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L'inganno dell'apparenza
Le 24 poesie pubblicate sul tema "L'inganno dell'apparenza"
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Inganna anche la canna d'un fucile
puntato alla testa del peggior offerente
di quel demente che ordina ai suoi
di votare al massacro la popolazione
svilendo l'immagine del paese asfissiandolo
con diossiniche prese di posizione al tubo di
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| Non ricordo dove portava quel treno
e sognavo paesaggi senza più vetri
gocce incrostate e facce spente
Tutte le statue
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Sembra un miraggio
ed è splendida realtà,
il tuo volto è per me omaggio,
non è inganno a me dinanzi,
né follia della mente.
Amica sicura sempre tu,
vigorosa nella lealtà,
unica nell'emozionarmi
nella
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| una discussione
è una discussione .
Venti di gloria,
dolore antico .
Pragmatismi armonizzati
colostro per il cavallo .
Su per giù
ci siamo ritrovati,
esplosi in temporanee
condizionate Reminiscenze
Quando l'ologramma del
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Lightm25 |
06/03/2016 20:42| 861| |
Poesia segnalata
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| Lo vidi di spalle
affacciato al tramonto
con le mani alzate
pronte alle carezze
le sue parole gentili
invitavano ad aprirsi
a perdersi nell'universo
e tutto era luce
poi serrando i pugni
gettava via la maschera
e tutto convergeva nel
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| E' tutto bene
la voce comune
non da sollievo
stare in silenzio
soffocate le idee
dal fuoco nemico
non nasconde nulla
l'ipocrita velo
ma di finzioni
si nutre il reale
e le cassandre
guardate male
son ciarlatani
i padroni del tempo
si dan
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Verrà il tempo del pianto
e tu sdraiato al sole
continuerai a guardare tuo fratello
che di fame...
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| Titaniche forze s'ergono.
Camminano in grembi di donna,
tramano per giacigli
imprigionano paradisi.
Coltivano sterili semi
attraverso i sensi,
per un figlio negato
da un mare lontano.
Ispirate dalle apparenze
non rinunciano a
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| Non so se per amore
o per sgomento
che sento ora di amarti
ancora più.
L'assenza mi sconforta
ma comporta
la discussione in seno al sentimento.
Sarà l'idea di te che rode dentro
o forse anche l'amore perde costo?
Il tempo
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Ti passa accanto
come in un sospiro
non cambia strada
ma ti prende in giro
e sembra il giorno
che sotteso al mentre
si attarda con piacere
nel suo ventre.
Non ride ti sorride
e ti sconforta
vanesia come panna
sulla torta
sostiene quella
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Di nome Maria
in arte Susy
scandiva il tempo
a colpi di mezzora.
Ape da miele
albero da frutta
fioriva
impollinava
coglieva la vita
nella solita
mezza ora.
Era ape da frutta
era albero da miele
non era Susy
e forse
neanche Maria.
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Hai chiesto consolazione
e tre grammi di cuore
basico
volendo compiacere
la mia vecchia inesperienza.
Ti ho dato quello che non ho
in fretta
pregustando l’apparenza
sul tavolo
non ancora apparecchiato.
Il terzo ospite
non ha disdegnato
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| Mortali nascono in solitudine
solo anime gemelle condividono la stessa emozione
nudi corpi piangono alla vita
fanciullo e fanciulla
il tempo a uomo e donna li temprerà
il destino attende giovani e bambini
nessuno dalla morte
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Mi hai mangiato le unghie,
mi hai trasformato,
- i polsi non respiravano -
una macchia, ma non di sangue,
plasma e acqua
su di un foglio,
carta, bianco,
e grigio come i denti
che le rane
- coccodrilli- nascondono
dietro le bocche
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Vestito di cenci sta in sé
l'umiltà non sa cos'è
l'arroganza e tracotanza c'è.
Eleganza raffinata appare
gentilezza e modestia da re
nobiltà costante nel difendere.
Chi vede con saggezza
nessun confine ad
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L’apparenza,
quell’impressione di buono
che fa credere
di essere felici
ha qualcosa
di nascosto e profondo
che illude, inganna
un gioco senza fine
come la sofferenza
che sostiene...
Confonde le idee dell’altro
come una nube
quando
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| Un fiorir di melodie
rigonfia la mia vela
come vento di ribellione
al sogghigno ingannatore.
Con la cera della lealtà
tappo le orecchie
mi lego all'albero maestro
per non cedere- fragile
alle sirene ingannatrici
che incantono la mia
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| C'è vento sul Tavoliere
un vento che muove le foglie degli spinaci
e ci sono schiene piegate
nere schiene incurvate.
Il signore dei campi
è uomo stimato da tutti
la chiesa ringrazia
la sua presenza discreta.
Al comune le
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| Di sostanza nella testa
non hai traccia...
cultore del niente
amalgamato col nulla.
Per la forma
un quotidiano
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E sono intorno a te
le mani sue imploranti
sul cuore della terra
nel dare e nel ricevere
nel modo più ingannevole.
E sono porta e guida
coi volti già segnati
scolpiti dalla vita
affranti dal dovere
tanto per non vedere.
E sono
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Sfuma il colore del viso
che solo apparenza apporta
Cade ogni spontanea lacrima
verso un baricentro che non sostiene
Tutto si perde
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Tra essere o apparire
mi piace imbarbarire
perché se ancora bari
io vago nel mio nulla
che si tramuta in
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Tutto tace di là dalla sponda
è pace che governa sul mare
dove invece affonda ogni retto pensiero
come fosse un solitario uomo, quello a remare
E placida è anche l’onda
che culla e trattiene le lacrime di chi invano
attende
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La luna che ora vedo sopra il tetto,
in questa notte che si fa più scura,
ha un’ombra nel contorno non perfetto,
soffusa luce che ti rassicura.
Amore mio, le cose che t’ho detto,
non devono crearti la paura
per un cammino mio non sempre
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