Vola l'aquila maestosa
sopra vette dalla bianca chioma,
manto d'ombra l'ampie ali distese
e un nobile scrutar sulle discese.
Dell'uomo non conosce la catena
libertà è la sola sua dottrina,
giù nella valle rimane l'ignaro
che non contempla il tempo avaro.
Ostinato nel proprio fare
c'è chi dà o vuole avere, ma
d'improvviso sarà ghermito
e alla regola naturale immolato,
forse a volte per poco risparmiato...
Nell'Universo, comunque sia,
vige la regola dell'armonia,
a ognuno spetta un tempo tracciato
e il conto viene sempre pareggiato. |
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Affanni del consueto vivere
intesa trovano nel tuo sguardo
che la luna cattura
nel riflesso della sera.
Col bruno manto,
nell'ombra ti confondi,
piccola Lilly,
così affabile, così briosa.
Tu che forse sai d'esser una fantasia,
fremi nel dimostrar di compiacere
ad ogni carezza ad ogni cenno,
tra cammini di irripetibile vita
avanziamo insieme
in una persitente primavera suggestiva.
T'accucci accanto, lambisci il volto,
coi tuoi gutturali suoni la fedeltà dichiari.
Nell'indefinito tempo,
come anima mi resti accanto,
io guida del tuo semplice mondo,
tu regina del mio dominio interiore. |
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Avesti mai un amorevole carezza
da coloro che il tuo destino crearono,
grazioso cane, ostaggio d'una catena,
tra lamiere e ruderi trattenuto
dall'annusar dell'erba i profumi.
Osservo quel velato sguardo sofferente,
la ciotola d'acqua beffarda,
al sole cocente, ribolle,
ignobile il tuo patimento,
non proferisce suono, l'arsa tua gola,
rantolo il respiro, tu,
accasciato sotto latte roventi,
con inutili lacrime,
nella triste agonia t'accompagno,
ignora chi ti possiede
.l'importanza tua di una realtà
da cui si viene e alla quale
poi tutti si ritorna.
Di te nessuno si cura,
TANTO SEI SOLO UN CANE...
mentre il frinire delle cicale
osanna il solleone,
resti inerme alla vita,
trattenuto da una catena che
per troppo tempo,
l'anima t'ha imprigionata. |
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Corre il vento
che adulto canta l'estate
tra cromatici azzurri,
costumi colorati
si tuffano su creste lattee
d'un mare allegro estivo,
al fianco ti scorgo,
timido cane randagio,
io, stesa su bianca sabbia,
occhi socchiusi
a fabbricar fantasie,
per vie indefinite m'hai scelta,
m'annusi,
tra brusio di voci,
mendichi la mia ombra,
discreta è la carezza,
temo farti conoscere all'improvviso
il conforto d'essa,
mano che ti mette in contatto
con il mio cuore,
d'affetto ti sussurro,
quello che mai trovi sulla via,
dolci e timorosi i tuoi occhi,
specchi d'una sofferta esistenza
costretta e non voluta,
ancora mi guardi,
per attimi compreso,
ti rannicchi più vicino e riposi.
Chissà cosa pensi...
cosa sono questi attimi per tè...
grida qualcuno...
scacci quel randagio...
Si spezza l'intesa,
t'alzi a malincuore,
guardandomi piano t'allontani.
Arbitrario dispotismo di taluni,
ovvio è distinguere sempre,
certi di intendere che il giusto
dalla loro parte stà. |
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Spesso osservo
un vecchio lentamente incedere
lungo un sentiero d'un giardino,
là, un incontro d'umile confidenza
l'attende, come l'uguale panchina.
Stende innanzi una tremolante mano,
come i pensieri suoi,
minuzzole di pane la sua offerta.
S'approssimano cinguettando
saltellanti passeri,
con sospetto e brama
stanno a bada che le briciole
sian gettate al suolo.
Un viavai di voli assidui
riempiono il vuoto dell'anziano,
che a lor sorride con favore.
Inconsapevolmente anch'egli
come i passeri,
sulla panchina attende
briciole di tenerezza,
per nutrire un'affamata anima.
Taluni però, su quella mano amica
si calano, indugiano
sicuri e creduli,
donando un veemente pigolio
in attimi senza uguali.
Benvenuta amicizia, seppur
sulle ali di intuitivi passeri. |
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Sto in quella campagna
che ci ha viste gironzolare assieme
un tempo, dolce Beba.
Là, dove il verde scomposto saliva,
ti rifugiavi lieta,
nascosta ai miei sguardi,
per uscirne correndo
fiduciosa verso me.
Nel tuo crescere
segnavano il passo le stagioni,
ma tu ed io, costantemente là,
tra i fiori o sulla brina.
Oggi, qui da sola,
mi guardo attorno,
la campagna rinsecchita e sterile,
tracce di generosa natura
il gelo s'è l'è portate via,
ferita e desolata aspetta,
ed anch'io aspetto... ma
tu mio cane manchi,
è vuota l'anima,
il cuore è vuoto,
di te tu lo riempivi,
mansueta la tua dolcezza,
gli occhi nocciola eloquenti,
setoso e caldo il corpo tuo.
Per un'attimo m'è parso che ci fossi...
tra qualche arbusto nascosta,
ma intorno tutto s'è seccato,
penso che sei polvere
come quella che calpesto,
resti un'immagine nella mente.
Sgorga dal cuore un pianto
trattenuto a stento,
piango la tua assenza,
il continuo incedere solitario.
Scorreranno ancora stagioni,
forse il tumulto dell'anima
con la dolce stagione
si placherà.
Con un lenito rammarico di te
figurerò con la mente
di riaverti a me accanto
senza tempo. |
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Su terra d'erba selvatica
dentro un ceruleo che i passi descrive,
ecco... mi vesto d'albore con te
sensibile amica,
nella brezza, in una luce che nasce,
che i pensieri rinfresca
nel balsamo pungente del timo,
il tuo muso tra corolle
che ai raggi aprono petali,
dedicati i nostri cuori
nell'erompente gioia,
fra il nascente respiro della prateria,
s'incontrano sguardi...
mentre gli altri dormono ancora. |
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