- Papà, dove si va quando si muore? - Chiese il bambino con gli occhi pieni di curiosità misti a un po' di inquietudine.
- E' un viaggio? Quanto dura? - continuò con insistenza a fare domande un po' imbarazzanti, le stesse domande che Gino si poneva da tanto tempo, da quando aveva perso suo padre.
- Papà tu quanti anni hai? - Era la domanda più frequente che suo figlio gli faceva da quando forse aveva notato che i capelli del suo papà erano diventati un po' grigi.
Carlo era un bambino di 5 anni, curioso e attento, notava ogni cosa, sempre pronto a chiedere informazioni e i perché dei fenomeni naturali. La sua curiosità veniva puntualmente appagata da suo padre che era molto paziente e amorevole. Quella notte d'estate, la notte di S. Lorenzo, era la notte delle stelle cadenti.
Gino e suo figlio si erano sistemati sul terrazzo della casa al mare dove trascorrevano le vacanze estive, si erano fatti dare dalla mamma due belle coperte di cotone e dopo averle adagiate su due solide brandine si erano distesi col viso rivolto verso il cielo. - Papà - chiese Carlo - ma allora non sai dov'è finito il nonno? Mi hai detto che farà un lungo viaggio, ma quando ritornerà da noi? – Gino, cercando di nascondere il turbamento che quella domanda gli procurava, disse con voce ferma: - da quel viaggio il nonno non può tornare, quando i nostri cari ci lasciano ci danno l'addio per sempre. -
- Allora non rivedrò più il mio nonno! -
- Purtroppo no, Carlo, ma se lo desideri tanto puoi vederlo in sogno. - Allora esprimo un desiderio: chiedo al cielo di vedere in sogno il mio caro nonnino! -
Seguì un lunghissimo attimo di silenzio fra i due, tutto sembrava tacere, si udiva soltanto il sommesso canto del mare calmo. Carlo si addormentò per un attimo, poi ebbe un sobbalzo e aprì gli occhi come sorpreso.
- Papà - disse eccitato - ho visto il nonno in sogno, che mi sorrideva! Mi indicava anche una stella, la mia stella, ha detto così! -
Gino gli accarezzò il volto e disse sottovoce - andiamo a dormire adesso, la tua stella ti terrà compagnia. –
Carlo annuì e si fece prendere in braccio dal suo papà.
In quell'istante una scia luminosa attraversava il cielo.
Carlo con meraviglia esclamò: - hai visto anche tu quella luce?
Era la mia stella? -
Gino fu percorso da un brivido in tutto il corpo e annuì: - Sì, era proprio la tua stella - disse - a volte i miracoli accadono davvero! Sai, non è proprio vero che non si può mai più tornare dal quel viaggio... a volte si può tornare per un brevissimo tempo, il tempo per un saluto, proprio come fanno le stelle cadenti. -
Gino si voltò un istante verso il cielo ripetendo tra sé e sé
- Arrivederci papà...-!