In fiore ti apri alla vita,
muti all'ombra
d'un maschio pensiero,
ravvisano evidenze
occhi sguarniti di critica,
e, se si specchiano,
scorgono riflesse
fantasie del domani.
Bocca setosa
che accompagna
parole danzanti
al fuoco della curiosità.
Divieni con fantasia
quella che nei pensieri sei,
rimuove la delicata mano
ciocche di capelli
come spiacevole pensiero.
Credula e colma di speranza,
gli eventi, in ogni dove,
ti conducono.
Spontaneamente confondi
la ragionevolezza degli uomini
tra l'universo tuo di donna,
smuovendo congetture
fatte castelli. |
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Quella tua virile indifferenza
squarcia il mio cielo,
lasciando cadere
brandelli d'anima
su di un cuore
che soffocato,
trattiene parole di discordia
mai proferite.
Avvolgo il dolore
come un gomitolo di lana,
mentre i giorni si ritessono
identici.
Si crea in me un riparo
di dignità,
vulnerabile dal tuo certo sguardo.
Gingilli sospesi
a fili di lacrime
sono i mille pensieri
che tremolando
scuotono una psiche
in cerca perpetua
di una folata di compassione. |
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Pretesto io,
in un profilo di femmina,
cupidigia tua,
mi copri il corpo
di pesante brama,
ogni mia parte sferzi, e
mi dai quel colpo finale
che delizia ti presenta.
Allora, silente,
gli occhi chiudo,
quel cielo buio lascio
in punta di piedi,
m'allontano coi pensieri,
scambio le dure labbra
con petali di rosa,
le grette mani
con carezze soavi,
la sagoma tua con
un morbido manto di seta
che l'intimo lenisca.
Sorda al presente
d'un istinto erotico,
di beltà per attimi
tutta risplendo.
Illusoria dignità,
questa evasione,
povero baluardo
per un a donna vilipesa. |
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Malinconia velata
muove
l'umano mio carattere,
intuisco che di dolce oblio
dovrò sempre vivere.
Colmo l'animo
d'interiore esame
bramando intesa e grazia,
mentre austera
la vita m'accompagna.
Tu mi scorti,
infusa mestizia
in mie concezioni,
sul volto emergi,
languido sorriso,
specchio dei miei
pensieri peregrini,
prede poi, d'inferiorità,
che a poco a poco,
mi disperdono.
Sibilla involontaria
su sguardi d'altri
mi ritrovo e non vorrei...
Poi d'improvviso
mi riscopro...
come occhiate di sole,
i contagiosi ingenui sorrisi e
aperti sguardi,
ricacciano e danno luce,
a quei grovigli
che nascondo in fondo al cuore. |
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In questo destino
caduto addosso, non scelto,
raccolgo detriti di ricordi,
non trovo nessuno accanto,
dentro di me ho i nemici,
sputato come nocciolo,
sconfitta e umiliazione
come carnefici nel cuore
si ingrandiscono,
nuvole di scetticismo
per nascondersi, ma
squarci apre il dolore,
permette di guardarmi dentro,
si stacca piano l'ombra della memoria,
scivolo ancora
sulla superficie della vita,
slancio primordiale,
un abbraccio, scioglie
le indurite pareti dello spirito,
amare come bastone
per appoggiarsi,
spada per conquistar la luce
fuori dalla morte,
la ginnastica dell'anima,
intuisco, la salita predilige. |
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Non resterò ad ascoltar ingrate parole
sminuzzate addosso
come briciole dimenticate, da te,
che fai fede d'essermi ammaliato,
voglio scrollarle al vento, come tovaglia,
risalire dal precipizio dell'amore,
tra crepe di logore pietre
cercar non più ortiche
ma di consapevolezza il fiore, e
strappar dal seno, dello spasimo
il chiodo arrugginito, poi,
non più confusa dal barbaglio mattutino
ma, libera nel dissolver confini...
simile ad un'onda
chimerica, portentosa,
già infranta,
ma spumosa e temibile ancora. |
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Sola al declinare del giorno,
quando il silenzio persuasioni forza,
nel pensiero mi danno, e
nel fare a pugni con me stessa,
il primo albore mi coglie
con un cuore di lividi gonfio. |
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Abile l'intimo mio nel farmi danno
anche se appagante e inaspettata
innanzi mi si pone la riuscita
che il piano della vita mi raddrizza
pochi istanti e...
più che mai dentro compresa
a farmi male riaffiora,
come palla sull'acqua,
l'impronta indelebile della passata sconfitta. |
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Ora i tuoi sguardi
complicano una donna
d'impulsività ammantata.
