Piccole gocce di cristallo,
posate su una fogliolina d'argento,
quasi invisibili,
passate inosservate...
Così noi
ci dondoliamo sull'altalena,
appesi al filo della nostra esistenza,
apparendo e scomparendo,
senza far troppo rumore...
Il vento ci smuove un poco i capelli,
il sole ci asciuga le lacrime,
come gocce,
lente scivoliamo via,
evaporiamo nell'aria...
Ci confondiamo coi colori del mondo,
lasciandoci attraversare
dal brillio della luce,
per poi ricadere nell'ombra più scura...
Sprofondiamo negli abissi del mare,
per ritornare poi a riva,
a cavallo delle onde più alte,
spumeggianti!
Siam piccole gocce di sale,
ognuno di noi condisce la vita come può,
con un po' di dolce, un po' di amaro... |  | 
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Essenze dell'aldilà,
profumi invisibili,
nebbie dense,
opache figure indefinite,
sfocate...
luci soffuse,
voci armoniche
indistinte...
Scorrono immagini,
flash di un passato remoto,
inghiottite nella mente:
nell'attimo atemporale
riappaiono vivide!
Presente evanescente,
emozioni congelate,
sensi rattrappiti dal sonno...
In fondo al tunnel una luce bianca,
un lungo corridoio scuro da percorrere,
il precipizio nel vuoto,
buio e silenzio,
un senso di vertigine e di perdizione...
E' come camminare sul filo di un rasoio,
avvicinarsi alla lama affilata,
tagliente...
brusco è il risveglio alla vita
dallo stato di morte apparente!
... |  |
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 | Se ti guardo con gli occhi dell'amore,
noto che il tuo viso è un incanto:
il tempo non ha tracciato alcun solco
che possa aver cancellato i lineamenti,
l'espressione degli occhi,
quel dolce sorriso appena velato,
quel che ora e sempre rimane immutato!
Eppure ogni giorno ci ruba qualcosa,
quasi senza accorgercene,
se non quando vediamo spuntar
il primo capello bianco!
Se ci guardiamo allo specchio
non sempre scorgiamo chi siamo,
non sempre ci appare la stessa figura:
a volte risaltano piccoli pregi,
ma aumentano spesso i nostri difetti.
Ed io son stufa di riflettermi
in uno specchio deformato,
infido e bugiardo:
vorrei sostituirlo con uno nuovo,
ridar vigore a quella immagine
che un destino avido
ha frantumato in mille cocci! |
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 | Un manto di stelle ricopre il cielo,
piccoli lumi accesi brillano
come lucciole incandescenti
di lucentezza adamantina,
gemme preziose di cui si adorna la luna,
regina dell'oscurità...
Splendida appare col suo candore,
velata di bianco,
lassù regna sovrana,
imperitura...
Uomini mortali
contemplano la tua bellezza immortale,
anelano alla tua condizione,
ché di miseria e fame
la terra è gravida:
a te, sposa del cielo,
fanno la corte!
E tu, schiva agli sguardi languidi,
non ti pronunci,
impassibile te ne stai,
assorta nei silenzi,
lontana dai turbamenti,
per niente scossa...
non ti struggi d'amore
per i tuoi devoti adulatori!
Luna che il mondo incanti,
veglia sulle nostre vite,
illumina i nostri sentieri,
protendi una parte di cielo anche a noi,
un'esigua fetta del creato,
non disdegnar le nostre suppliche:
siam piccole stelle cadenti,
piangiamo lacrime di diamanti,
svaniamo nel baluginio di una notte
sulla scia del tempo,
dispersi negli anfratti bui dell'Universo! |
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 | Piccolo aquilotto,
intirizzito dal freddo,
sbatti forte le ali
e ancor spaurito,
fuggi l'abbraccio materno,
desioso di spiccare il primo volo...
Plani leggero
sulla scia del vento
per i pendii scoscesi del mondo:
un grido spezzato si sparge nel vuoto...
