Un giorno seduta a guardare il cielo vidi nuvole aggrovigliarsi tra i pensieri e parole intrecciarsi nelle lacrime dei sogni.
Era estate e l’ alba di un giorno carpiva il disimpegno celeste che ne sbiadiva il cuore.
Voli di passerotti a cercar possibili vie da percorrere…
ogni sintomo di riflessione porta a dedicare spazio al tempo vissuto. Parlare col tempo, in un accanito sfiorare il vento e le giornate non erano più le stesse.
D’ improvviso, nel volo di un gabbiano, l’ immagine di un volto incamminato nei pensieri.
Lasciare il senso del sostare e vedere solo il senso del non andare, non dare.
Incamminando i pensieri ne risvoltai i confini credendo che ogni piccolo passo potesse ridare le sensazioni di un giorno diverso.
Ed ecco che il cielo, formulò il suo verdetto, lasciando il sole ad asciugare le nuvole bagnate di lacrime.
Il viso asciugato da un pianto si liberò nel suo mondo di illusioni.
Non era tempo di sperare, le follie si erano perse dietro desideri che ne lasciavano ricordi e ogni delicatezza di uno spiraglio moriva.
Attraversai tutti i pensieri del tempo e restai, mi soffermai quando una nuvola da lassù avvolse il mio sguardo.
Eri tu, sorridente, tra le forze dei venti a chiamare me, un sibilo lontano avvolgeva la mia attenzione. cercando di parlare, emisi fiato a gola asciutta, ma non c’ era che quel soffio, mi scuoteva senza andare. Ricordi nel mio sguardo, mi dicesti, la gioia dei sorrisi, e le mani sempre in opera a regalar scherzi.
Ricordi, scelsi il tempo del Natale a lasciar la tua mano e nel pensiero che ti vedo mi sembra ieri eppure è passato già del tempo.
Non riuscivo ad emettere fiato, il silenzio mi squartava la voce afona.
Continuavo ad ascoltare, e nel tempo mi fermai.
Allungai una mano… strinsi forte quel tuo sguardo, e… chiusi gli occhi in una sera inutile sino a quel momento.
Quell’ estate terminò… poeti e professori chiusero il pensiero e parole volte al tempo restarono ricordi…