto nel gomitolo di lenzuola del primo raggio,
c’è un velo di nebbia nel cielo dei desideri,
noi in un cantiere d’amore come in ogni alba
figli d’un destino errante dalla pronuncia
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| "Occhi verdi,
di pietre e di smeraldi,
di luce sfavillano,
di speranza essi ardono.
Riverberan l’amore
riflettono la
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| Accanto a te mi siedo ogni sera a contare le stelle ad una ad una,
c’è né una che mi dice sempre che tu mi vuoi bene,
che
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| Il legno rotto di un archetto e una spiga di lavanda
chiusa dentro un fazzoletto
col tuo nome sopra
scritto
Arriva così un pensiero
transito inaspettato nella mente
ed ecco che si accende
un ricordo vivido e loquace
la tua voce
Parlami
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| Quel paesaggio che la tua voce tutto gela
é un ricordo del passato che mi porto dentro
nelle nebbie imbalsamate di novembre
che coprono la natura che si spegne.
Quel freddo é l’unica cosa che resta di un fuoco
che ci bruciava da dentro fino alle
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| Rovisto pieghe di vita
cercando
d’inventariare
trionfi e disastri.
A sera
disegno
la somma algebrica
d’esistenziali dareavere.
Ed è
insopprimibile
acme
di tua mancanza.
Vagano pensieri
d’un pompeiano cupo
a compulsare attimi
d’infinito
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| E mi sorridi ancora
in quell’abbraccio
molle e capriccioso
dei tuoi occhi
che offrono parole
ed io le sento
non vere e illuminanti
profferte con dovizia
al calendario vuoto
del domani
ai quattro giorni accesi
all’imbrunire
di quella storia
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| Non voglio più svegliarmi,
sonnambula notte mi costringe a te,
incatenata come una schiava folle.
Si inframmezzano acquiescenze di trasparenti veli sudati
in abbandono di braccia malleabili come seta.
Ti avessi qui,
stringerei il sogno
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Fatti sentire ancora
dentro le parole di un libro
e dentro i miei occhi
quando accendi
celestiali azzurri.
Ti verrò a salutare
con i bagliori del mattino
prima che tu svanisca
come un delicato pensiero
in volo...
Parlarti, ascoltarti
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Ti porto lontano
come fa ogni alito di vento
come un aeroplano nella nebbia del
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| "Hai smagliato le calze?", nella radura
chiedevi ansioso, fra le betulle e i rovi.
Mano nella tua, a seguirti intenta
sino in capo al mondo,
non rispondevo. Era amore,
turbamenti nuovi,
protezione, amicizia, cura,
gusto del rimorso,
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Tu col tuo fare assurdo penetrante
non senti del mio cuore la follia
e chiedi ad una donna l’agonia
con le sue ore vive sul quadrante.
Io te la troncherò seduta stante
mio dolce amore di una notte e via
per colorare a sbalzo la regia
del canto
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