Ti lanci a capofitto
sull'ignoto
ove ti conduce il libero istinto,
incurante del domani...
Non sai qual albero
sarà tua fissa dimora,
in quale nido potrai rifugiarti
quando, sfinito,
ti coglierà la sventura...
Tra gli spazi infiniti del cielo
troverai conforto,
ti sosterranno mani invisibili
per non lasciarti cadere...
Attraversando
sprazzi d'azzurro limpido,
guidato dal sole caldo del giorno,
scorgerai la meta,
disegnando in cielo il tuo volo...
Se avrai un'ala spezzata,
non fermarti:
solo vivendo
si può imparare a volare,
anche senz'ali! |
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|
 | Il tempo
si rincorre infaticabile,
gira su se stesso,
come attorcigliato
a una catena
che prima o poi strozza!
Anello dopo anello,
lunga trafila di storie
si avvicendano monotone,
sempre uguali...
Nessun tassello si scompone...
lineare prosegue
su una linea piatta,
indecifrabile,
il lento fluire!
Inizio senza fine,
principio di tutto,
perenne movimento
in corsa!
Sospese a metà,
vite cristallizzate
in minuscoli frammenti,
piccoli granelli di sabbia che
filtrano nella clessidra capovolta,
con un punto interrogativo:
dove si va?
Un solo treno
sfreccia sul nostro binario
a gran velocità:
una sola occasione,
amore e disincanto
un unico viaggio
porta a destinazione! |
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 | Un grande boato sferzante
rompe il silenzio,
un suono roboante nella testa,
frastornante...
Due corpi stesi a terra,
immobili:
nessun grido,
affannoso respiro,
tutto tace...
Nell'apparente tranquillità
si consuma la tragedia:
una giovane vita spezzata...
Pochi attimi
rubano l'eternità,
senza preavviso!
L'asfalto bagnato di lacrime,
le spoglie riverse al suolo,
ultimo afflato esanime:
Un errore fatale
può costare la vita,
incidente di percorso
o inaspettata deviazione,
e non ci sei più...
Una fragorosa risata
nelll'aria
prima dello schianto,
poi il tragico volo,
follia del caso,
disarmante...
Un girasole
a ricordare com'eri,
ragazzo fiducioso nell'avvenire:
quel domani troncato,
soffocato in un flebile addio,
rivive in un fiore raggiante,
sole che rischiara il cammino
nella luce dei tuoi passi... |
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|
 | Noi
Incomprensioni, silenzi, rabbia...
S'inerpica per la tortuosa strada
un'irta salita...
tra rovi e spine
matura il frutto amaro della sconfitta...
Quante battaglie,
quante pene per superare il giorno,
dilaniati dalla morsa feroce delle circostanze e
dal freddo che attanaglia senza lasciare scampo!
A unirci il sangue che scorre caldo nelle vene
e l'attitudine a stare insieme...
...
Noi, entro le quattro mura di casa,
eroi indifesi,
in lotta estenuante contro i mulini a vento:
una spada di legno e uno scudo di cartone
bastano a non arrendersi!
Noi, avvezzi alle sferzate della pioggia e del vento,
le frustate vibrano sulla pelle come carezze,
le avversità ci solleticano!
...
Noi, così vicini e così distanti... |
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 | Scardinati principi e valori in cui credo,
scardinate porte e finestre della mia fortezza,
scardinato il mio esser saldo
come una maestosa quercia secolare,
cosa mi resta?
Vien meno l’indomita fermezza:
banchi di nebbia s’infittiscono,
offuscano la mente,
adombrano le idee e persino la fede!
Cala una foschia densa ad avvolgermi,
ad appannare la vista e la mia coscienza
fino alla totale abiura di me,
rigettandomi nel nulla.
Giorni caotici si affastellano,
svuotati di consistenza,
involti in carta stropicciata,
li scarto e getto via.
