Il pensiero e la filosofia del grande d’ Ippona, a volte non riusciamo a trovarli nelle sue opere, ma su argomenti presi qua e là soprattutto in argomenti teologici, nei quali per ora non mi cimento.
Credo che in parole più semplici, per comprende il suo pensiero non ci si possa esimere dal conoscere in parte il suo vissuto. Infatti egli cercò di conciliare quello che era il comportamento contemplativo con quello materiale… sicuramente non facile tanto da scatenare in lui dei grossi conflitti addirittura dei veri drammi, trovandosi a tenere uniti ragione e sentimento, spirito e carne, addirittura il pensiero pagano e la fede cristiana.
Il trovarsi di fronte a dottrine che al contrario del suo pensiero, erano rigide su una separazione tra bene e male tra spirito e carne… lo portarono ad abbandonare il” manicheismo”. Religione dualista che aveva come pensiero proprio quello di dividere, oltre questo era anche un coacervo nel quale si trovavano elementi di pensiero o derivazione cristiani giudaici ed elementi di morale buddista.
In seguito subì l’ influsso di altri pensieri, come quello del neoplatonismo che riconduceva il dualismo in unità… come dire che Agostino fece suo il pensiero di Platone, attraverso quello di Plotino.
Ma il dio di Agostino è un dio generoso, infatti egli parlando della creazione, al contrario di Plotino, che intende questo evento come un processo necessario, nel quale il Signore riproduce se stesso, lui vede la creazione dell’ universo come un vero e libero atto d’ amore. Il dio di Agostino non è un dio impersonale ma un dio vivente che si è fatto uomo. Di conseguenza anche ciò che è stato da Lui creato entra in una prospettiva celeste, dove anche il male trova una sua spiegazione.