Ogni mattina davanti a un grande specchio
curiamo e correggiamo il nostro volto
deve essere uguale a quello della foto
di un essere che di umano ha solo l’occhio
ingozziamo merendine e liquidi artefatti
sperando che la pancia sia più stretta
invece che un panino basta una fetta
e se non basta, viso culo e seni so’ rifatti.
invece che una lettera d’amore
mandiamo messaggini e abbreviazioni
tanto poi le povere emozioni
ce le teniamo tutte dentro il cuore.
si compra tutto, pure la felicità
voglia di spendere, di essere alla moda
belli, attraenti e con la pelle soda
ma l’unica che vince è la pubblicità
cinema teatro radio e televisione
idoli crearti ad arte e sempre da imitare
culliamo i nostri sogni di poter andare
magari a un bel concorso di veline
se poi vicino a noi si può morir di fame
se la vita in fondo è una strana giostra
a noi che ce ne importa non è per colpa nostra
la colpa e sempre di un destino infame |
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| Giovani appena sbocciati
un’estate dai giorni dorati
mi regali uno stupendo disegno
arrossisco, s’avvera il mio sogno
si sfioran le mani, nell’aria sospese
avvampano i volti innocenti
si gonfiano arterie distese
esplodono emozioni bollenti
labbra accarezzano guance rosate
un perenne contratto d’amore
ore e ore in riva al mare passate
sussurrando sobbalzi del cuore
melodie intonavano dolci sirene
per il sangue un rally nelle vene
i genitori dal sole bruciati
per un attimo ci hanno ignorati
spinto da impavido ardore
il primo bacio, ho conosciuto l’amore |
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Un piccolo batuffolo
di ovatta bianca
tre grandi punti neri
di infinita dolcezza
curioso arrivi
ma già negli occhi
si legge la tristezza
e mentre la tua mamma
ti nutre e ingrassa
son li che aspetto
ma poca è la pazienza
breve sarà l’attesa
due mesi appena poi
inizia la mattanza
troppo corto il tempo
di scoprire il sole
di scivolare sulla
grande coltre bianca
la mamma lotta
piange e si dispera
difende il figlio
ma poi si arrende stanca
prendo la mira
guardo i tuoi occhi
che chiedono pietà
alzo il mio braccio
con tutto l’odio appeso
uno, due colpi appena
li chiuderò per sempre
io sono forte e tu
tu morirai sorpreso
di tanta mia viltà |
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Finalmente
dopo aver la boa girato
dimentica l’angoscia quotidiana
per mezzo secolo
portata in una borsa
non far che la tua vita
resti vana
ogni giorno non sei tu
a decider cosa
buttare nel fardello
troppo pieno
lacrime asciugate
nelle rughe della pelle
domande troppo a lungo
inesitate
illusioni e emozioni
ormai bruciate
abbandonate
nelle code delle stelle
ogni aiuto ti è sembrato
sempre inutile
credevi di esser forte
e inossidabile
oggi che vorresti
dare l’impossibile
ti accorgi d’esser solo,
un uomo fragile
non serve sai
guardarti ancora indietro
né stare ad aspettare
dietro un vetro
devi pensare
ancora al tuo avvenire
e quello di coloro
che in te han fiducia
andare avanti
senza paura di soffrire
portando il peso della vita
che ora brucia
perché alla fine
anche se sei forte
non sarai tu a decider
la tua sorte |
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Mi chiami nella notte
nel grido disperato
sento la follia
di un amor finito.
Le lacrime viaggiano
tra i fili del telefono
si confondono nel sangue
che gonfia le mie vene
non vuoi sentir ragioni
inutili parole
che cerco di plasmare
per scolorire il cuore
aneliti la fine
del respiro soffocato
e maledici gli uomini
imprecando il tuo destino.
Ti incontro sotto casa
confusa nella pioggia
stravolta dalla rabbia
abbandoni sul mio petto
un’ombra senza volto.
parole senza senso
tagliate dai singhiozzi
sospiri che trascini
in mezzo ai tuoi lamenti.