Ti prego, non giudicarmi ancora,
ma con baci il broncio cancellami,
tanto lo sai, se t'accarezzo il cuore
ciò che m'aspetto è l'intenso vivere.
A volte, nel lago delle lacrime
vorrei profondare
per riemergere nuda nell'anima
e ricoprirmi come coltre della ragione. |
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Immoto in quest'attimo
di me tu chiedi...
tutto è racchiuso in questa
avvizzita rosa. |
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Nel cielo nitido la luna orla d'argento
le ultime foglie caparbie d'alberi,
sui capelli il lunare riverbero
in una cruda realtà invernale.
Nell'aria la fredda mutabilità d'un legame,
egoistica emozione l'amore...
rimango ad aspettar desiderosa i risvegli,
impari conflitto contro l'incertezza.
Guardo in giardino l'amamelide,
sfida il persistente gelo,
come te, nel sentimento,
ondeggiano i gialli fiori,
al vento freddo affidano l'essenza
confondendo il fiato dell'inverno,
e me... mentre nel pensiero avverto
l'amore non sempre saggio si rivela. |
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Diffidando di virtù apparenti,
vivo del mio pensiero
dandogli il tratto di ciò
che nell'animo porto.
Certa della fragilità dell'essere,
irrilevante come ho vissuto,
se alla fine un senso ho trovato.
La meandrica perfidia, e
questo farisaico mondo,
non voglio assecondare,
ma sfidare...
E' cosa rara la vita...
sorretta mi sento
alzando gli occhi al cielo,
anche se difficoltoso trovo,
muovere passi
imprigionata spesso,
in un fango di falsi pregi.
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E' un infimo tramonto,
dell'anima il rigurgito,
quel corpo di Dea e non solo...
nell'eco un'inutile supplica.
Come nastro la vita sfilata
da un passo di furore carnale,
soggiogarla alla cupidigia
legittimo appare,
dissimulato biasimo
tra melate parole.
Su candidi seni lacrime nere,
nel segreto di femmina entra
per stabilir ruoli, l'uomo,
sfigurato da una semplice ragione,
della donna,
l'infinito, fuori dall'amore. |
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Farfalle delicate, noi donne,
nell'aspetto belle,
dal creato pennellate,
di fantasie e colori,
svegliamo intenzioni
di giovinezza e d'amore,
pronte a vivere
la nostra stagione,
seguire l'intento,
tra desideri e sogni,
poggiare su quel fiore che
tanto ci attrae,
surgere d'esso il nettare,
estasiando in cambio
il maschile ciglio desideroso,
leggere, discrete, fiduciose,
tanto uniche e diverse,
qua e là, ignare che
la mano della sopraffazione
è pronta a sottrarci attimi attesi,
solo per il gusto d'afferrar
ciò che di bello appare,
allora non più diverse
d'aspetto o colore,
non l'altra metà,ma
donne...
ci accomunano lo stesso
avvilimento e delusione. |
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Sguardi mascherati,
intolleranti, per
sospiri innamorati come noi,
sospinti ai margini
di un universo celato.
Sordi moralisti all'amore
che fuor di modo
persuade.
Confondiamoci allora,
nell'alba del nostro bene,
e la notte, quieterà
una trattenuta brama di vita.
Sciogliamo tormenti,
uniamo i battiti
tra decise braccia,
nascosti resteranno
amplessi creduti
peccaminosi,
dalle ciglia sperdiamo
il timore.
Lunghi i passi nostri
via dalla bigotteria,
che rigogliosa edera
alle anime s'abbraccia.
