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Il paese era giusto al centro del golfo e ai piedi della grande montagna. Lui era nato nel borgo marinaro e, ancora fanciullo, s’ immergeva a raccogliere frutti di mare dagli scogli sommersi. Gli anziani del porto gli narravano di una grande stella nel cielo, ai confini del mare e dietro all’ orizzonte, di uno splendore e lucentezza ineguagliabile, visibile giorno e notte. Chiunque avesse navigato in quelle acque ne avrebbe guadagnata l’ immortalità! Lui ascoltava rapito, tra paura e stupore; poi, ormai adulto, si trasferì in città e non tornò più al borgo e non s’ immerse più; ma serbava gelosamente dentro di se il ricordo del mare e della stella. Non credeva più alle favole, ma quando gli tornava alla mente quel racconto, chissà perché, si convinceva che un fondo di verità doveva pur esserci: l’ immortalità sicuramente no, ma forse un po’ di pace, di felicità…. Chissà…. Si riprometteva ogni volta di andare a indagare, a verificare: era pur sempre un pescatore? O no?! Era ormai anziano, con i primi segni dell’ età sul corpo, quando arrivò la grande decisione! Andò al borgo, tirò fuori quel vecchio gozzo di tre metri e settanta, lo riempì di viveri e ingrassò gli scalmi. Il giorno dopo, prima dell’ alba, era ai remi, prua all’ orizzonte! Remò ininterrottamente per tre notti e tre giorni tanto era entusiasta; al quarto giorno, mentre remava ancora con vigore, gli si affiancò un grande battello bianco con la ciminiera azzurra. “ Ehi tu della barca! Lascia quella stupida barchetta e sali a bordo! Che anche noi siamo diretti alla stella! Da solo non ce la farai mai!” Gli gridò dalla plancia il comandante con tono di scherno. Non gli sembrò vero che altre persone conoscessero la storia della stella! Tutto contento, legò la barca alla poppa del battello e salì a bordo. Conobbe il comandante e i suoi ufficiali e parecchie persone tra i passeggeri. Erano allegri e divertenti: mangiavano insieme e facevano strani riti propiziatori per assicurarsi, così dicevano, la benevolenza della stella. Lui, il pescatore, vi partecipava per educazione, ma, in effetti, non ci capiva molto. Preferiva starsene in disparte e affacciato alla murata, contemplava l’ orizzonte. La navigazione durava ormai da giorni e incominciò a spazientirsi, quando, osservando l’ orizzonte, si accorse che la nave cambiava continuamente rotta ed anche faceva grossi giri sull’ acqua. Lo notò anche il giorno dopo e altri giorni a seguire; ebbe l’ impressione che il comandante volesse perdere tempo. Pensò allora di chiedere spiegazione di ciò. “ Come osi tu vecchio pazzo scriteriato” sbottò il comandante visibilmente arrabbiato “ venire a criticare il mio comportamento? Come ti permetti di dirmi che sto perdendo tempo? So io qual è la rotta giusta. Già secoli fa essa ci è stata tracciata dal Direttore Generale della Navigazione!" “ Può darsi” azzardò il pescatore impaurito “ che stiamo parlando di stelle differenti! La tua stella forse non è quella stessa che sentivo dagli anziani del porto!”. “ Se le cose stanno così, se tu temi questo, allora lascia immediatamente la mia nave, ritorna alla barchetta e non farti più vedere” Rispose il comandante rosso in volto. Poi in un sussulto di pietà aggiunse “ Se vuoi, puoi tener legata la barchetta, ma non proferir parola né con i miei ufficiali né con i passeggeri” Il pescatore allora, tristemente, scese sulla barchetta e sciolse la cima e si lasciò andare alla deriva! Non aveva salutato nessuno e tantomeno nessuno l’ aveva fermato! Già da qualche tempo aveva capito che per nessun motivo avrebbero contrariato il comandante! Stanco, amareggiato, per giorni non volle più remare e si lasciò trasportare dalle onde, con l’ orizzonte alle spalle! Quando vide quell’ isoletta sperduta e deserta, decise di raggiungerla; ma solo per curiosità, senza entusiasmo, senza speranza! Quando fu a riva, vide da lontano quella figura d’ uomo, alta, esile, e a grandi passi la raggiunse. In meno di un’ ora si erano già raccontate le loro vite, le traversie, le delusioni. Era stato anche lui un comandante, poi aveva smesso, ora coltivava la terra. Era triste ma sereno, trasmetteva un senso di calma e sicurezza. Il pescatore lo sommerse di domande: sulla stella, la rotta, le correnti… "Amico mio” disse quell’ uomo esile con tono calmo ” Le stelle miracolose sono dappertutto, basta alzare gli occhi al cielo e cercarle! Specialmente quando è buio, sono particolarmente luminose e se ti capita di scendere nel pozzo, alza gli occhi e vedrai che in quel cerchio di cielo c’è sicuramente la tua”. “ Tienimi un Po’ con te” incalzò il pescatore commosso “ ti aiuterò nella campagna” "Non ho bisogno del tuo aiuto” rispose “ ma resta pure, a patto che non mi fai più domande”. Egli promise, alzando la mano destra. Ma un intimo presentimento gli diceva che ogni singola parola di quell’ uomo si agganciasse a una stella, lui stesso sembrava fatto con polvere di stella tant’ era gracile la figura: non gli sembrò più necessario fare domande! E’ fu così che il pescatore divenne contadino e non andò più per mare. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«"Se vuoi che il tuo solco sia diritto, attacca l'aratro ad una stella".
Mi disse tempo fa un amico!» |
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Gran bel racconto. Ben fatto e coinvolgente. (Paolo Gugnoni)
Piaciuto. Complimenti (Silvana Poccioni)
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