Come vorrei
con l’armonia d’intenti
ricamare un punto a croce
su fazzoletti d’erba
dove l’io
fosse il disegno di un noi
in rossi cieli
e stagni infiniti
Nel quieto silenzio
che mi siede accanto
orlare il tempo con spume d’ali
urlando alla vita
affamata e inquieta
abitandomi dentro |
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Saranno i sorrisi sospesi ai miei ricordi
la purezza del sentimento
elevato a protezione il timore dell’età
per i miei pochi anni
le tue mani calde
mature e tremanti
il cielo che si apriva, quando tu arrivavi
il cuore che batteva
putiferio, nell’universo
Questo
raccoglierò di te
l’infinito tempo
della mancanza
e poi, giungerò al traguardo
dove mi attendi
raccolto di una vita
dove hai seminato amore
nel breve tempo, del tuo passaggio
sfiorami appena adesso
nell’attesa ... |
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Antiche nuvole pennellando di viola la dolce terra
scivolano, fra crinali d’ombre
e l’auto va
mentre la pioggia battente sul finestrino mi porta via
ti ritrovo lì mio dolce amore
all’ombra delle colline di questa piovosa sera
e paiono mani che stringono il cuore
mentre tu torni, torni sempre dentro me
come alla terra il sole
imprevisto d’amore il tuo raggio cortese
questa sera di pioggia che sussurra il tuo nome
tra dorsali di valli che tanto amavi
l’eco della tua mancanza sinistro e dolce, mi rapisce
ma è quasi casa, tu te ne vai
impalpabile fragore |
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| morirei nelle tue mani
quando ti amo
nei cenni di te
morirei fra le carezze dei tuoi occhi
quando d’improvviso m’illuminano il cammino
è così oggi che parla il cuore
stringendosi ad una semplice verità
sbocciano fiori in petto
prestandosi al perdono
e l’acqua nelle mani
io t’amo dunque
oggi più di ieri
fra le lacrime versate
nelle scarpe bucate
nei mattini alle colline
che rubano il tempo
ad orologi rotti
morirei fra le tue mani
quando t’amo, nel vento che ti porti dentro
e soffi
verso me |
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Se non fosse per quel dolore nello specchio
che vede il pianto piegarsi al mio tormento
basterebbe così poco per sorridere al mattino
invece resto là, stupita e sola
nel labirinto dei perchè
raccogliendo pezzi di mattoni
che la tormenta ha buttato giù
vivendo, di quella nostalgia che attanaglia il cuore
e di quei sorrisi fragorosi che raccontavano la vita
e nella stanchezza solitaria dei miei gesti
il lento elaborare di un feroce lutto
intanto, non so più dove appoggiare il mio dolore
me è l’alba e vivo
vestendo il sole che brucia dentro |
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Quella casa nel vento
una bolla nel silenzio
la sua storia, la mia stanchezza
via lattea di paure
profonde come un taglio
disperate come la malinconia
atroci come la mancanza
viale che conduce al bosco
orizzonte cosmico del mio intelletto
Prostrazione antica
in quelle stanze di oscure ore
senza più cornici alle pareti, od orologi
senza lancette
impolverata vago, solitaria
accoccolato
fra le mie braccia
un lento sfiorire in polvere d’ossa
levigate, addolorate
nelle ombre troppo lunghe di fardelli gocciolanti
fra rimpianti, sogni infranti
si sbriciolano i pianeti
un duplice silenzio fra le persiane chiuse
incatenate lacrime fra i miei capelli
s’impastano al destino
di stelle spente e mani stanche |
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| Bacio d’amore di un primo vagito
nidificando il domani
una distesa di mare
onde la vita
la scoperta
l’amore
paesaggio immenso
dove anche il dolore fu conchiglia ideale
- condensa raccolta -
di acqua filtrata
Clessidra impazzita
nell’ore defunte
mareggiate contese
un po’ bimba, un po’ donna
in quella rincorsa di zoccoli al vento
criniera selvaggia
lontana nel tempo
Brusio naufrago
di rose perenni
tra cuore e volto
si nascondono i sogni
e morirò d’ali
nel tramonto di ieri |
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