Ascolto silenzioso
la fine del tuo sfogo
asciugo quelle lacrime
e mi è compagno il cielo
che apre le sue porte
alla luce dell’aurora
risplendono i tuoi occhi
corrotti dal rossore
si illumina il tuo viso
una carezza amica
una battuta sciocca
un mimo del mio volto
rinasce il tuo sorriso
si allunga un’altra lacrima
rivive la tua anima |
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| Come fiamma fondi
nel fuoco i miei pensieri
vorticosi accendi
dell’anima i sentieri
mi esplodi nella mente
e spalmi sulle labbra
lame di lava ardente
ghermisci la passione
la insinui dentro i sensi
corrompi l’emozione
per desideri intensi
i tuoi petali di rosa
frammentano i sospiri
di sete ormai bramosa
scivolano sull’onde
si adagiano frementi
una delicata brezza
che timida nasconde
di labbra iridescenti
una languida carezza
un senso di abbandono
le forze mie si perdono
e aspetto il dolce dono
con gli occhi che non vedono
morire dentro un bacio |
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Sei nata al centro del mondo
un richiamo per gente gitana
dell’arte sei il nucleo profondo
sei la culla della fede cristiana
madre e patria di impavidi eroi
che per te hanno dato la vita
mentre altri infami avvoltoi
ti rendevano schiava asservita
da questa tua povera terra
son partite missioni di pace
nei paesi teatro di guerra
dove il fuoco di armi mai tace
figli fuggiti dai tuoi lidi marini
lontano da famiglia ed usanze
con valigie di cartone e santini
su navi piene di belle speranze
Oggi terra per molti miraggio
di fortune e benessere umano
dove ai giovani serve il coraggio
perché manca chi porge una mano
per godere dei sacri diritti
devi sempre alzare la voce
mentre si tace per atroci delitti
ci si scanna per una croce
Anche se così piccola e strana
ti sento mia e ne sono orgoglioso
ti vorrei come una donna italiana
bella, dolce e con il cuore gioioso
una terra che profuma di amore. |
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Affonda la mia mente
indietreggia sull’ostacolo
come sauro impaurito
rifiuta di volare in alto
proietta i suoi pensieri
su una parete bianca
in affanno si rincorrono
e smarriti si confondono
non grida alcuna voce
nessun squillo di tromba
non vedo un condottiero
o chi porta la bandiera
non passa la paura
di affrontare il buio
se credere nel sogno
o sentire la ragione
si placa il desiderio
e si assopisce l’anima
al freddo della notte
il sangue si rapprende
è lieve il suo respiro
il vuoto del pensiero
nella culla del silenzio
aspetta il nuovo giorno
e sarà ancora il sole
ad indicar la strada
dove si scalda il cuore |
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Stavo in mezzo ai ragazzini
ero il più alto degli anziani
con i miei tanti soldatini
vincevo sempre sugli indiani
passavo ore nella strada
combattevo con la rabbia
col fucile e con la spada
e non finivo nella gabbia
difendevo quelli deboli
giuravo sul mio onore
credevo nei miracoli
ero nemico del potere
Ed intanto son cresciuto,
troppo tardi ho poi capito
che non devi essere alto
per tentare il grande salto
tiri fuori un po’ di soldi
per aprir tutte le porte
regali due smeraldi
per ingannar la sorte
con due televisioni
ed un paio di giornali
vinci tutte l’elezioni
e ti compri i tribunali
se poi ti fai una legge
che salva un tuo interesse
fai fesso tutto il gregge
e le persone oppresse.
Eppure io ci ho creduto
che il potere avrei battuto
Robin Hood non è arrivato
la giustizia ha abbandonato.
Meglio giocar coi soldatini
insieme agli altri ragazzini |
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Quel giorno suoneranno le fanfare
ognuno avrà qualcosa da ridire
tra false lacrime asciugate dai pensieri
non ci sarà bisogno di mentire
commenti e giudizi saranno più sinceri
pure il governo avrà soddisfazione
non mi dovrà pagar più la pensione
finalmente libera fuggirà anche l’anima
e mentre la mia cenere raggiungerà le stelle
forse una donna verserà l’unica lacrima
e brinderà a quel vecchio rompipalle
che si era illuso di poter amare. |
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| Questa notte d’estate è silenziosa.
E’ arrivata, senza inviti, inaspettata,
un cielo di nuvole, triste e senza stelle
anche la luna paurosa si nasconde
perle di sudore adornano la pelle
scivolando si uniscono alle lacrime
che rigano e sezionano il mio volto
e si fermano salmastre sulle labbra
aumentando il desiderio della sete.
Gelidamente scorre solo il sangue
fermato ogni tanto da un sussulto
mentre l’anima, intorpidita langue,
le cicale suonano lo stridulo concerto.