Giorni appiccicaticci,
li senti sul viso, sulla pelle,
con la loro pesantezza,
e tu inchiodato al muro delle ossessioni
che gravano come immane fardello,
non puoi scrollarli di dosso:
si annida la polvere
negli interstizi bui dell’anima e
ti ricopre di uno spesso strato informe
d’immonda sporcizia .
Giorni t’incatenano ai tormenti,
assorbono la linfa vitale che ti alimenta
e deborda dalle giunture del tuo Io,
fino a non averne più...
fino a non trovare ragione di vivere...
fino a non sapere di esistere . | 
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|
|
 | Entri in punta di piedi
per non svegliarmi
e lasci uno spiraglio di luce,
ferma sulla soglia di un sogno,
aspettando che ti sorprenda il giorno
con un bacio.
Tu sempre vigile,
non ti ristori nella quiete
imperturbabile.
Pungolata dall’affanno,
insegui la vita,
a tutta lena,
oltre questo muro di cinta,
troppo alto da scavalcare
ora che sul limitare del tempo
ti soffermi a guardare,
pensosa,
lo scadere dell’ora.
Ammutolita,
come pervasa da sgomento,
trattieni l’attimo di un respiro,
un ultimo anelito che spira
dalle labbra riarse,
prima di accingerti al salto estremo.
Oltre la sponda del pianto,
al di là di ogni barriera,
non più nubi dense ostruiranno il cielo,
ma uno squarcio di sole
aprirà un varco di luce,
ad alleviare ogni tua pena. |
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|
 | Fioccano i pensieri,
leggeri s'insinuano nella mente,
cavalcano le onde più scure,
si smarriscono nel vento,
trascinati da forti correnti...
Quante idee balenano come fulmini,
si eclissano come soli,
rantolano nel buio,
disperse chissà dove!
Quante s'inseguono
dietro false apparenze,
illusioni che muoiono con esse...
L'idea nasce in noi,
si concretizza nel nostro essere,
si fa azione,
perdura nel tempo,
se solo l'uomo non vacilla,
lotta per ciò in cui crede,
s'adopera nel bene,
senza tentennare!
Ribollono i pensieri,
vengono a galla
e, affogati nel mare dell'incertezza,
riemergono in superficie,
non più inghiottiti dai vortici della bufera,
ma chiari e luminosi fari,
pronti a rischiarare il cammino!
Trascorrono i pensieri,
come le stagioni vanno e vengono,
a seconda del buono e cattivo tempo:
appassiscono per poi sbocciare fioriti! |
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Danziamo nell'aria,
come libellule volteggiamo,
libriamo il nostro essere,
piume del cielo variopinte
trasportate sulle sponde
d'infinito amore:
ci posiamo delicate
sulla riva dei sogni
per poi abbandonarci al largo
di amabili desideri e fantasie leggiadre,
dolcezze prelibate appena sfiorate,
un piccolo assaggio
che lascia in bocca un sapore acre!
...
E ritorniamo foglie appassite,
abbandoniamo gli alberi spogli
per rivestire la terra di manto ingiallito...
Leggere ci dissolviamo,
come cenere si sparge al vento
trascorriamo,
esili foglie che la stagione fa germogliare
poi lenta consuma,
quando, non più verdi,
son troppo mature! |  |
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|
 | Perché trangugiare bocconi amari,
mandarli giù di traverso,
rigurgitando la rabbia
che ribolle dentro
nello stomaco sconquassato?
Perché digerire
il pane raffermo e
tastare la vita
saggiando a malapena
il retrogusto insipido?
Perché guardare avanti e
non riconoscersi uomini,
ma larve di resti umani
striscianti sulle pareti d'ignominia?
Noi gli appestati,
tese le mani al secol mendace,
prostrati in adorazione,
inneggiamo al vitello d'oro!
Gravida, incede
la giovenca avvenente
dai fianchi opimi,
con far superbo
e movimenti sinuosi...
digrignando i denti,
il popol magro
l'attende al varco
intanto che,
tenuto a stecchetto,
rumina crusca e radicchio secco!