Solo chi l'amore conosce
ci accorderà l'intelligenza
della vita. |
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Come un frusto cappotto
getti il sentimento
ai miei piedi,
senza rimpianto.
Tra spine di cardo
mi serri il cuore,
muto il tempo ascolta,
non sa più del domani.
Accasciata,
come cane bastonato,
lecco aperte ferite,
nelle orecchie il tonfo
d'un amore che muore
senza aver avuto forza
d'attirarne altro,
mentre spoglia di te
tra le mani stringo
l'ombra del crepuscolo
inseguito dalla notte. |
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Notte illune,
nel muto palpito d'attesa
accogli al talamo, una bambina.
Oh! i sacrificati fiori bianchi
tra piccole dita,
costrette a lasciar bambole e sogni.
S'infila nel cono d'un pensiero
l'echeggiato inganno: Sarà come un bel gioco...
No, non soccorre il lacrimato invocare
della figura di madre ormai persa,
coperta d'ombra cupida
in lei entra mascherato l'amore
ingordo solo della tenera purezza.
Lascia il ripugnante squarcio nell'anima
offesa da un assassino presente,
nel rosso del suo dolore
affoga la bellezza della sua adolescenza. |
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In qual groviglio
l'alba mi desta
nel tirar su il velo,
accavallate nubi
su raggi di sole,
ed io rimango racchiusa,
in disparte,
osservo chi è preda
di spietata competizione umana,
come isolato fiore tra l'erba
d'essere falciata temo
e poi, d'improvviso mi sorprende
una affabile parola
frusciata da chi
in favore stà confuso,
si screzia di colori
il mio roveto
e il giorno, ventaglio colorato
nell'aria mi riporta
un palpitare quieto
di gioia infinita. |
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Ha il sapore d'estroso
quell'attimo in cui svelo
il mio ardire in versi
da un'ideata finestra,
soffio dalle mie mani, come petali,
tante parole da voi amate.
Chissà su quali cuori si poseranno,
le immagino stuzzicare le attenzioni e
m'invade un mite piacere
di sentirmi viva anch'io fra altri.
Non m'importa la conferma
del mio contraccambio d'emozioni,
molti di quei petali resteranno
come vele senza vento,
altre ritorneranno, da accogliere
e mantenere amichevolmente nell'intimo, dentro. |
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Bussa alla finestra la pioggia,
come lunghe unghie il vetro graffia,
desolazione d'una sera invernale
fuori e dentro nell'anima.
Ascolto avvolta da un gradevole tepore,
niente mi manca all'apparenza, ma
di nostalgia si può morire,
ed io sono viva ma non vivo,
pian piano affogo trascinata
dalla corrente dei ricordi.
Le angosce, su questa Terra,
tessono una rete che tutti ci accomuna,
trame di spago le anime,
impossibile scioglierle
senza far vibrare tutto il resto.
Cuore cocciuto e testardo nel pianto geme,
chi mai scosterà per me,
la buia tenda d'amarezza
per far entrare del sole uno spiraglio... |
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T'accosti alle mie spalle,
sleale un fianco m'accarezzi,
come serpente
sul corpo mi striscia
la paura...
m'attanaglia tra spire, e
il fiato toglie.
Prendi la mia mano,
là, mi conduci,
dietro a quella porta,
una stanza che vorrei
con pareti di cartone,
gemiti e grida di dolore
da nessuno sentiti.
Quale pretesto, oggi,
alzerà quella mano, che
tra i ti amo,
sul mio corpo
nervose carezze
poserà...
Io, piccola, sottomessa
all'ombra tua
pretestuosa,
nulla potrò, se non
sperare che presto
Finisca...
Te ne andrai, certo,
io allo specchio guarderò
una sconosciuta con
alterati tratti d'un volto
tinto di blù e vergogna.
Lo velerò
con tanta cipria, e
ingannando me stessa
al mondo racconterò
d'esser la solita
sbadata di sempre... |
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Tentacoli di un presente
tinti di rossa vergogna
corpi di donne reprimono
funambole sul filo della vita.