Corre il pensiero a stellate notti
cullate dalla melodia delle onde
quando i baci ardenti sulle labbra
dissetavano dei sensi un’altra sete
quando avide carezze vellutate
in altre perle affogavano il calore
quando il sangue impazzito nelle vene
moltiplicava i battiti del cuore.
E’ lunga questa notte tanto amara
allontana impietosa un refolo di vento
e mentre l’alba al sole si rischiara
pare godere dell’anima il tormento. |
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| Una palla di fuoco nell’acqua scende
lontana dal mio cuore si nasconde.
Fissano gli occhi inumiditi l’orizzonte
nella foschia scompare l’ultima vela
il cielo imprime i suoi colori sulla tela
mentre l’onde si passano un lamento
sbadiglia il sole affogando i lunghi raggi
nel mare che assorbe il suo calore
il sangue spinge ma senza più vigore
l’anima ormai ristagna nel tormento
la luna canta alle stelle la sua nenia
sul pentagramma di lame d’argento
si spegne il fuoco in un morire lento
rubando all’amore l’ultimo frammento
il cuore confida al sole il suo racconto
ma sente freddo all’ombra del tramonto. |
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| Maledirò quel giorno
che in una chiassosa piazza
il sole infiammò due cuori
quando tra mille anime
una impossibile passione
fuse solo i nostri corpi
Maledirò quel giorno
che il sole illuminava
il gioco delle onde
e tra la musica dei pini
nascosti in una stanza
ci donammo il nostro amore
non sognerò ma più
la luce di quegli occhi
che apriva la speranza
né quella mano morbida
lasciare una carezza
tra i solchi del mio viso
non sognerò mai più
il profumo della pelle
che bagnava le mie labbra
nell’attimo che il cuore
urlava la sua gioia
e mi sussurravi ti amo
non voglio ricordare
il suono dei tuoi baci
che uccidevano il silenzio
non bastano le lacrime
a togliere l’arsura
che afferra la mia gola
mi ha abbandonato il sole
sparisce la sua ombra
tra i fantasmi della sera |
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| Si ferma il respiro, sei tu.
Sei assorta, pensieri profondi
annebbiano il lento cammino,
ti chiamo, sorridi sorpresa,
ti sorrido e mi vieni vicino,
un bacio innocente, un abbraccio
uno sguardo di complicità
ricordi dal tempo annacquati
i lunghi momenti di felicità
quanto tempo è passato!
Due parole per scorrere anni
ancora ragazzi incoscienti
facevamo l’amore impazziti
mordendo la vita impazienti.
Poi tutto svanì nella nebbia
nuovi incontri, nuove avventure,
abbiamo preso strade contrarie
di sofferenze, amori e paure.
uno sguardo, sei felice?
Entrambi con gli occhi chiediamo
si nascondono risposte sincere
dubbi scavano le nostre coscienze
forse non erano solo chimere.
Nostalgia nel tramonto sul mare
un bacio, un abbraccio di un’ora
mani unite, non servon parole
aspetteremo sulla sabbia l’aurora
Se io fossi davvero una lacrima
correrei tra quei prati di allora
spazzerei tutto il tempo passato
vedrei il sole risorgere ancora.
Ancora noi... |
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Facile
Dimenticare tutto ciò che è stato
Quante vite umane è già costato
Quei bimbi che non han più veduto
Quelli che là tutto hanno perduto
Inumano
Che pochi potenti senza scrupoli
Col rischio di distruggere metropoli
Chiudano gli occhi solo per danaro
Negando di vedere ciò che è chiaro
Semplice
Decidere di tornare al nucleare
Fregandosene del rischio di lasciare
Ai figli un mondo privo di futuro
Dove nessuno potrà vivere sicuro.
Assurdo
Chernobyl è affogata nell’oblio. |
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| Ho calpestato i sogni seminati
soffocandoli con il mio silenzio
ho ucciso la speranza nel futuro
ignorando del cuore le illusioni
eppur mi ami
hai creduto nelle mie promesse
perché il buio diventasse luce
hai baciato con ardore le mie labbra
sciogliendomi nelle tue emozioni.