Siam roditori,
rosicchiamo la vita a piccoli morsi,
avanzi putridi,
infettati dai virus di un'epoca insana
che espelle
tossine contaminanti
l'aria e l'acqua...
quel che uno ingolla
è cibo avariato:
parassiti incalliti
intorbidano il quieto vivere
dissanguano il pianeta,
iniettano di veleno l'umanità! |
|
|
|
 | Si erge imponente nel cielo,
brilla alto all’orizzonte
con le creste sfavillanti,
propaggini di salvezza e umanità,
inebriando di candore la bellezza del Creato.
Un bagliore di luce accecante
folgora lo sguardo all’istante:
incandescente,
riflette in noi mortali
la vivida luce che emana,
una fiamma divampante
d’Amore inestinguibile,
tizzone rovente che alimenta la passione,
sorgente di vita purificatrice,
scoglio rilucente su cui aggrapparsi
quando, sospinti dall’alta marea,
i marosi della vita s’infrangono
sui frastagliati lidi.
Si rinvigorisce l’anima mia,
dilavata dalla sporcizia immonda
che incrosta il sordido involucro.
Fulgido raggio di sole,
trafiggi in pieno volto:
baleni come un lampo frastornante,
rimbombi come un tuono impetuoso
ma non ti afferro nell’attimo fuggente,
mistero insondabile dell’Universo.
Uno squarcio al petto
mi dilania,
penetra fino al midollo
della carne e dello spirito,
lacerandomi.
In preda a tremori febbricitanti,
precipito in uno stato
di perenne incoscienza,
soggiaccio al tuo volere,
tramortito.
... |
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|
 | Ho ritagliato lembi di cielo
e, unendoli tra loro
con fili dorati,
vi ho stretto un nodo,
a mò di fazzoletto:
vi son racchiuse due stelle
e uno spicchio di sole
per farle splendere
ancor più sulla terra,
in un insieme armonioso...
ora sottratte alla volta celeste,
sanno che un giorno
vi faranno ritorno...
Ho tessuto la tela d'amore
con la seta del mare,
impreziosita da intarsi di perle
e ricami di fiori,
per adescarti nella mia rete...
Raggiante di luna,
sono apparsa in una notte d'estate,
per ammaliarti,
fresca di rosa e
delicata come petali vellutati...
E' bastato poco
per riscaldare i nostri cuori,
accendere la passione di mille giorni
e dissetarci alla fonte d'immortale elisir...
Eccoci sull'altare
per brindare alla vita nuova:
intingiamo il pane e beviamo il vino
dallo stesso calice,
ché di vita e di morte
un sol destino ci unisce,
ebbri d'amore e di speranza!
... |
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|
 | Un giorno come un altro svanisce
e nel lento affaccendarsi di vite
si consumano le ore:
tremule fiammelle
si spengono
con un leggero soffio
e anche la mia si fa tenue,
piano mi sciolgo
come pasta di cera.
Vibrano le corde dell’animo,
chiama la musica in sottofondo,
a ridestar le mie ossa flaccide!
Ma un suono stride,
scomposto,
interrompe il canto melodioso
dell’esistenza!
Non odo,
non sento,
non vedo,
proiettato oltre questo presente,
annaspo nella vischiosa melma,
senza trovare appiglio.
Anche la volontà s’irrigidisce,
ingabbiata dalle paure e ansie di vivere:
un tormento m’assale,
s’insinua nelle vene,
rattrappisce il mio essere...
vano è l’agire. |
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 Amo la poesia, la profondità del sentimento che ispira, quel tocco magico che vivifica ogni cosa, imprime la vita all’inanimato, nobilita l’effimero inconsistente che si confonde col nulla.
Forse si nasce poeta o forse no,
pochi lo sono veramente col cuore,
hanno la capacità di leggersi dentro
e guardare al mondo con occhi sinceri,
emozionando e lasciandosi emozionare.
