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#Collina
Le 27 poesie pubblicate con #Collina |
Andammo vigorosi ed aitanti
per viali boschivi e prati immensi,
ad inebriare la vita furon colori e
l’aria lieve ad accarezzar il viso.
Andammo come guerrieri al fronte
senza pistola e baionetta,
un canestrino di paglia ed un bastone,
orgogliosi
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Imbruna, si fa sera,
il sole stanco di vagare
va a dormire in un punto lontano
dietro la collina.
La notte giunge magica e silente,
come per incanto
regala al cielo
un manto tempestato di stelle lucenti.
Appare anche l’argentea luna
mentre
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Tanti sono gli anni passati eppure il ricordo non s’infrange
facendo rivivere attimi unici lassù sulla collina
complice quel focolare che calore emanava
anche quando seppure spento intimità elargiva
maestro di vita incantava quando con
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Un sottile miraggio
la collina a primavera.
Ricoperta di gialle ginestre
pare un morbido manto
gettato da Dio sulla terra.
Ma sotto il profumo che inebria
infidi sassi a mordere il piede
e crepe invisibili agli occhi nel suolo.
Lo scalatore
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Braccia alate, occhi spalancati
come quelli di un elefante,
lucida follia, senza paura
corro intorno, colline infinite,
silenzio assordante,
castelli in cielo
veloci come il vento.
Meravigliata dall’attimo infinito,
ti porto con me
tra città
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Continuano ricordi ad imperversare
uno ad uno in fila indiana segnano il passo
ciascuno con il proprio passato
capace di soffermarsi quando
per cause involontarie si pongono senza preavviso
in un mulinello pronto a rivoltarsi
lasciando tracce
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Strade in logorio di anni e
vecchi vicoli d’amor consunti e calpestati
un camminar di vita tra nascere e morire.
Imponente e sontuoso Palazzo Odescalchi,
muro di cinta a protezione di paure e pericolosi spazi.
Paese natio, dimora con amor cresciuta.
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| L’albero antico
ha rubato alla notte
il nero vestito,
nel suo ultimo autunno
s’erge ancor maestoso.
Il tempo impietoso
mostra rami spogli e le sue rovine
mentre va verso la fine.
Una manciata di foglie
secche, accartocciate
stenta a staccarsi
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Lassù, sui monti innevati il vento tace e
guizzi di nuvole rapaci fan da ritratto al mondo,
specchio maldestro, dinamico e stravagante,
opera divina e opera terrena.
Quassù rimbalza la voce e fa eco,
un rotolar per valle in languide promesse,
quassù
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L’albero, un grande ulivo, che avevo
è sparito spinto dal vento
Era ancora bello, operoso e ricco di gustosi frutti,
quella pianta eri tu, padre,
maestro di tutti gli onesti insegnamenti
per tutti esempio di umiltà e benevolenza.
Prodigo di buoni
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| Sembra una vecchia radio che vomita parole
quel gingillo capace di ubriacare candida pelosa
piccoli denti hanno il loro bel daffare
in quella ricerca sempre vana
zampine ispezionano inutilmente
creando solchi perenni
sguardi si prodigano
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S’ode bussar alla porta ed apro.
Ah finalmente arrivi. “Primavera”
Arrivi con fragore e nel cuore posi ogni qual fiore.
Profumi di ogni tiepido calore e
nell’immensità in ogni angolo ti poni.
Benvenuta Primavera nella mia casa,
gradita e ammantata
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Onor a te che ogni tuo petalo
forma un macro,
corollario ad aggirar se stesso
e fiore a fiorir in simmetria vegetale
colori smaglianti d’avvenente mistero.
Onore a te Dio della quasi perfezione,
agli occhi di beltà vestita,
fierezza fioritura
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Racchiudono le montagne
la storia della terra e della vita,
di un mondo, che pulsa, rimira e respira,
nell’alternarsi delle stagioni.
La natura, il vestito più bello,
dentro un paesaggio, che culla lo spirito,
che spezza l’immaginario, tra i
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Non c’è che dire
basta proprio niente
per farsi due risate alle otto della mattina
una spazzolata di colori
proveniente dalla collina
toccasana per la giornata
esiste sì
esiste il sistema
di mandare al macero i pensieri
il sorriso grande
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Allegra terra
tra colline di seta
nel mio verso
sacchetti di saggezza
danzano
nelle novelle
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E se cadeva l'amor
cuor sperdeva, provar
di spine l'anima punge
campestre sonno,
al divenir dell'ora.
Or che sera infocar
le stelle al mento, sfumar
oltre l'era, passeggiar
nel pargoletto petto
al soffiar del vento.
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Sulle ali del pensiero
riempie il giorno di sole,
colorato di speranza
e melodioso vestire
gli attimi d'argento
al di là di mare
camminare sull'orizzonte
il nostro legame
portato dal vento
lasciare alle spalle
il cielo d'aprile
lavato
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Sotto un cielo cristallino
solo si sentì, un piccolo lago
sperduto tra le vallate di quel luogo
dove il prato intorno è tutto ciclamino.
Si specchiò un’anima felice
gli raccontò d’essere innamorata
d’un principe che
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Quando spunta l'aurora
si sfoglia il mondo,
le foglie ingualcibili
che vestono il battito del cuore
a camminar
nell'aria che sa d'amare
continuo sperare
giorni di fiordaliso nel vento che tira
la pioggia serena,
piena di vita
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Millenaria sposa
tra cielo che parla
e terra fioraia,
vestire anima del vento
nell'abbraccio di poesia
solfeggiare amore in passi d'oro,
danzare il nuovo giorno brillare
al palpito della notte
alle tue spalle sorridere
il paradiso dentro di
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Un saluto non può mancare
a chi si prodiga
affinché la parola
marci sulla retta via
situazioni d’impaccio planano
assicurando al domani
quel sentire desiderato
mangime croccante
invoglia a proseguire
spulciando tomi
l’indomani aspetta a
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Voce di primavera
solfeggia,
il campo dorato
si veste di cruciverba.
Delicata canzone
da bucaneve
leggera poesia
di una farfalla.
Lasciare passare
i paragrafi di viole
in ritornello
di sensibile testimone
in fuga.
La voce di primavera
nel
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Il peccato cammina senza paura
inondando quanto avvolge
con il suo tepore
valli costrette ad accogliere
come vulcano
vorrebbero esondare
miniature si vestono
peccaminose sculettano
sgranano gli occhi
stupiti personaggi
sempre più
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Il tappeto che non esisteva,
su cui passeggiai solitaria
in certi giorni immobili
quando l’ora dell’oblio non scorre e la luce
somiglia ad un fiume d’acqua secca,
oggi si tinge di rossa terra di vendemmia
e le dolcezze mai riversate negli otri
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Sono altre voci che reco stasera
tratte da dizionari polverosi per forza di levare
tremito primitivo sulle labbra
quasi ponte immobile tra echi di un cantare
e coppe profumate di sangue e vino di brughiera.
Nel crepuscolo una nube si contorce
in
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Musica del futuro,
imponente macedonico
nella sfera di luna.
Specchio che riflette
lampante passaggio
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