perché mi ami
ti ho regalato ogni mio pensiero
accompagnando i minuti delle notti
ho respirato il profumo dei capelli
affondando il mio volto nel cuscino
perché ti amo
mi hai lasciato in dono le tue lacrime
per lavare ogni ricordo del passato
hai dimenticato il suono del sorriso
che salutava con gioia il tuo mattino
eppur ti amo
abbiamo riacceso i nostri desideri
confinando nell’oblio il dolore
conservando gli attimi più belli
per riscoprire ancora il nostro amore
vincerà la forza del perdono
perché
tu ed io siamo dentro noi. |
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sguardi spenti immobili nel vuoto
le parole imprigionate tra le labbra
pensieri grigi che volano sospesi
senza la voglia di arrivare al cuore
eterni attimi in cui tutto si oscura
i bei ricordi appassiscono nel gelo
rallenta la sua corsa anche il respiro
mentre il silenzio tiene il suo comizio
e noi restiamo complici nell’ombra
con l’amore che ormai stanco muore |
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Un’illusione folgorante ricercata
da un’anima che vuol cambiar colore
una lucente meteora che attraversa
distese grigie che hanno invaso il cuore
ti colpisce e ti abbaglia la sua luce
muta sofferenza in nuovo amore
invenzione delirante del demonio
che si diverte a torturar la mente
quando amarezze ingoiate nella vita
ti fanno credere d’essere un perdente
occupato a programmare il tuo futuro
dimentichi di gustare il tuo presente
è il solo modo per poter esser felici
per staccarti dall’incedere del tempo
allungare la tua mano sul suo viso
e baciare in quell’istante il suo sorriso
è in quegli occhi della felicità il segreto. |
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Non so
dimenticare quel mattino,
ansioso
come un militare che si arruola,
ho accompagnato
fiero il mio bambino
al suo primo contatto
con la scuola.
Tanti bimbi
accanto ai genitori
nel grembiule inamidato
bianco o blu
pronti a recitar
da consumati attori
una commedia
o un film per la tivu
nel volto delle mamme
leggi l’orgoglio
mentre nei papà
vi è la certezza
di avere messo al mondo
il miglior figlio
opere d’arte,
testimonial di bellezza.
chiede inquisitorio
un compagnetto
-come mai
sei venuto con tuo nonno?-
"no, è mio padre",
risponde con dispetto,
mio figlio
a quel morto di sonno.
"Bravo ragazzo, grazie del tuo dono" |
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Culla la sinfonia
d’archi nell’ombra,
carezzo il tuo corpo
accanto ad un violino,
l’archetto incede
sfiorando la tua pelle,
il crine vibra
scivolando nelle ansie,
lampi negli occhi
riflettono le corde
verdi amuleti
incollati al desiderio,
nell’equilibrio
incatenato nel piacere
attendo...
di cadere nell’inferno.
Si stendono le mani
sul tuo ventre
pattinando
sulle perle d’avorio,
muscoli induriti
immersi nel tuo miele
si fondono
ribollendo dolci umori.
In una nota
che sembra non finire
il tuo bacio
ha risvegliato il sole
svanisce il sogno,
lasciandomi un sospiro
e di quel violino l’impronta
sul lenzuolo
volo
su un pentagramma d’oro |
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| Si dilegua il mormorio del desiderio
svolazza nella polvere sospesa
si adagia in mezzo a due cuscini
una conchiglia per partorire un sogno
nel mare che separa i nostri cuori
nel gelo che ha paralizzato i corpi
nella rabbia che ha spezzato le parole
non c’è spazio per credere nel sogno
occhi chiusi che si mandano segnali
labbra seccate dal fuoco del rancore
mani inermi che sfiorano il lenzuolo
radici amare che hanno rifiutato il sogno
due nuvole vicine dispiegano le ali
scelgono correnti di opposta direzione
si accusano di aver sbagliato strada
di avere infranto, entrambe, il loro sogno
è freddo il cuscino che mi resta accanto
mentre accarezzo l’impronta di quel sogno |
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A che serve girare coi fantasmi
tra vecchie valigie piene di ricordi
quando il solo aprirle ti fa male
tra i rimpianti spogliati dei vestiti?
Perché ritrovarsi in quell’angoscia
che ha macerato tutte le illusioni
riaccendere candele consumate
dai passi di sogni ormai sbiaditi?
Perché soffrire l’arsura delle labbra
provando a chiamare solo un nome
sentire l’eco stonato nella testa
di parole e sussurri tanto arditi?
Ora che sono solo in una stanza
accovacciato tra memorie rotte
dove amarezze mai dimenticate
coprono deboli bisbigli dell’amore.
Ora voglio, devo, trovare la speranza
varcando la scritta "fine della notte"
per emigrare su distese sterminate
di margherite dove posare il cuore.