Provengo da un paesino della Sardegna meridionale, situato in prossimità del mare, dove amo trascorrere le mie giornate, sia in compagnia che in solitudine, giovandomi dell’aria salutare che spira dalle nostre parti, quasi sempre un forte maestrale!
Il mare costituisce un’immensa risorsa per chi ha la fortuna di averlo accanto, un tesoro di cui andar fieri, da salvaguardare come bene assoluto, inestimabile, molto spesso fonte di ispirazione per i miei piccoli pensieri.
Sono nata e cresciuta qui, a partire dall’età dell’infanzia fino all’età più matura, senza alcuna pretesa se non quella di conseguire gli studi, prima liceali e poi universitari, coronati appunto dalla laurea in lettere. Il mio accostamento alla poesia avviene soprattutto in ambito scolastico, nel contesto di una formazione umanistica che mi ha permesso di apprezzare i piccoli e grandi autori che costellano il vasto campo della letteratura, lasciandomi influenzare maggiormente da quelli contemporanei, i miei preferiti.
La poesia per me è arte, nelle diversità di forme e di stile, è vita, nell’esternazione di stati d’animo, sensazioni, sentimenti, forti emozioni, è pura espressione dell’essere nella sua forma più autentica e riconoscibile, quella che denuda l’uomo e lo libera da ciò che appare superfluo...è la parte sostanziale che ci compone e conferisce senso al nostro vivere!
I miei componimenti vogliono essere un mero tentativo di descrivere le mie esperienze e stati d’animo, di imprimere qualcosa di me agli altri, di raccontarmi, di lasciare un piccolo segno attraverso il mio vissuto; non sempre è facile esprimere a parole quel che sentiamo nel profondo di noi stessi, non sempre le parole si prestano bene a spiegare il senso di ciò che avvertiamo intimamente: occorre servirsi delle giuste note per comporre una musica intonata, abbandonarsi alle sensazioni del momento, quando siamo pervasi da un’istintiva ispirazione, quando le nostre corde vibrano con maggiore intensità.
La poesia è il forte ruggito dell’anima, che, se trattenuto, a volte stenta a venir fuori!
Quando la poesia è dentro al cuore e nell’anima rischiara di luce e illumina d’immenso la nostra vita: parlano i sentimenti, nel dispiegarsi di sensazioni percepite ed emozioni vissute sull’intensità delle nostre esperienze, parlano e vibrano le parole di istanti vissuti, esprimono emozioni incontenibili, scorrono fluenti, liberano tutta l’energia che sentiamo e ribolle dentro di noi, pronta a esplodere e a trascinarci nel vortice incontrollabile della mente, dove i pensieri si affollano e aggrovigliano.
La poesia segue il forte impulso creativo e non è mai dettata da regole troppo restrittive; è un atto di libertà, non può essere costretta dentro canoni manierati; ancora, è il forte anelito all’irraggiungibile, rimarca il divario sproporzionato tra noi e l’Assoluto a cui tendiamo, oltre i limiti concessi.
Poesiole
Scritte di getto
son chicche del cuore,
ornamenti che indossa
l’anima per abbellir
i giorni tristi o lieti.
Il velato sorriso o una lacrima
è il gioiello splendente
per l’occasione,
a seconda dell’umore
cambia colore.
Brillano della tua luce
le parole,
scandagliano sentimenti,
sono la scorza formale
che avvolge
la nudità dei pensieri,
liberi di esternarsi
dar sfogo
alla creatività.
E corrono i versi
sulle note di un canto
intonato,
sublimazione dei sensi
rapiti in estasi.
Non puoi frenare
l’impulso che sale
dal fondo oscuro
dell’inconscio fin sulle labbra,
espelle
gioia o rabbia,
prende il sopravvento
l’ispirazione fugace.
Plasmando
l’informe materia,
cogli l’invisibile,
e i lati oscuri
d’ogni palese sembianza.
Assume una nuova veste,
quella che sai forgiare
con l’inchiostro della penna
imprimendo sul foglio
l’impronta inconfondibile
della presta mano. |
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