Lungi disfiora e si scolora,
Esile, l’orizzonte nella sera
E pur nell’anima il pensiero
Non sa volare più lontano.
Forse del sempre che saremo
Qualcuno scrisse già il destino.
Però non scorgo oggi, non vedo,
oltre questa nostra terrena landa
se non il lento scuro fiume dell’oblio
che ci trascina verso l’altra sponda
oppure verso l’erebo profondo ove
dicevano restasse chi appartenuto
era a questo nostro vivo mondo. |
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Fantasia puritana
è oggi
la spensierata gaiezza
di ieri.
Intorno altre voci
non odo
se non misteriose
al mio cammino
discosto
e pellegrino. |
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Con candore di gabbiano,
corroborato da effigi certe,
più non bastando gli spenti
vuoti simulacri, si leva
l'esangue pensiero
nel presagir del volo
all'orizzonte d'oltremare
e d'oltre cielo
verso le colonne d'Ercole
dell'umano presentire. |
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Senso di liquide inquietudini nell'anima
al volare controvento di candidi gabbiani .
Al caldo fiammeggiare del fuoco nel camino
il pensiero si fissa con lo sguardo, affascinato,
e non sa andare più lontano.
Scende la notte ed arrossisce il cielo plumbeo
infiammando di tramonto, in lontananza,
la scogliera naufragata nelle onde
del grande mare freddo e ribollente che tracima.
Il buio è ormai disteso e tutto è nero,
poche le luci alle finestre accese, poche le case .
Highlands in November.
La natura è qui padrona, aspra con sé
e con chi le si faccia incontro,
ma è magnifica nel silenzio di splendore
che il vento sempre corre senza scalfire
neppur coll'impeto ed il furore. |
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Quando vedrai salpare
per il vasto largo
l'ultimo traghetto della sera
pensa ch'io vada
oltre la curva d'orizzonte,
tra cielo e mar distesa,
a controllare e sistemar le cose.
Pensami ancora nel lavoro intento
e, come per solito,
in cerca sempre di qualcosa
che, forse, là io riuscirò a trovare.
E sembrerà così un viaggio
che continua e non ha posa
ed anche lì tu, si tu,
resterai mia unica e vera sposa. |
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Sospesa l'anima
Nel volo immobile
Tra luci frivole e bui dolenti.
Lo sguardo è attesa,
di dubbi in piena.
Parole ardenti
nel'andar del vento
che forte rutila,
ed anche infuoca,
ma tutto lascia così com'era.
Non v'è quiete e neppur riposo:
l'incerto preme e il certo trema. |
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Sussulta d’echi l’aria,
al vespro, quasi ogni giorno
e s’acuisce il nòstos
dei passi ripercorsi lungo
un vissuto ormai passato
che mai potrà esser diverso
da come è stato consumato.
E’ viaggio d’indulgenze,
pentimenti e redenzioni,
d’indescrivibili speranze,
perdoni ed illusioni,
un ricercare dentro noi stessi
come vorremmo essere stati
in una vita, virtuale e parallela,
viva soltanto di emozioni
sfumate in nostalgico rimpianto.
Il viaggio ha inizio verso sera,
con il calare del buio,
quando ciò che non si vede
incute ancora più timore
e ci si guarda dentro
in cerca di certezze e d’abbandoni
tra ampie braccia aperte
che sappiano rincuorare.
Nòstos, struggevole rimpianto
che cerca, chiede, caldo al cuore. |
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