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Mi sono fermato qualche giorno a riflettere, si perché ho un problema, è legato a quello che sortisce, questa iniziativa di scrivere un racconto, puntata per puntata, davanti a chi ha potuto fare un piccolo sforzo per leggerlo. Mi sembra che lo stile, sia fruibile a chiunque, la storia è coinvolgente, almeno, io ci credo, romantica non troppo, d'altronde
qui l'amore è proprio un'utopia. Mi sono accorto che il silenzio, che anche in questa mia iniziativa mi circonda, conferma quell'isolamento di cui tanto ho parlato. Mi sono accorto che io non posso niente, se fossi un musicista, e ho scritto anche canzoni, non troverei nemmeno da cantare in pizzeria, non perché non sono bravo, strappo applausi sinceri, canto Sinatra, Bublè, Armstrong, suono Battisti con la chitarra e le mie canzoni sono belle, quando le ascolti, il motivo ritorna, cerca "Alephso - È come un fuoco arranged" su youtube, sentirai. Io non posso lavorare con la mia musica perché si vuole così, lo vogliono loro, gli eletti, quelli che controllano tutto. Io non posso avere una vita troppo facile, se fossi uno scultore e scolpissi il Michelangelo, nessuno direbbe che è un capolavoro, il mondo della critica è nelle loro mani, posso scrivere bene finché voglio, questo racconto, non arriverà oltre il muro di quelle poche persone, fra le quali quelle che mi stanno controllando. Questa riflessione, è legata stretta alla mia iniziativa che non puoi non dire non sia particolare, quanti scrittori hai trovato che ti consentivano di leggere il loro lavoro, man mano venivano scritte le puntate? Nessuno vero? E sai cosa dovrebbe succedere quando hai un'idea che nessuno ha mai avuto, in questo mondo in cui le idee sono così inflazionate? Si diventa ricchi e famosi, almeno, questo è quello che succede agli altri, ma io non sono uno di loro, io non sono uno di voi, non mi appartengono questi privilegi, l'anonimato, l'isolamento, sono i migliori strumenti per non consentire che venga dato credito a qualcuno. Per questo, anche se hai letto e ci stai pensando, ti viene troppo facile dire che non è vero, magari che sono matto, che soffro di manie di persecuzione, sono fissato, ho guardato troppi telefilm di fantascienza, fra cui i Visitors ai quali potrebbe ispirasi questa storia. Lo sai qual'è il problema di tutto questo, è che il mio isolamento è maledettamente vero, pensa, è domenica sera, uno come me, musicista, cantante, poeta, scrittore, dovrebbe avere amici in ogni locale del paese, invece Biagio, il mio amico non vedente, stasera non sta bene, ha una sciatalgia e quindi, tolto lui, rimane da restare in casa a scrivere, tanto così, di danno, ne posso fare poco, perché pensano loro a non farlo divulgare, nessuno l'ha condiviso, su Face Book o sulla rete, pochi l'hanno commentato, grazie cara Elena, ci sei andata vicina, Mario, leggilo se riesci, non è così complicato. Quello che è complicato, ma al punto di essere drammatico, è quello che affermerò finendo il mio racconto e forse avrai capito che ci sto credendo veramente. "Io sono l'ultimo essere umano in vita sul pianeta Terra". Fine
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Io sono l'ultimo essere umano in vita sul pianeta Terra.» |
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