Ora non voglio più vedere ombre. |
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| Agito le mani per afferrare il vento
scivolando in un bolla trasparente
in un lampo attraversare l'universo
e perdersi nella dolcezza del sorriso
come petalo mi addormento al suolo
rifugiandomi nel sogno dell'amore
perso nell'immensità del cielo
sento le tue dita avvolgere le mie
cullato dalla melodia dell'onda
mi stringe la forza dell'abbraccio
immerso nel fuoco dei tuoi occhi
lento ribolle il sangue nelle vene.
linee sottili solcano il tuo volto
ricami preziosi donati dalla vita
si librano nell'aria i nostri corpi
rami intrecciati in un amplesso
E tra terra, cielo, acqua e fuoco
nelle tue braccia io mi sento vivo |
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No, non passerò la rossa linea,
che separa la semplice esistenza
dai falsi sogni e dalle facili utopie,
cullandomi nelle stesse mie bugie
non spezzerò troppo fragili catene
che trattengono illusioni del passato,
per scoprire gli errori e le mie pene
nascoste da un cristallo smerigliato
troppe volte ho strappato un panno grigio
attaccato a un vetro che credevo oscuro
preferisco accecarmi in questa luce
che ammuffire nell’ombra del futuro
La mia vita è qui accanto al mio presente |
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Squilla la tua voce
annulla la distanza
spinge gambe stanche
sulla scala della vita.
Lo sguardo in una foto
ridona luce al buio
svaniscono quei veli
distesi dentro gli occhi.
Nel sorriso la certezza
di un'anima vicina
boccioli di speranza
nel manto di allegria.
Una parola amica
è dolcezza e verità
Sei nell'immensità, la mia.
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Quando i miei occhi
saran stanchi
di camminare
dentro il mio sentire,
di interpretare pensieri
ed emozioni,
di esplorare
tutte le mie azioni.
Quando l'anima
non avrà segreti
avrò plasmato anche
i desideri,
coperto i miei sogni
con la cenere,
troverò foglie secche
da raccogliere.
Quando ripenserò
alle sciocche offese,
alle parole
con punte avvelenate
scoccate
con l'arco del sorriso,
mi accorgerò
di aver l'amore ucciso.
Quando mi chiederò
ch'io fossi stato
per illudermi
di aver amato troppo
lì crederò di aver
compreso tutto
e avrò davanti a me
un uomo distrutto
un uomo che per trovare
un equilibrio
ha trasformato la vita
in santuario |
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Stringendolo per mano
nella voglia di fuggire,
bruciato nello sguardo
dai raggi del tramonto,
affido l'ultimo sogno
al brontolio dell'onde,
lui è lì, gli parlo,
è muto e non risponde.
Eppur ne abbiamo fatte
di cavolate insieme,
creduto che ogni volta
fosse quella giusta,
correndo all'impazzata
per arrivare prima,
nascosti nella nebbia
a coprir la lacrima.
Eppur ci abbiam provato
ad illuminare gli occhi,
spogliare ancor quei petali,
buttando dalle dita
lo stelo ormai svestito,
e sorridere incoscienti,
sulla casualità
di un fiore condannato.
Continuo il mio viaggio
lui tira la mia mano,
pur stanco dà il coraggio
per andare più lontano.
Sì,
ci credo ancora
no,
non fermarti ora.
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Parole scolpite
sui fogli di un diario,
inchiostro nero
che rifiuta di sbiadire,
evita la cattiveria
di una lacrima,
fugge e ritrova
un'altra pagina.
Ricordi incisi
dentro l'anima,
ladri di ragione
scivolati nell'ombra,
attori consumati
riemergono sul palco,
reclamano la luce e
chiedono l'applauso
Pensieri senza tempo
distruggono i dolori,
da bozzoli di seta
rinascono sorrisi,
testardi come muli
dispiegano le ali.
per terminare il volo
in quel magico bacio
Ritorno al via. |
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Ho sentito
la scia di un fuoco d'artificio
strapparmi la felicità dal cuore
ho mangiato
ricordi ormai scaduti
oscurando i miei occhi con un velo
ho voluto
anticipare le stagioni
muovendo sopra una scacchiera il sole
ho sperato
di essere una nuvola
copiando la tristezza dalla pioggia
ho creduto
di percorrere una strada
respirando solo polvere del tempo
ho corso
seguendo la mia ombra
tra le mura di una stanza al buio
ho fermato
lo scorrere del giorno
spezzando la lancetta delle ore
poi ho rivisto
la meraviglia dei miei occhi
il giorno che mi ha detto t'amo
sì, avrei potuto
guardare in fondo all'anima
senza cercare in una sfera di cristallo
e dire addio a tutte le illusioni.