Artigli d'angeli del male
quelle mani furiose d'ira
sfregiano le femminili anime
e lacrime dal sapor del sangue
schizzano nell'aria densa di paura,
fra pareti stanche d'ascoltare
un falso supplicare del perdono.
Loro cedono, non lasciano,
rifiutando ali di libertà
credendo fermamente nell'Amore.
Dietro finestre, inermi, rimaste nude
col volto offeso guardano lassù,al cielo...
di gocce di luce si rivestono
in un ultimo disperato desiderio. |
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Mi raffredda la gente senza volto
che sfuggevole passa...
sospiro frettoloso nell'aria,
come albero spoglio mi sento
su di un asfalto che rifiuta radici.
Protendo i miei secchi rami inutilmente
ciò che è vizzo, ahimè non attrae,
sotto la screpolata corteccia
petali di cuore rubino si macerano
aspettando il favore d'una reciprocità negata.
La solitudine è una polvere nera
d'astri bruciati dal tempo
e addosso mi cade lenta, lenta,
scuoterla come un tappeto di seta
dalla finestra della mia anima
vorrei, si se vorrei...
Mi raffredda la gente senza volto
che sfuggevole passa...
tuttavia la leggiadra Primavera in fiore
tra i secchi miei rami si pettina. |
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e mi poserò lieve
come un sospiro del cuore,
aspetterò che la tua mano s'apra
come un cielo dopo un temporale e
ancora una favola che passa
sussurrerai tra i miei capelli,
ed io, illusa, sognerò di bianchi cavalli
di sentieri dal profumo felice.
Non verrà l'atteso appagato finale,
improvviso spiccio lo schiaffo
mi chiuderà in una penombra lacerata.
Oltre me, una pioggia di sorrisi,
qui sola, invoco,
ascoltate nel vento il mio soffrire. |
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Il mio corpo è steso fra ombre d'insonnia
e tu, Luna bonaria segni la strada ferita,
sento accanto l'abbandonato respiro
di Te, amore vero, mentre l'oscuro
la mia lacrima lascia opaca.
Non sai, dietro uno scudo di foglie
nascondo la mia pena,
come un topo, nell'anima rodo
quell'essiccato ramo d'affetto
che m'aspettavo dovesse germogliare.
Sul fianco, lentamente, una carezza
che vuol tranquillizzare, che non si spiega
la mia inquietudine, la mia insicurezza. |
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Orizzonte tinto di vermiglio,
sei tu, vita mia,
lenta ti pieghi all'ombra nera
di un'ala di corvo che incombe.
Consapevole, so, come Tu maltratti,
fra un canto di dolcezza stringi
ricordi su brughiere dell'anima.
Confusa, sotto un cielo che s'impregna
del sapore della mia paura,
un silenzio ingordo cala.
Col pianto venni nella tua luce
lacrimo per te nel sentirti spegnere,
nella verità che in me trattengo
riconosco forte la tua bellezza
perché resti fuoco che fra le nuvole getta.
Fragile nell'ora più che mai ti intendo,
sospesa in quel rosso che sfuma
mi lascio coprire solo d'anima pura.
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Uccello del paradiso
sospeso...
incantevole d'amore brioso,
nella danza la mia offerta
in un barbaglio di grata dorata.
Fra cerchi di pena sbatto le ali
arabesco il pensiero con aloni di spera
quando nell'aria, s'ingorga un temporale.
Tu mi trattieni, ma tu mi attrai...
cadono note stonate nel vento
e sempre mi chiedi: cosa ti manca...
Non sai che non basta guardar quei fiori
che al giorno chiedono solo respiro.
Comprendimi, petali di cielo ammanniscimi
così che sbramata di vita mi senta.
Non farmi soffrire in un'esile parvenza
pigliami l'anima se vuoi ancora,
ma non dorata, sol di raggi di sole,
sia continuamente questa mia grata. |
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Lenta mi trasformo
costringo il cuore a cercar un'altra pena
nel chieder ciò che ora mi manca,
ragno è la luce
che tesse la sua tela sull'anima
nella metamorfosi dell'esistenza
suoni, lacrime grida
narrati tra due mani
sul libro del tempo.
