Riposto in un cassetto, imbaulato
memorie del tempo, intimo segreto
pagine di storia, lacrime amare, afflizione
sbiadita resta la foto, isolata
il suo ricordo di lettere... disperazione.
Lampi nel cielo di rosso scarlatto
parole tremanti poste al buio
su carta ora ingiallita, consumata
di pennino unto d’inchiostro
di sangue umettata.
Scorre lo sguardo fremente
un lume, una fioca luce, una candela
rimembra paure, momenti d’attesa
taciturno pensiero anela.
Racconti di guerra, di fame
quel che resta di matita imprime
messaggio tramandato... sofferenza deprime.
rumori assordanti, ciarpame.
Frammenti di vita ... emozioni
usciti dalla polvere in spiragli
a raccontare drammi, massacri
lasciando ai posteri dolori
nei giorni rimasti in vuoti giacigli.
Un tuffo nel passato
una coltre di silenzio pervade
lacera il cuore straziato invade...
diario ai posteri donato. |
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Uno scrittoio, un sogno in desiderio
alla sua vista una finestra, un pensiero
la sua donna, una mano sulla spalla
la musa ispiratrice, l’alba col suo sorriso.
Uno sguardo, germogli del suo eden
profumi invadenti, mani cercanti a scoprire
rosse camelie in mostra, la stanza accoglie
su veli coprenti messaggero d’amore.
Prato fiorito, rosa sbocciata in miraggio
petali vellutati, mai appassiti ad accarezzare
intinge, scorrono versi nel suo fervore,
scricchiola la poltrona, riccioli d’ardore.
Umida rugiada tra le dita, intenso atto
carezze su verde campo in soffice presa,
è lì il giardino del Poeta che s’incanta
tra quei semi nel nido della passione. |
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Viaggio senza speranza, cancelli che s’aprono nella luce del mattino,
treni su binari a scorrere nel bianco sbuffare del tempo... solitario
tra le rovine della vita descritte in quei tragitti, volatizzate nella storia,
nelle meste ore segnate da ignude vesti, celate al sole di precoce destino.
Fiocchi di neve, d’increduli sguardi a calare sono su gelati cuori
con vecchie valigie a menzionare musiche lontane di sfiatati liuti
col vociare insinuato tra le ombre a consolare smarriti umori
nelle steppe erose dal freddo, dal ghiaccio... nei silenzi lì sperduti.
Lo stridere di ferragli udire al suo giungere, gemere di luna,
nell’acre olezzo inalato di consumati ceppi dall’aria posseduti,
tutti in fila allineati ma memori assenti, uno ad uno contati
per un giacere inermi e stanchi su giacigli in tuguri di fortuna.
Nelle fredde baracche pianto di bimbi, feriti animi lacerati,
sofferenze di mamme pei pargoli a lasciare nei numerati campi,
batte forte quel cuore ancor non pronto all’infausto fio vegliato
e mesciano lagrime ad una saliva ormai senza più scampo.
Calano dall’alto deportati lapilli di perduta esistenza
negli occhi sognanti di superstiti smarriti in cammini marchiati,
indelebili bolli in un ritorno tra le aurore di tristi ricordi liberati
a marcar per sempre il ferito animo nella sua essenza. |
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Attimi,
attimi che si susseguono,
circondando con alone di mistero
e con precisione da sconcerto;
Attimi,
attimi che assalgono,
disperatamente si cerca aiuto,
si invoca a gran voce
e barcollando con passi tremolanti:
Piangi.
Tirar da un lato il tendaggio
per accostar la vista alla finestra,
attimi che fulgidi corrono
come estremo miraggio
in questa vita vissuta.
Dalle labbra
poche sillabe, parole concise,
quasi senza senso, sussurrate al vento
in quegli attimi che tutto alla mente:
Ritorna e spezza.
Non c’è forza
in quelle braccia,
poche son le certezze
che si lasciano,
mentre il tendaggio
si lascia andare
nell’ultimo attimo per sperare. |
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Pallida discende la sera, la luna al mare non sorride
nel segreto degli occhi immagini dal cuore sono sperdute,
impresse col sorriso smorzato da pioventi gocce nascenti,
relegati nell’irto volo tra le rocce dell’animo, lì sofferente.
Nel buio della notte la ricerca in metafora del fiacco vivere
tutto offuscato nei meandri di vicende vissute in parabole
nell’accettazione di una vita che scorre fredda, nei rimpianti
con lacrime ormai asciutte, svuotate d’ogni cristallina gocciola.
La pagina della esistenza s’impregna di ricordi abitanti,
nella inquietudine a cogliere di attimi terreni posseduti
con obese parole segnate dal corso delle stagioni, della luce
ripercorrendo con strategici giochi quei rumori viventi.