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Sul velo di un'acqua
avara di speranza
m'ispira questa luna
dal viso senza tempo
rileggo balbettando
il mio passato
tra scivoli e scale
della mia esistenza
Un disco d'argento
riposa nello specchio
lascia che l'onda
le accarezzi il volto
guizzano dal sorriso
come pesci rossi
i ricordi in cui
son diventato vecchio
Si è perso l'appetito
di un'altra fantasia
nello zaino afflosciato sulle spalle
ripongo un po' di quiete
e mentre ripercorro
istanti di facili illusioni
disseto le mie labbra
nella nostalgia.
tra uno e l'altro affanno del respiro.
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Occhi sazi delle notti insonni
annoiati nel consumare gli anni
lobi stirati dal peso della storia
con appesi monili di memoria
Perso nel gesto di malinconia
di levigar col palmo invano
il dorso scarnito della mano
lasci residua polvere e allegria
Nell’ombra sfumata dei tuoi passi
riassapori dei figli anche i sorrisi
asciughi le gocce della sofferenza
affetti senza più riconoscenza
Sei uno sgualcito soprammobile
una scatola di scarpe inutile
solo un fiore finto impolverato
in un vaso di cristallo vuoto
che tutti han ormai lasciato solo
nei sogni che vogliono dormire
ti manca ormai la voglia di capire
aspetti di spiccar l’ultimo volo
Anima, hai perso la tua luce!
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S’intreccia con il mio
il desiderio dei tuoi occhi
si confondono nel buio
le ombre di due corpi.
Si sfiorano le mani
cercando di scovare
i lidi più lontani
dove trovar calore.
S’affrontano le labbra
nello scambiar sapori
godendo il primo assaggio
degli impazienti umori.
Di voglie deliranti
scandite dai respiri
da immagini lascive
pensieri già indecenti.
La mente imprigionata
nella trama delle vene
s’insinuano le dita
ad esplorar le tane,
e lasciano gli inviti
sui varchi mai violati
ai muscoli gonfiati
da istinti mai sopiti.
Ammiccan le mutandine
fan dono alla mia pelle
del succo di libidine
che la tua brama espelle,
conduce nell’inferno
di nettare la sete,
ed il desiderio vola
a sublimar la quiete.
nell’estasi di sguardi. |
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Credi d’essere il migliore,
brami d’emular il tuo mito
e se lui è un grande attore
tu sei un povero fallito.
Fingi di guidare il branco
ma non sai cos’è il coraggio
e con tre balordi al fianco
ti comporti da selvaggio
Minuziosa è la tua scelta
nel trovare la tua preda
se è più debole, ti esalta
ancorché pietà ti chieda.
Spari le vili tue cartucce
piene di polvere bagnata
grave, il danno che produce,
è un’infame carognata.
Godi di una gloria futile
ma se trovi un uomo vero
mostri tutto l’esser fragile
d’un falso spirito guerriero.
In fondo sai, tu non hai colpe
del tuo viver da bastardo
te ne han date vinte troppe
in questo mondo assai bugiardo.
Sei un bullone, ma spanato |
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E ci sei solo tu,
e mi riempi gli occhi
senza cercare l'oltre
senza contar stagioni,
racconto l'energia
alle sfere del mio tempo.
In un mare di purezza
immergo il corpo stanco,
e come spugna viva
assorbo i tuoi bisbigli,
ad ammorbidir le labbra
una fragile carezza,
i sogni accattivanti
che ridanno giovinezza,
i sospiri del piacere
che infondono la forza,
per stringere le braccia
e regalarmi una certezza,
nel trattenere il fiato
bevendo il tuo respiro.
E sono, anch'io, ... e vivo.
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Mi chiamano i tuoi occhi.
Tra grida di piacere
e preghiere di dolore,
tra funi compiacenti
di delizie provocate,
tra brividi di freddo
di unghie arrampicate.
Affondo le mie labbra,
sfregando il desiderio
un ruscello sul lenzuolo,
la sorgente del delirio
esplosa dalle viscere
di un fiore ormai stremato,
che tra impazienti dita
vuole riprender fiato.
Essenza di miele
che assapora l'estasi,
e si spande sulla pelle
richiudendone i pori,
e ne conserva il sole.
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