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Scoprire le proprie imperfezioni.
Le 19 poesie pubblicate sul tema "Scoprire le proprie imperfezioni. "
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l’asfalto viscido era tanfo assurdo
pioveva, come per scherzo
erba fradicia d’acqua
bagnato e freddo aspettavo
intorno nessun castello
lumache e costruzioni
silenzio, dov’ero?
nella notte i segnali sviati
vidi l’Orsa, a cinque passi
ero allo
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Quando i resoconti delle spedizioni
ai bordi delle tue attitudini
recano le più spente cronache,
quando la tenacia
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Essere uomo nel sociale
la vita la grazia è una gioia
nel parco degl’angeli
regna l’uomo forgia alla mente
alletta umore.
Tutto ritorna alla memoria
l’io impone potere
al percorso
del vagato avvenire
Essere felice
lo
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A dire il vero
ho cercato nella vita
la perfezione sempre.
-Utopia del mio pensiero-
Ho annegato gli errori
nel buio
nascondendoli
nelle fessure del cuore
e nei cunicoli dell’anima.
Il tempo mi ha fatto capire
che approdare alla terra
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Racconto l’inesattezza
del vivere
in una luce diversa.
E’ afona
nell’esprimersi la voce,
dove ogni reliquia
va
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Concitati respiri
come affilate lamine trasmigrano sull’ultimo orizzonte
perdendosi
nel lento scorrere del tempo
la mia ansia
di cancellare le impronte
d’imperfetta essenza non si placa.
Ma perduto nel riflesso argenteo
di una candida
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| Eppure oggi
voglio distendermi sulla roccia.
Giuro di aver sublimato me stessa
oltre il delirio delle misurazioni.
Di
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| Una voce al vento,
un dolce richiamo della luna,
la strada si buia, ma...
ogni cosa scompare
con la luce della sera.
Non ho paura di attraversare
meandri oscuri della vita,
mi condurranno a nuovo spazio,
ali d’aquila in volo.
Sfumerà
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| Non è l’aspetto
non è il mio brutto naso
non sono gli occhi
piccoli e assassini
né queste mani
grosse e un po’ nervose
ma il mio sapermi
pavido e invadente
in fondo permaloso
e attacca brighe
a darmi quella forza
ben
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| Dalle feritoie della mia torre di guardia,
guardo in silenzio lacrime di affannata pioviggine,
moria di foglie vizze di uno stracciato autunno,
bagnare come polvere di strade avite
il solcare corrivo del restante inverno.
Scendono gocce stridule in
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| Io certamente pazza
non lo sono
seguita dal tormento
e del frastuono
di questa testa molle
inadeguata
coi verbi manomessi
dall’andata
e i miei difetti
sono vari e tanti
che te li stendo
ai fili degli istanti
che passo insieme a te
e in
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| Fetta di luna in cielo innanzi l’alba
lustra il suo cielo e il mio che vede il buio
fuori che è notte ancora e
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| Io non so se le parole
sono pronte a catturarmi
se non sono tra le viole
io col fiore a trastullarmi
ma l’ardente desiderio
di mostrare il mondo mio
forse è figlio di un criterio
col suo cupo borbottio.
E sono solamente quel che vedi
un
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Ramingo
in un arzigogolare
di forbiti versi
come un lampo
cattura l’attenzione
del
vanesio cantore
un rilucente
raggio di sole
che
con talento
da pittore
decora una ragnatela
a diamanti di rugiada.
Al laborioso ragno
abbaglia
tal
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| Sono una mela marcia
a stare in mezzo a tanti
amara e riservata
acerba non mi pare
ma a maturarmi basta
girare coi viandanti
di questo mio abbandono
difetto appena nato
col gioco delle carte
da che mi son legato.
Sono una mela marcia
un
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| Chiedo pietà
mia nobile signora
ho molto peccato
da quando sono nato
e mi chiedo spesso
la ragione del mio sesso
son malato
e andrei curato
ma come fare
non so trovare
belle e brutte
le ho provate tutte
ma comunque faccio
sempre vi
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| Coloro e scrivo le verità dei suoli
inciampando spesso in qualche sasso
Nella bruma del cammino
fino alla sera del giorno
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| Così diceva il tempo alla mia vita
“Tu parli all’infinito e non hai soste.
Mi sembri un prontuario di risposte
il calendario senza via d’uscita”.
Così mi son svegliata margherita
coi petali inzuppati di proposte
con cento porte
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Oscillava in sé, raccolta come se stesse
opprimendo un dolore, un canto silente
si elevava al cielo in quel corpo piegato,
dava le spalle al sole e dondolava.
Esistono ancora le ombre, ciglia che
chiamano inganni, ma una brezza di
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