E’ un frenetico mondo che coinvolge, per un doversi integrare
per un segnarsi volgendo senza sussulti lo sguardo all’alba
con la grazia della essenza, per esserci, esserci sempre ... amare
nel segreto degli occhi, per accorgersi di quanto bella sia la vita. |
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Mai domo il tempo, colora passaggi, movimenti,
dipinge con orlata precisione ogni attimo, momento
e celebra nei meandri del pensiero i suoi filamenti
relegando al cuore il suo miglior portamento.
La via della felicità recita l’infinito amore
intingendo passione con la penna, l’accalora,
si pone in quel cammino costellato tra i cercati albori
mai riposto nel cassetto dei ricordi, anche ora
di anni vissuti, censiti, nel gaio suo scorrere
e mai nelle ombre al loro offuscare, cancellati.
Turbinio di versi declamati, postati tra i sensi, avvolto
nel decanto d’ore passate in ogni sua tacca,
nei bramati intrecci, corredati di tinte in risacca
con la piuma del desiderio rivolto all’esalto.
Scivolano gocce, silenziose movenze in grazia,
racconto di vita... immagini di una esistenza,
l’anima è lì a nascondere affanno, sofferenza
per radunar tra candide promesse mai vane
d’amor fulgido l’essere suo mai sazia. |
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Accarezzare il tempo, armonico fluire
lo sfogliare dei ricordi, immagini
su morbido guanciale... silente altalena,
musica in sottofondo l’avvolgere, deliziare.
Passeggiare nel rimembro e nel contempo
sminuzzare i passaggi evocati, sgorgati
in scia, a bearsi... testardi viaggi,
nell’origlia di cuore in palpito.
Silenzi nell'osservo... di parole
lo svolazzo tra le nuvole il narrato
con aloni di luce in ritorno bramato
tra i sussurri a colorare il cielo.
Passeggio di germogli, pioggia di vita,
la clessidra oltrepassa le ombre... granuli
scivolano tra i respiri in trasporto,
nell’assaporo dell'amor la gioia. |
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Senza più ritorno quel lungo viaggio, deportati
genocidi, olocausto, sacrifici dell’ultimo respiro,
tutto perduto in un attimo da follia martoriati
perseguitate esistenze nello spazio di un mattino.
Lapilli dal cielo, segno di distruzione,
baracche colme, ultime speranze di vita,
nel crollo della umanità al crepuscolo delle lacrime
nello sterminio di esseri “inferiori”.
Sguardi d’innocenti bambini sperduti nel vuoto,
litanie evocate nei tristi destini di forni crematori,
lento quel treno s’accosta all’ultima fermata,
nello stridio d’infreddoliti ceppi... premonitori.
Foto immortalate a rammentare recente passato,
cumuli di valigie accantonate coi ricordi
occhiali, vesti bruciate come le vite in camere a gas
nella pazzia annunciata a memoria dell’essere umano.
Sterminato campo, fili incrociati,
calpestio di striscianti passi scanditi nel tempo
freddo pungente, pianti dirotti risuonanti
per non dimenticare mai la libertà perduta. |
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Luce impressa nel cuore al divenire,
pensiero a sorvolare cieli e si rende estasiato
in immagini d’un passato mai a scolorire,
quando si posa lì ad ammirare il creato.
Luminescenze s’avvertono al loro brillare
quando la musica in brividi viso percorre,
lo si palpa, lo si avverte col candido vociare
d’esser lì tra i ricami ove la mano apporre.
Palpita battito al suo ansimare
tra le stelle incastonate a venerare
dalla terra s’osanna il Signore
d’avere negli occhi il loro scintillare,
Tra le pieghe del tempo... l’albore
del sorridere alla luna che s’accosta
protegge, accalora e nel contempo
dell’amor l’aggrappo tremante...
sono lì nel candido giardino, nell’illimitato
cantando l’inno della pace, dell’unione.
Approda nell’oblio la carezza, tremolio secerna
su Angelici sguardi che da lassù al tramonto
accolgono lacrime di gioia nell’origami d’incanto,
per la serenità raggiunta nel sentiero della vita eterna. |
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La vita, mescolata tra le sue carte, poggia
organizzata su bianca tovaglia, s’avvede linda
operose mani si dimenano tranquille, dita la sfoggia
tra tanti pensieri a menzionare fuoriuscita... ascende.
Giocatori di carte oziati intorno al mondo,
mazzette rimestate con cura, silenziosamente
tengono spavalde, in gentil tocco, delicatamente
in quel contesto bendato, un piacevole girotondo.
Spiccioli d’esistenza posti al loro divenire
accarezzano lembi di vestigia in vegliarda attesa,
una svuotata tazza è lì di satellite in orbita a circuire
all’annuncio di un domani nella sua lieta... assisa.