Scia scarlatta su d'un azzurro passato,
mi trova, qui in riflessione.
Piango dietro l'Universo
mentre le sensazioni toccano
la carne tenera della vita. |
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Donna, femminilità che attrae,
nella saggia imperfezione,
con la pienezza dura ed elastica nel corpo
e nei fianchi la prolificità.
Dischiuso libro al leale sguardo
all'altro donar sai le tante cure
nel generoso accompagnare
fra verdi cascate d'affezione.
Intonata al canto dell'anima,
alla vita che deve ancora venire
nel rischio pur di sostenerla.
E ancora alito confuso
respiro tiepido sull'umido corpo
nel tepore caldo ed empatico
senza risparmiarsi a nulla.
Unica nel calmar quella mano
che spesso il cuore ti afferra.
Tra il dondolio di bianche chiome
sempre intensa Donna appari
lasciandosi e lasciandoci godere
d'una luminosità di tenerezza piena
che alle origini del mondo avvicina. |
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Frammentato dolore
destato da sofferta lacrima
sul tuo volto d'ebano.
Lama affilata l'ipocrisia intorno
taglia speranze appena nate
d'espressioni sparse nel soffio,
forzando ogni rispetto.
Dio, bianco nella luce,
con molti dettagli dona essenza,
non resterai ombra nel giorno,
perché per te sarò guerriera
armata di coraggio fra la gente,
Nell'affrancarti ad uscir da un dedalo
scoprirai una dignitosa apparenza.
Noi in così diverso tono,
come terra e mare si compensano...
resteremo strette in un abbraccio come dono.
In un soffitto che par di liquirizia
sfidano desideri astri cadenti
ravvivando i nostri volti,
ciò che t'aspetti l'aspetto anch'io,
saggezza che diventa valevole amicizia. |
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Tenerezza che accompagnavi
i nostri passi leggeri
su radicati tuberi
che al cielo mostravano
la loro amena fragranza.
Ora su arsi prati esausti
ci rinneghi lasciandoci inermi,
intorno il buio avanza ingordo
d'afferrar l'ultimo bagliore,
tace da ogni parte ciascuna voce
non osa neppur la Luna apparire
là,in quel canto, ferito,
sconfortato l'Amore piange.
E' stato umiliato
dall'insensibilità delle parole,
sale il pianto che forte si sente
e il vento compassionevole lo raccoglie
per disperderlo lontano
che altri non abbiano a sentire.
Offesi astri offre la notte
a noi, persi in un chiedere finito,
due gocce separate sull'erba
noi domani. |
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Pesantezza del vivere
è stanca l'anima di sorreggere
vuol riposare, lasciare i bordi della vita
quel gravoso peso dell'esistenza
ed io mi farò trasportare dal tuo spirito
sul dorso terso senza sfiorare terra,
coincidenza di due centri unici
nella vitalità dell'amore.
Immersa nel paradiso di ninfee profumate
mi vestirai del manto di dama
nel geocentrico sentimento
lascerò la condanna del mio pudore
tu attrazione che attira, tensione intima,
resta solo la maschera di ciò che mi circonda
intorno il vuoto, senza profondità,
soave centro dove il tempo inghiotte l'attimo |
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Tessi, tessi immutabile per me
un manto impalpabile
un ordito di raggi
su trama di nuvole nere
e intrecci aurore innamorate del tempo
e notti di magie e cerchi d'ombre.
Poi... il cuore si fiacca,
troppe le emozioni stipate dentro
come semi si sgretolano
sotto il peso d'una macina eterna,
non si ferma mai, mai...
neppur per far durare la felicità.
Aliti vita, fra chiome bianche
in un senile brancolare
di giardini dai colori autunnali
e ascolti il canto flebile
nel ricordo di perdute frasi.
Finché ghermita verrai
da ali d'angelo in luce
cadrà il fuso fra pieghe di sospiri
ed io inerme accetterò
il bacio di fredde labbra eterne. |
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