Patrick era solo in casa tra crucci di agitazioni che penetravano nel rarefatto pensiero.
Pensava, quando riusciva, quando l’assolato giorno che ardeva allentava la morsa, dando respiro.
Inspirava in fluttuante vortice fino andare in fondo per poi risalire, solo in quell’istante prendeva una boccata di ossigeno. Adagiato, pensava intervallando la ragione con lo scuotimento di un foglio nel smuovere l’aria.
Nel forno che lo cuoceva un pensiero lo assillava, non lo lasciava in pace nel guardare tra le fessure delle imposte: Anche oggi Il sole divampa e tutto intorno è una brace che cuoce a fuoco lento l’essere umano.
L’asfalto è un tizzone ardente, le auto lastre infuocate, le mura incandescenti della rifrazione di canicola, divengono parasole, mettendo in scarso riparo l’intelletto tra porte e finestre socchiuse.
Indiscreta, l’afa entra in casa mette le mani al collo, nel soffocarti ti riveste della sua impertinente intrusione che t’avvolge e ti imprigiona. Ore torpide di movente caldo, movenza del divenire del tempo della stagione cocente. Inerme attendi che il giorno passi in cadenzati sbuffi. Rivoli di sudore discendono su corpo come un pianto per tanto sofferente calore. Inappetente ti lasci andare sul divano cercando di rilassarti dall’infaticabile laboriosa vampa che fa compagnia a sospiri di inebetito pensiero che cerca riposo in asfissiante, ansimante, torpore.
Impotente attendi la frescura della sera che sfuma il sole, per poi affidarti alla notte nell’affievolire della calura con finestre spalancate. Confidi nella brezza notturna che illude l’aspettativa, nella notte letti cocenti da lenzuola inzuppate di sudori tra pareti e pavimenti che emanano il bollore assorbito nelle ore arroventate.
Il calore è estenuante, continua ad usurpare il sonno e l’insonnia ne è padrona ti giri e ti rigiri tra fluida corrente d’aria che sfiora la pelle in timido desiderio. È tutto un silenzio nell’agitato giacere nell’attendere in denudata pelle che le ore passino. È tutto un ribollire nella pentola dell’estate tra invadenti zanzare ronzanti e l’ebollizione di calde giornate che non si attenuano, con sopore le sopporti nel rubare i sogni con l’arrivederci all’alba di refrigerante stagione… Patrick non finì il pensiero, si assopì in distensiva calma invasa da rinfrescante quiete.