Rivoli di speranza ardono al calor braciere,
bollente esprime il suo volere nella notte che cala,
tutto si rimescola in racconto vissuto di calda sala
per quel di a venire colmo di gioia nel suo paniere. |
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Libera scura, folta criniera in sfoggio,
bianco avorio al porre con spavaldo essere
pennellate a contornare il possente avere
di pregiata razza nel suo gentil poggio.
Altera svolazza la nera coda,
il nitrito s’ode imponente, lo scalciare austero,
il regno della natura lo circuisce, lo rende impero
da tempo memora fiera stazza... la circonda.
Il nome posto... Falanto
rende gloriosa la sua esistenza,
ricamo, splendore, donato in essenza
l’ammiro di così delicato... incanto.
Di spartano titolo discendente,
investe fantasia d’abile mano di pittore,
celebra di battaglie tanta storia,
col soffice manto, morbido, egemona il sole
unico resta nell’olimpo con tanta gloria
in quel di Saturo... carezza di terra nascente |
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Silenziosi tratteggi si mescolano in omertà,
tra vocali insabbiati nei vicoli bui apostrofati
e ombre delineate a mescere pensieri lontani
nelle stanze allineate alla speranza mancante.
Messaggi a leggere sono stropicciando occhi
su giornali ad annunciare notizie sfocate, obsolete
tra i nembi a voler oscurare verità lette
di quadri di vita stinta tra avvinti balocchi.
So che ci sei, il tuo pianto parla,
ho letto il labiale, la forza del voler esserci,
la voglia di vivere pur nella disabilità,
negli sguardi ora mirati nel vuoto della nullità.
Ho preso la tua mano infreddolita, stanca,
l’ho sentita tremante... cercante aiuto
so che ci sei,
so che ci sarai in quel domani,
in quelle albe a fiorire la tua costanza
gioirai della tua esistenza con la tenacia
e il grido al mondo che donerai nella libertà
risuonerà nei cuori con esultanza. |
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Gremita piazza assiste silenziosa,
capeggia nell’aria armonia invitante, benvista
note da palco a deliziare musica... briosa
tra le panche ad ascoltare musicista.
Indefessa esegue la fisarmonica
accompagna la squillante tromba,
il sassofono a seguire... il suo rimbomba
la chitarra con lo strimpellare armonica.
Gioiosi alla finestra composizioni udire
l’eco dei musicanti d’amalgami il risuono
a celebrare d’incanto animo in suono
d’arte sonora, d’orchestrali il censire.
Tasti si susseguono nella calante sera
nel voler mirare cuori con graziate gesta
tutti a esaltare, son contenti, lo si spera,
pei momenti di spensierata festa.
Occhi sono a osservare lontano,
chiamano, investono d’ognun pensiero,
tutto accalora con fragorose battimano
per lasciar nell’animo l’amor foriero. |
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Scampoli di tempo, casualità,
nati colori ad intingere pannelli
con parole, immagini, citate nelle ore
menzionati nel catino delle verità.
Pennelli a immergere idee, desideri,
con scorci d’esistenza sussurrata... impressa
tra le vie in cammino e mai spente
nel dizionario censito delle realtà.
Passeggi accarezzati dal vento,
foto immortalate nell’impregnato pensiero
tela a raccogliere le emozioni... sguardi
sulle onde in destino, a volte indifferenti
con setole d’argento a contornare bordi
su fioriti quadri della sincerità.
Ritagli di vita, d’artista il passaggio,
angoli di cielo con gradazioni imbevuti,
vocaboli dipinti con operose mani,
con la sete cercata della lealtà
nei meandri di vissuti istanti per il domani
in arcobaleno con dettate musiche
a donare cromie di onestà. |
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Tace la terra, l’amare manca
mondo in cammino, sfigurato arranca
fiumi in piena, turbinii d’animo:
Dov’è la bramata felicità?
Croci sparse per le vie, il segno
a raccontare vite vissute, ognora tradite
a menzionare assurde barbarie imbastite
cuori infranti, conflitto interiore, scarsità:
Dov’è la concordia, la verità?
Occhi a cercare nel vuoto abbozzate parole,
cartoline spedite, mai giunte in dimora,
contrasti, fame raggranellata... in prole
ad accennare in pioggia... l’assapora:
Cristianità!
Guerre, distruzioni, carestie
acque ribollenti d’odio subire,
venti impetuosi a spazzare nubi
spenti sorrisi, tutto da ricostruire:
Cristo dona forza, debella gli incubi!
Nell’osservo d’esistenza,
la speranza della pace poggia,
alle bussanti porte l’illuminar menti,
il popolo guidare verso albe fiorenti,
al sole la gioia della vita e dell’amore:
Per l’osannato nostro Signore! |
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Fiorita veste adorna la vita, spruzzi d’albore
variopinti colori assaporano d’aria il cinto
essenze inebrianti donano briosità, amore
nell’incanto estasiato d’armonico dipinto.
