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Il primo gennaio del 1959 Fidel Castro entra all'Avana, ma al bambino che ero io di cinque anni la cosa non interessava. Solo da grande avrei studiato al figura del Che e cercato di capire cosa davvero fosse importante o no. In quell'anno ero occupato a combinare guai altro che rivoluzioni. Come ho già raccontato andavo spesso a Popoli a stare un pochino da mio nonno Orazia e mia zia Liliana. Ero più libero in paese che in città. Ora si da il caso che mio nonno avesse due balconi, uno con il bagno esterno e uno più piccolo che dava su una villa e la stradina. Questo balcone aveva al posto delle semplici sbarre dei ghirigori, foglie, rami curvi e così io decisi di affacciare la testa esternamente. Solo che è facile affacciarsi, meno facile rientrare dopo e così cercai aiuto. Immaginate la disperazione di mia mamma nel vedere il proprio figlio con la testa tra le sbarre e per quanto provassero a farmi uscire o ad allargare le sbarre non c'era nulla da fare. Arrivarono alla fine anche i vigili del fuoco, qualcuno proponeva di segare le sbarre ma erano troppo vicine al visetto di quel bambino innocente che ero. Insomma come fu, come non fu, fu proprio un vigile del fuoco a trovare la soluzione. Uno dei suoi figli aveva lo stesso mio caratterino, così aveva imparato quale roteazione dare al corpo per farmi uscire la testa dalle sbarre e così fu. La folla in strada applaudì, mia madre pianse e io... io chiesi un gelato quasi per premio. Succede direte voi, succede, come successe quel giorno in cui c'era Tarzan al cinema di Popoli. Oggi voi vedete i film come nulla, non vi rendete più conto di quale evento fosse per un bambino andare al cinema. Oggi Popoli non ha più un cinematografo e un mese fa ho voluto rifare la strada che portava al cinema. Tutto chiuso, il cortiletto sbarrato e mi hanno assalito i ricordi. Quelle sedie di legno che si chiudevano e se eri piccolo e ti sedevi male rischiavi di incastrarti. Comunque, come vi dicevo c'era Tarzan e mia madre intanto che si avvicinava l'ora del cinema stava pulendo i fagioli. Ora voi mi direte? scusa ma che mai potevi combinare tu con dei fagioli? quale pericolo mai può esserci? No, voi mi offendete, mi sottovalutate, sottovalutate quel bambino innocente che ero. A un certo punto chiamo mamma e dico: mamma, non esce! Mia madre: Pino cosa non esce? poi mi guarda e vede che il naso mi si è gonfiato all'uscita di una delle nari. Quest'angioletto per gioco si era infilato un fagiolo nel naso. Ora voi direte che sia semplice farlo uscire, ma i fagioli hanno una caratteristica se sono in un luogo caldo e umido si gonfiano e così ci toccò correre dal dottore mentre l'orario del cinema passava troppo in fretta. Il medico mi tolse con un attrezzo dal naso il fagiolo e disse che succedevano spesso di queste cose ai bambini, chi può dirlo che oggi non accadano ancora di queste cose? Piansi, ma non per il dolore, perché non volevano poi portarmi a vedere Tarzan, ma alla fine li convinsi.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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