Cosa resta del giorno, quando l’ amore racconta e si racconta, quando cerca se stesso nella propria identità, quando si colloca al centro del proprio universo e non trova pace se non è compreso.
Pensiamo tutti, erroneamente, di viverlo negli altri, uomo o donna che sia, e sbagliamo a pensarlo: lui vive in ognuno di noi, soltanto in noi.
L’ amore, quando si mostra, è dirompente, produce rotture nell’ anima e scompiglia l’ esistenza, come fosse un uragano nato dalla collisione di due tempeste, mai incontratisi prima, mai lontanamente visibili l’ una all’ altra.
Ed ecco che, nell’ immaginario, si pensa all’ altro, alla persona che produce tutto questo fenomeno, all’ inconsapevole vittima del nostro desiderio messo a nudo, all’ entità che scopre tutte le nostre carte e che ci mostra la bellezza.
Già, ma quale bellezza?
L’ equivoco nasce da questa considerazione: finalmente c’è una persona speciale nella mia vita e posso dirle “ ti amo”.
E allora spostiamo ogni nostro pensiero sulla persona “ oggetto” dell’ amore che si sta vivendo, costruiamo un mondo fantastico intorno ad essa, ci illudiamo che sia per sempre, anzi usiamo frequentemente questo termine, come se il “ per sempre” dovesse preservarci da sorprese, da paure inconsce di abbandono o di tristezza.
In questa illusione camminiamo sul nostro tempo, meravigliati dal sole che nasce o dalla luna che giunge al crepuscolo, dalle stelle e dal mare che ondeggia sui pensieri, dalla terra su cui poggiamo i più segreti desideri.
Avanzando in questo oblio inconscio produciamo piacere, ampliamo i nostri sensi, aumentiamo la consapevolezza di esistere e che la stessa esistenza sarebbe vuota e inutile senza la persona che amiamo.
Regaliamo, in pratica, la nostra vita ad un’ altro!
E in questo smarrimento di identità, col passare del tempo, perdiamo l’ orientamento, dimentichiamo finanche da dove siamo partiti e la meta che volevamo raggiungere nella vita, totalmente in balia “ dell’ amore”, del sentimento più nobile e tumultuoso di tutti i tempi.
La verità, anche se è davvero arduo trovarne una che sia unanimemente accettata, è che noi non ci innamoriamo di nessuno; semplicemente troviamo un’ altra persona che ci consente di far emergere il nostro amore.
Quando diciamo “ ti amo”, altro non facciamo che dire: amo me attraverso te, grazie a te io posso amare, tu sei il mezzo che mi consente di amare, in te io rifletto la mia anima nuda e le consento di esprimere se stessa nell’ amore.
In questo modo esistiamo nell’ amore, soltanto così possiamo dire di amare; perché ciò che proviamo grazie all’ altro è il proprio bisogno che emerge dalle profonde cavità dell’ anima.
Io amo te perché tu sei il riflesso di me, lo specchio attraverso cui mi vedo, la mia immagine che prende forma, l’ emozione che diventa corpo e finalmente vive se stessa.
Io ti vivo e in questa simbiosi sento l’ esistenza fluire nel corpo e nella mente, come se fossi nato adesso e tutta la vita precedente non fosse altro che attesa.
Quando smetto di vedermi in te, l’ amore finisce.
E non per colpa di qualcuno, perché magari si è stati traditi oppure dimenticati, soltanto perché nell’ altro non vediamo più noi stessi, non riusciamo più ad identificare un profilo di noi: non c’è più l’ immagine riflessa della nostra anima, ormai sfuocata oppure svanita del tutto.
Sensazioni di abbandono, paura, pericolo, smarrimento, si impossessano della mente e la portano a viaggiare oltre i confini della verità, in un mondo fantasioso che costruiamo per difenderci dall’ offesa.
L’ amore, così, viene rigettato nuovamente nelle profondità di noi stessi, come a proteggerlo dall’ altro che l’ ha ferito, per consentirgli di curarsi e guarire, fino a riemergere nuovamente alla ricerca di se stesso, un giorno oppure mai.
L’ amore è tutto questo e anche di più.
Ci prende per mano e ci porta a scoprire noi stessi: capire fin dove si può arrivare e dove fermarsi, a che punto del percorso bisogna deviare oppure proseguire ancora più forte di prima, come avanzare nei labirinti della coscienza e nelle tortuosità dell’ esistenza.
L’ amore, quindi, non ha età: non inizia né finisce, non nasce e non muore mai.
L’ amore vive in ognuno di noi, per sempre, e dobbiamo averne cura, custodirne l’ essenza e la verità, proteggerlo dall’ illusione del tempo e farlo crescere nel proprio cuore.
Alle persone che amiamo regaliamo un pezzo della nostra anima che sporge lo sguardo verso l’ esterno e sorride; e dalle persone che ci amano riceviamo la stessa cosa, lo stesso sorriso della loro anima liberata.
L’ amor proprio è un sorriso da regalare a noi stessi, da parte della nostra anima che volge lo sguardo a sé piuttosto che ad altri.
Dopo, forse, se vogliamo e troviamo la persona giusta, possiamo anche dire “ ti amo”, perché l’ amore non va vissuto nell’ altro, bensì con l’ altro.