Braccia accolgono del fascio luminosa danza
barlume di speranza accesi destini sorseggia
corolla intenso bagliore, immagini d’organza
mentre nel raccolto giardino, il cuore aleggia.
Accoglie del tempo fatata atmosfera, l’ansimo
il piano accarezza il passaggio con soffi d’eleganza,
l’inebrio mai stanco di poesia ad accalorare l’animo
e nei silenzi stretti tra le ansiose mani, l’amor avanza.
Nelle stanze s’ode musica soave, accogliente
pareti s’affrescano nell’ubriaco di tanta freschezza
tutto in contorno esplode, anche la notte in gaiezza
nel cilindro d’esistenza... romantica atmosfera fulgente.
Immensa luce... ricordi d’appassionata visione
si libra lucentezza negli infiniti sguardi sognanti
un miraggio, una carezza in sorgente mai bastanti
e tutto s'orna in floridezza col suo magico candore. |
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Tarda il tempo, di note il fruscio in sogno,
tattili dita s’impregnano d’aria al soffice scivolare,
con finestre sul passato spalancate ... l’orchestrare
nei silenzi garantiti di musica dolce in accompagno.
Musiche lontane
tasti percorsi in soave danza tra le linee del destino,
tra spartiti lì ad aprire sul leggio, impazienti
nell’intimo a menzionare camminati mai spenti
all’accarezzo di ore schiuse al buon mattino.
Moventi mani
lo scorrere felici, tra le pieghe sospirate... offerte
nell’arte che sprigiona suoni, intenso amore,
tutto così bello, con donati sorrisi pur sofferti
dall’elargita passione sempre più recondita,
relegata nell’antro d’un sensibile cuore.
Musiche lontane
udite, ascoltate, nell’origlio mai così vicino,
strimpella ancora il piano le sue cadenze
mentre una lacrima si tinge d’amor in scrigno
nella stanza ad assaporar della vita le sue essenze. |
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Una fredda stanza, i silenzi a uccidere nei vuoti
si mescola della morte l’acre odore,
tutto è un guardarsi con sguardi impauriti
tra quelle sbarre a segnare i visi... il cuore.
La luce filtra tra le nuvole tinte di grigio
la neve è a coprire i passi svuotati e stanchi
con membra sfaldati dalle intemperie, orrori
in quell’aria malsana, coprente d’odio
lacerata da assurdità assassine senza pietà alcuna.
Per non dimenticare!
Lontana è l’uscita, la via, la libertà,
il sole è oscurato, celato alla vita
la stessa strappata, estirpata, resa inerme
quella vita gettata in fosse comuni
lasciata a marcire, a putridire.
Per non dimenticare... oggi
di ieri... d’un eccidio la memoria,
nulla a nascondere, le paure, il martirio,
ai posteri il ricordo
d’un sacrificio immane... la storia
di quel treno sperduto e mai più ritornato. |
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Nel cielo d’azzurro tinto
lo svolazzo felice di silenzioso andare,
leggero movimento di ali, piacevole spinto
nel palpito a giungere col fascinoso volare.
Ritagli di vento, morbido alare
apertura con spavalda baldanza, dolcezza
nell’aria soave musica a sfiorare con delicatezza
il raggiungerla, presto... è favola d’amare.
Incontro,
coi minuscoli cristalli di ghiaccio a formare nuvola
linee d’amore ad affacciarsi tra le volte,
a donare gioiosa atmosfera, accogliente
a creature lassù nel vortice suadente
col candido tepore d’un cuore, coi dolci suoi sospiri.
Vola la colomba dell’amore,
vola nell’empireo respiro in brama,
tutto si colora con striature di vita
e nell’affaccio sospirato in volo... chiama
tra gli spiragli del sole, i rintocchi,
d’unione felice sorbita. |
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Inerpicato pensiero, mesti volti,
muti passi a salire, insonne notti
a nascondere visi, apparsa angoscia
più vicini al cielo in meta per pregare.
Rifugio dell’anima, briciole di esistenza
una scalinata impervia a raccogliere litanie,
nel pianto dirotto, perdute speranze
a patire scie di sofferenze, svaniti sogni.
Scaloni nel buio, spenti sorrisi,
asciutti occhi, svuotati lacrimali
con nodi a restare... oltre il dolore
su camminamenti stanchi a reggersi
di foglie accartocciate, dal vento cancellate.
Nati per soffrire, l’esilio dell’essere
nel vuoto le ultime forze... fili sospesi
a soccombere tra biglie d’acerrimo destino
sopraffatte, spazzate da follie incontenibili
dal freddo alito, coi suoi affanni
su lamine di vita oramai perduta |
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