Una calda serata estiva, le nostre vacanze fatte a luglio quel lontano 1969, in una casetta immersa nel verde a pochi passi dal mare. Quell'anno non avremmo fatto le lunghe code del primo agosto, ammassati in una cinquecento carica di ogni ben di dio, dalle lenzuola pulite all'inevitabile scorta della spesa, agli abitini leggeri, ai costumi!
L'aria odorava di terra bagnata e di pomodori, i grilli l'unico suono mentre eravamo tutti lì, incollati alla televisione a veder scorrere immagini in bianco e nero che sono entrate nella storia.
Quella sera un'atmosfera di indicibile attesa, il permesso di restare alzata anche per tutta la notte se avessi resistito, dopo un giorno di mare, di bagni, di corse e di giochi, cotta di sole, le membra quasi intorpidite dalla fatica e mio padre incollato alla televisione, la voce inconfondibile di Tito Stagno che faceva la cronaca.”...Apollo 11, Neil Armstrong, Edwin Aldrin, il Modulo Lunare...”
ero troppo piccola e vivace per restare davanti alla televisione immobile, anche se intuivo che stava accadendo qualcosa di speciale ed unico... il collegamento con il Centro Spaziale di Houston, uomini in maniche di camicia e la cravatta scura, gli occhiali con la montatura nera di osso, tutti fissi a guardare uno schermo gigante.
La cena per quella sera si era svolta con il televisore acceso,una rarità in casa nostra, in totale silenzio, lo sguardo incollato allo schermo, ma non resistevo così, ferma , in silenzio: entravo ed uscivo da casa, chiedevo al mio babbo se era l'ora, al suo diniego correvo fuori a giocare, i piedi che affondavano nella terra molle ed umida del giardino, il viso rivolto all'insù a cercare la luna.
L'eccitazione nell'aria era palpabile, le voci della cronaca che rimbalzavano nell'aria ferma attraverso le finestre spalancate a cercare un po' di refrigerio, fino a diventare un'unica voce che riempiva ogni spazio lì intorno come se arrivasse direttamente dal cielo.
Alla fine sono crollata, addormentata sulla poltrona con la testa appoggiata al bracciolo, non sarei andata a letto per tutto l'oro del mondo... poi il mio babbo che mi scuote richiamandomi chissà da quali abissi:
“Bimbetta, è il momento, guarda!”... una scaletta, un uomo che scende lentamente, sento il fiato sospeso di milioni di persone:
“One small step for man. One giant leap for mankind”
Il primo uomo aveva messo piede sulla Luna.